Home » Recensioni » Punisher – Get Fury (2025): ultima missione in Vietnam per Garth Ennis

Punisher – Get Fury (2025): ultima missione in Vietnam per Garth Ennis

La cioccolata con la panna. La pizza con la birra. Garth Ennis e Punisher. Ci sono cose nate per funzionare al meglio insieme e questo non cambierà mai.

Lo scrittore di Holywood (occhio al numero di “L”) non è il padre putativo di Frank Castle, anche se potrebbe esserlo visto che è quello che ha ridato lustro al personaggio, le storie che ha scritto per il Punitore sono molte, tutte di ottima qualità, e nel frattempo, ha prestato la sua penna anche ad altri personaggi Marvel, forse l’unico altro davvero adatto al suo stile e alle sue tematiche, Nick Fury.

Parlo dell’originale Nick Fury, non quello riveduto e corretto fatto a forma di Sam Jackson, mi riferisco al personaggio che – con un tono decisamente più satirico – Ennis aveva già scritto nel 2011 nella miniserie “Fury Peacemaker” su disegni dell’altro Boys, ovvero Darick Robertson, per poi passare ad altri due cicli di storie (“Guerre Perdute” e “Guerriero freddo”) pubblicati nel 2013 per MAX, la linea per letture mature della Marvel Comics, quella che fondamentalmente esiste per permettere ad Ennis di far crivellare mafiosi a Frank Castle. Il cerchio si chiude.

L’uomo con la mimetica nera (cit.) racconta i suoi più grandi nemici.

La differenza qui è che purtroppo, perdiamo i disegni del bravissimo Goran Parlov, sostituito dal sempre più lanciato Jacen Burrows (con colori di Guillermo Ortego), disegnatore con cui Ennis lavora sempre più spesso, cosa guadagniamo? La possibilità di avere Frank Castle e Nick Fury nella stessa storia, ambientata in Vietnam e scritti da Ennis, no, non il fittizio conflitto del Sin-Cong, quello con cui la Marvel ha aggiornato il personaggio, per evitare di ritrovarsi con un Castle settantenne, ma proprio il Vietnam che Garth Ennis ama sempre raccontare.

“Get Fury” è stato idealmente venduto come l’ultima volta, l’ultimo giro nel ‘Nam per Castle, Fury e anche per lo stesso Ennis, anche se chi ha letto le storie del suo Punisher, sa bene che l’ultimo giro di giostra per Frank è stato quella volta in cui è stato spedito a Valley Forge per la miniserie “Born” (2003), ma per dirla proprio tutta, se volete capire perché è finito laggiù, è “Get Fury” che dovete leggere.

Non chiederei al Punitore di teschi, poi fate quello che volete.

Vietnam, 1971. Infuria la guerra tra Viet Cong ed esercito americano e Nick Fury è stato fatto prigioniero, le informazioni in suo possesso potrebbero cambiare le sorti dell’intervento americano laggiù, ma potrebbero anche spezzare la nazione per sempre, cosette come il traffico di eroina dal Laos ad esempio sono toste da mandare giù. Sarà anche duro come una barra di titanio certo, ma nemmeno Fury potrebbe mai resistere a quello che gli farà “Charlie” pur di farlo parlare, la CIA non ha dubbi: inviare il capitano Frank Castle ad uccidere Nick Fury.

Questo spiega la bellissima copertina citazionista del grande Dave Johnson (ho avuto modo di parlarci, solo stima), che omaggia “The Amazing Spider-Man” #129 del febbraio 1974, ovvero la primissima apparizione di sempre di Frank Castle. “Get Fury” è una storia di spionaggio, che mette volutamente in difficoltà i personaggi protagonisti, Castle è al suo secondo turno in Vietnam, la corrispondenza con la moglie Maria viene redatta dall’esercito perché da essa trapela tutta la disillusione di Castle nei confronti della guerra e della sua stessa Nazione, allo stesso modo Nick Fury invece, incarna tutto quello che gli Stati Uniti hanno fatto in quel conflitto (e verrebbe da dire, in molti altri in giro per il globo) in maniera chiara ma mai didascalica.

Di solito a questo tipo di operazioni ci pensa Chuck Norris.

Basta leggere le lettere di Frank alla moglie, avendo in testa “Born” (e in generale, tutta la storia del personaggio) per capire a che livello di profondità può arrivare Ennis con davvero pochissimo, quindi oltre ad una bella storia di guerra, raccontata in modo realistico, Ennis riesce a parlarci dell’America: da una parte l’approccio disilluso di Caste opposto a Fury, che malgrado tutto sembra schifare, e con un paio di personaggi in particolare, proprio ignorare le vite dei locali, che con le sue azioni, sono cambiate per sempre. Quasi ovvio sottolineare che lo scontro tra i due sarà inevitabile, ma passerà prima per salvataggi, momenti di spionaggio, Z.A. che sono punti caldi (anzi proprio trappole) e un ritmo bello serrato.

Originale anche la scelta della voce narrante, in quello che alla fine è il classico “Crossover” Marvel tra personaggi famosi, la regola è sempre quella, i due nomi grossi della storia devono ingaggiare prima uno scontro e poi un’alleanza, Ennis mette su proprio questo, però lo fa raccontare ad un ufficiale vietnamita sopravvissuto al conflitto, uno che altrove sarebbe il cattivo della storia e in effetti, anche qui, ma visto che in guerra i buoni veri probabilmente non esistono proprio, Garth Ennis utilizza tutte le sfumature di grigio per raccontarci come il conflitto abbia avuto effetto su tutti, protagonisti e Paesi coinvolti compresi.

Signore, signori, rompete le righe.

Se siete tra quelli che nelle storie di Ennis cercano violenza grottesca e trovate sopra le righe, qui vengono centellinate, l’unico momento in cui lo scrittore apre tutto è quando decide di calare il sipario ed esplicitare le torture patite da Fury, fino a quel momento si trattiene – ma un paio di squartamenti tosti ci sono – ma sul finale si concede un dialogo, che è anche quello con cui mette in chiaro quale tra i due personaggi (e di conseguenza approcci al conflitto) sia il preferito dello scrittore nord-irlandese, vi lascio indovinare.

In ogni caso, altro giro, altra ottima storia di guerra scritta alla grande da Garth Ennis e disegnata splendidamente da Jacen Burrows, ormai una coppia artistica che fa scintille e che qui, non fa rimpiangere nemmeno l’assenza del bravissimo Goran Parlov, per ora la missione del Punitore di Ennis in Vietnam termina qui, ma non sono sicuro che non vedremmo altre sue storie firmate dallo scrittore di Holywood, occhio al numero di “L”.

5 1 voto
Voto Articolo
Iscriviti
Notificami
guest
2 Commenti
Più votati
Recenti Più Vecchi
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Film del Giorno

Jurassic World – La rinascita (2025): senta, è previsto che si veda Gareth Edwards nel suo film di Gareth Edwards?

Jurassic Park è un grande film per svariate ragioni, una di queste, l’adattamento che è stato fatto del bellissimo romanzo originale di Michael Crichton, eliminati tutti i muri di testo [...]
Vai al Migliore del Giorno
Categorie
Recensioni Film Horror I Classidy Monografie Recensioni di Serie Recensioni di Fumetti Recensioni di Libri
Chi Scrive sulla Bara?
@2025 La Bara Volante

Creato con orrore 💀 da contentI Marketing