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Progetti mai realizzati: The Ninja – Enter John Carpenter

La storia del cinema è fatta anche di film mai realizzati, progetti mancati
oppure sfiorati per un soffio, Fabio
mi ha affidato un gran bel compito: perché non gettare uno sguardo su tutti i
film che il Maestro John Carpenter è arrivato ad un passo dal dirigere?
Continuiamo questa rubrica sui film ombra del Maestro, facendo entrare in scena
i guerrieri delle ombre, e se… John Carpenter avesse diretto “The Ninja”?

EPISODIO #9: The Ninja – Enter John Carpenter
Per venti settimane nella lista dei libri più letti secondo il New York
Times, copie vendute come se non ci fosse un domani, “The Ninja” non è stato il
primo libro scritto da Eric Van Lustbader, ma il primo della saga in sei
romanzi con protagonista Nicholas Linnear. Proprio mentre la mania Ninja
esplodeva negli anni ’80, secondo voi Hollywood poteva perdere l’occasione per
mettersi a cavallo della tigre? Assolutamente no, infatti i piani cinematografici
per “The Ninja” erano quelli delle grandi occasioni, ma prima di tutto,
parliamo della trama del romanzo.



Il protagonista di “The Ninja” è Nicholas Linnear, il risultato
dell’incrocio di due culture diverse: papà, un soldato americano, di stanza in
Giappone durante la “seconda”, mamma una misteriosa orientale. Siccome il
nostro protagonista non è Steven Seagal, la sua educazione in Giappone non è
delle più semplici, anche perché suo cugino Saigo non è proprio il più amabile
dei soggetti. Le ore passate ad imparare le arti marziali, non sono l’unica
attività che i due cugini condividono, di mezzo ci si mette anche la morte
dell’amata (da entrambi) Yukio a rendere le storie ancora più tese, quando poi,
per via della travagliata situazione del Paese nel dopoguerra e la morte dei
suoi genitori, Nicholas lascia il Giappone, ormai i rapporti sono già andati
decisamente a sud.

I romanzi, quelli tosti per davvero.

Anni dopo Linnear vive la sua vita a New York, con una solida carriera e
svariati nuovi amori, tra cui Justine, tormentata figlia dell’industriale
magheggione Raphael Tomkin, pezzo grosso in una società con agganci in Giappone
e tanta voglia di espandersi (anche non per forza legalmente) negli Stati
Uniti. Come potete immaginare Linnear diventerà presto un pezzo scomodo sulla
scacchiera, da eliminare più silenziosamente possibili, ed è qui che ritorna in
scena Saigo. Assoldato da Tomkin per il lavoro, il cugino del protagonista accetta subito di buon grado,
ben felice di poter completare la sua vendetta, se non fosse che negli anni,
Saigo oltre ad aver approfondito la conoscenza delle tecniche di ninjutsu, sia
anche diventato un mezzo degenerato matto come un cavallo, uno che una volta
sbarcato a New York, darà sfogo alle pulsioni più basse nei locali più
malfamati, tra droga e perversioni sessuali assortite. Ricordate le immortali
parole di Elio? Mio cuggino, mio cuggino è preoccupante e parla coi rutti. Ecco
una cosa così, però con le tecniche Ninja al posto dell’aria nella pancia.

Tra poliziotti tosti a supporto del protagonista, “The Ninja” è una sfida
al gatto col topo che si conclude con un duello finale in un enorme grattacielo
in costruzione, insomma puri anni ’80 al loro meglio. Eric Van Lustbader, sfornava il suo
libro in un periodo in cui al cinema i ninja cominciavano a farsi largo, grazie
al film con Chuck Norris The Octagon e con L’invincibile ninja della
Cannon, usciti entrambi nel 1980. Proprio per questo l’idea di portare il
romanzo sul grande schermo risultava molto ghiotta.



Eric Van Lustbader, il romanziere ninja.

I produttori Richard Zanuck e David Brown, storicamente legati alla
Universal, erano i due nomi grossi che avevano fiutato l’affare collaborando
con la 20th century Fox, detentrice dei diritti sul romanzo. Per la regia del
film i due produttori scelsero qualcuno di particolarmente “caldo” in quel
periodo come Irvin Kershner, che nel 1978 aveva diretto Occhi di Laura Mars (pensate un po’, sceneggiato da John Carpenter) e che nel 1980 aveva
firmato una cosina di cui potreste aver sentito parlare qualche volta da
qualche vostro amico nerd: l’impero colpisce ancora.

Irvin Kershner fa scrivere la sceneggiatura di “The Ninja” a W.D. Richter
(quello di Grosso guaio a Chinatown, pensate un po’ diretto da John Carpenter),
ma il risultato finale scontenta tutti a partire da Eric Van Lustbader. Basta
dire che nella versione di Richter, lo scontro tra ninja finale spariva, in
favore di uno scontro a fuoco dove Saigo ci lasciava le penne ucciso da un
colpo di pistola. No, non ci siamo proprio, i due produttori licenziarono Kershner
senza pensarci troppo e dopo aver gironzolato attorno al Maestro Carpenter a lungo, fanno la
scelta più ovvia e lo assumono per la regia del film.



Posso avere un colpo di dong per l’entrata in scena del Maestro?

John Carpenter prende in mano la sceneggiatura di W.D. Richter convinto che
sia obbligatorio riscriverla quasi per intero, per farlo chiama un suo storico
collaboratore oltre che grande amico, Tommy Lee Wallace. Il tutto mentre
impazzava il toto-nomi per il ruolo del protagonista, con Eric Van Lustbader
impegnato a fare un tifo spudorato per Richard Gere nei panni del protagonista,
malgrado nessuno sapesse se il buon Riccardo, avesse davvero la preparazione
fisica necessaria per interpretare la parte di un esperto di arti marziali.

Carpenter e il suo amico Tommy lavorano sulla sceneggiatura per due anni,
dal 1983 al 1985, ma alla fine sono costretti a gettare la spugna,
ufficialmente perché la loro sceneggiatura venne dichiarata infilmabile, ma principalmente perché nel frattempo, Joe Wizan era diventato il nuovo capo della
Fox, continuando a concedere “semaforo verde” a molti progetti, ma lasciando però
“The Ninja” perennemente in panchina, forse anche per questo Zanuck e Brown finirono per
abbandonare la Fox definitivamente (storia vera).



La sceneggiatura firmata da Carpenter e Wallace (disponibile in rete)

Ma come sarebbe stato questo “John Carpenter’s The Ninja”? Da quello che
sappiamo della sceneggiatura, abbastanza differente dal libro e molto più beh…
Carpenteriano!

Nella versione Carpenter/Wallace, “The Ninja” non è più una storia
strettamente legata alle arti marziali, ma una sorta di slasher con uno Shinobi
assassino e ricercato al posto di Michael Myers. Il protagonista Nicholas
Linnear sarebbe rimasto fondamentalmente identico, se non per il nome,
modificato in Nicholas Tomkins e per l’assenza di alcuna sua capacità marziale,
forse per assecondare la scelta di Richard Gere come protagonista? Chi lo sa.



American Gigolò Ninja

Nella versione di Carpenter spariscono le origini miste del protagonista e
anche il legame di parentela con Saigo, che cova vendetta contro i Tomkins perché
da bambino ha assistito alla morte del padre per mano di Rafael Tomkins,
ufficiale americano magheggione, invischiato in affari loschi durante
l’occupazione americana in Giappone.

I personaggi di contorno del libro, come Justine e il poliziotto tosto Lew
Croaker, sono presenti anche nella versione di Carpenter e non è difficile
immaginare come il Maestro avrebbe saputo utilizzarli, magari affidandoli a
qualcuno dei suoi attori feticcio, ci avrei visto benissimo Jamie Lee Curtis
e Keith David. Ma per il resto è proprio Saigo a risultare modificato quasi
interamente, quello che ci troviamo davanti è un incappucciato personaggio, che
tutto sommato avrebbe almeno tenuto fede al titolo del film: un assassino
silenzioso capace di utilizzare misteriose capacità mentali per raggiare le
persone, per lo meno tutte quelle che nella storia, non avrebbe finito per passare a filo
di spada katana.



Ma che gli fai tu ninja alle donne…

Ma in generale l’assassino di questo film sarebbe stato una versione ninja
di Michael Meyers, un mostro inarrestabile con la volontà ferrea di uccidere il
protagonista, suo malgrado ridotto ad una versione maschile di Laurie Strode. Proprio per questo nella versione di Carpenter e Wallace, i momenti più horror
del libro, sono stati accentuati e sicuramente nelle mani del Maestro avrebbero
fatto la loro porca figura sul grande schermo, tenendo il pubblico in tensione
per tutto il tempo. Ma è anche chiaro che “John Carpenter’s The Ninja” avrebbe
fatto storcere il naso ai lettori di Eric Van Lustbader e se avesse avuto
successo, non sarebbe stato il primo dei sei film tratti dai romanzi dello
scrittore, ma nella migliore delle ipotesi, un’altra delle grandi maschere horror degli anni ’80, forse insieme a Michael l’assassino di Haddonfield, JasonVoorhees il macellaio di Crystal Lake e Freddy l’incubo di Elm Street ci
sarebbe stato anche Saigo, il mortale ninja dal Giappone.

A ben pensarci forse, anche una scelta abbastanza logica, un tentativo da
parte di Carpenter di portare il materiale di partenza nel suo campo da gioco, ovvero i film dell’orrore. Ma forse ad ovest della Cannon, le grandi case di
produzione cinematografica occidentali degli anni ’80, non erano pronte ad
aprirsi a storie, personaggi, folclore e ninjutsu provenienti dall’oriente, non
senza trovare il modo di rendere tutto un po’ più americano. Lo stesso Grossoguaio a Chinatown di Carpenter, diretto con Jackie Chan nella testa e nel
cuore, fu un flop clamoroso e a ben pensarci, gli unici “ninja” ad aver fatto
soldi al cinema, sono state le tartarughe mutanti, ovvero un modo per rendere
infantili (e quindi per tutti) i guerrieri delle ombre.
Insomma, tra tutti i film invisibili di questa rubrica sui Carpenter mai
realizzati, il più invisibile di tutti, non poteva che essere un Ninja. La
prossima settimana invece, vedremo qualche altro titolo… Non mancate!



Intanto vi ricordo il saggio Ninja di Lucius Etruscus! Da non perdere per approfondire al meglio l’argomento.



Vi ricordo di passare a trovare Fabio sulla pagina Il Seme Della Follia – FanPage italiana dedicata a John Carpenter e sul suo blog, che ha ospitato questo attacco dei ninja.

Poi trovate sempre la pagina dedicato allo speciale sul Maestro!

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