Come sapete, a gennaio di quest’anno la prima incarnazione della Bara sulla vecchia piattaforma è stata abbattuta in volo, costretta per sempre a terra dalla stupidità della burocrazia di Blogger, poco male, siamo nuovamente qui, più belli e forti di prima, un ritorno in volo che forse potrebbe piacere a Zack Snyder. Anche se lui la Bara la farebbe volare a rallentatore.
Non voglio tediarvi con più roba tecnica del necessario, siete qui per leggere dell’ultima cagat… Ehm fatica di Zacky Zack, quindi a differenza sua, sarò breve: non si è trattato di un “semplice” cambio di piattaforma ma di recuperare quasi dieci anni di contenuti da zero, ne abbiamo parlato, è stato un lavorone e non ringrazierò mai abbastanza chi si è occupato di questo miracolo informatico. Con tempo e pazienza vedrete tornate su questa Bara anche i post mancanti, ripescati da quelli che sono i tre backup disponibili. Metti sempre fieno in cascina dico io, i personaggi di “Rebel Moon – Parte 2” passano metà film a farlo!
Sapete quel è la cosa buffa? Che da tre backup, sono rimasti fuori un numero esiguo di post, al momento ne ho contati qualcosa come tre (su tremila e qualcosa, bene no?), uno di questi era proprio “Rebel Moon – Parte 1″, dite che l’universo sta cercando di mandarmi dei segnali?
Siccome non ho nessuna intenzione di rivedermi la prima parte visto che parliamo di un film orribile, avrei potuto fregarmene della “Parte 2” no? Sarebbe stato lecito… Invece no! Dannato senso di responsabilità che mi guida, ho deciso di fare come Jordan (di cui Snyder aveva diretto la VHS del vecchio “Michael Jordan’s playground” storia vera) e prenderla sul personale, quindi oggi il post è doppio, come le palle che mi sono fatto guardando “Rebel Moon – Parte 2 – la sfregiatrice”, ma partiamo dall’inizio!
Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco (2023)
Trovo significativo il fatto che l’unico film di cui Zack Snyder non abbia annunciato una “Snyder’s cut” sia “300”, il solo della sua filmografia che ritengo perfettamente adatto a lui, quasi riuscito, perché la prosa di Frank Miller, tutta immagini e poco testo (spesso lapidario) ben si adatta alla poca predisposizione come narratore di Snyder, uno che arriva dalla pubblicità e che avrebbe potuto tranquillamente restarci.
Nel corso degli anni Snyder ha dimostrato di aver guardato solo le immagini di Watchmen, di non aver minimamente capito il personaggio di Superman (anche lì, guardava solo i disegni) e nel frattempo, si è costruito una narrativa tutta sua, per cui le stesse case di produzione che gli hanno concesso di fare film su film, nella sua testa, sarebbero anche quelle che gli hanno impedito di fare i suoi film. Risultato? La famigerata Znyder’s cut di Justice League avrebbe dovuto riportare beh, la giustizia e forte di quella il nostro Zacky ha capito che le piattaforme sono la via.
Quindi a dicembre del 2023 è sbarcato su Netflix, presentandosi con la catenazza d’oro al collo e la pelliccia, sbattendo sul tavolo un soggetto scartato di Guerre Stellari e ispirato a Kurosawa, perché lo sanno anche i muri che senza il Sensei Kurosawa, la saga di George Lucas non sarebbe mai esistita. Il risultato? Un film in due parti “Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco” e “Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice” in versione censurata. Time Out Cassidy!
No aspetta un attimo Zack, tu hai tutti i soldi del mondo, carta bianca totale da Netflix e fai un film in due parti, con la censura del PG-13, solo per poter poi portare avanti la tua lamentosa narrativa? Quella di uno che malgrado appunto, cara bianca e soldi infiniti, dovrebbe essere un regista così controverso per cui nessuno gli conceda per davvero di fare i suoi film? Ma scherzi?
Ecco quindi sbarcare su Netflix, la storia senza capo ne coda della luna ribelle di contadini guidati da Corey Stoll in modalità pelato con la barba, che ricevono la ben poco gradita visita dell’Impero dei Nazisti spaziali soldati del Mondo Madre, che vogliono tutto il loro raccolto di grano, perché in un mondo in cui ci sono spade laser, astronavi e tutto il cucuzzaro spaziale, il grano è ancora materia di scambio necessaria a sfamare gli eserciti (faranno solo colazione con i cereali, beh ma è il pasto più importante della giornata) e comunque le navi spaziali vanno a carbone. No sul serio carbone, se non è un modo per far incazzare i fondamentalisti “Green” allora più semplicemente, Snyder sta in fissa nera con omoni nerboruti e sudati che spalano carbone e tagliano spighe di grano, altre spiegazioni non ci sono.
I soldati del Mondo Madre, in quanto Nazisti spaziali, sono svestiti da Nazisti e guidati da quella faccia da schiaffi di Ed Skrein, mentre i contadini sono una banda di modelli, belli belli in modo assurdo, in cui quello meno fisicato è uno che passa le sue giornate a fare Crossfit come se non ci fosse un domani. Tra questi più o meno spiccano Gunnar (Michiel Huisman, il secondo Daaaaaaario di Giocotrono) e la nostra Kora, ovvero Sofia Boutella che poi era anche l’unico vero motivo di interesse di tutta l’operazione, mi conoscete, sono spudoratamente onesto nei miei pareri.
“Rebel Moon – Parte 1” è Zack Snyder che dice: «Non ho capito un cazzo dei sette samurai di Kurosawa ma farò sette samurai tutti miei, con Black Jack e squillo di lusso!», quindi per aiutare i contadini Kora parte a radunare quelli che ad un certo punto del film, saranno per davvero sette guerrieri: una spadaccina cyborg di nome Nemesis (Doona Bae), un robot in odore di droide di Star Wars che parla con la voce di Anthony Hopkins, uno con i capelli lunghi che cavalca non so, un drago o una roba così, e poi una sorta di “Resistonsa” (cit.) con i dreadlock sulla testa da cui spuntano le labbra di Cleopatra Coleman. A grandi linee è questo quello che ricordo, ma non pensiate che sia descritto tanto peggio di quanto fa Zack Snyder con il suo film.
Ogni personaggio non ha uno straccio di caratterizzazione, perché sono tutti personaggi scopiazzati e riciclati, basta dire che il guerriero capellone sembra una sorta di versione adulta di Atreiu, non la piattaforma (anche se con quella Snyder potrebbe avere più di un punto in comune) ma quello de La storia infinita, perché Snyder è così, idee sue non ne ha, anzi, la dico meglio, le sue idee consistono in rallenty e director’s cut, basta.
L’unica NON svolta del film, ruotava intorno al personaggio di Charlie Hunnam, chiamato a ricoprire i panni del Han Solo della situazione, uno che entra in scena dicendo: «Voi siete i Ribelli incredibilmente belli della luna? Mi unisco a voi e vi seguirò fino alla morte». Questo per dirvi del grado di cura della trama e dei personaggi, in compenso con la regia e l’estetica, da sempre l’unica vera forza di Snyder, peggio che andar di notte.
Il montaggio delle scene d’azione è doloroso da guardare, sembra curato da un cieco pazzo e sbronzo che ha tagliuzzato a caso, ma con il preciso intendo di NON mostrare nemmeno un colpo mandato a segno, sembra di assistere alla volontà di auto sabotaggio da parte di Snyder intento a pensare: «Non mi fate fare il mio film? Allora io vi monto tutte le scene d’azione come farebbe Reneè Ferretti, così poi i miei fan(atici) quando vedranno la “Director’s cut” piena di sesso e violenza, mi esalteranno come il genio che sono!». Insomma è l’applicazione del caro vecchio principio che ha fatto fare luminose carriere a tanti, non hai un problema? Ne crei tu uno e poi ti presenti come il salvatore che quel problema sa perfettamente come risolverlo.
“Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco” è un film noioso, privo di qualunque idea anche minimamente originale, di base, anche piuttosto stupido come storia e sviluppo, che mette in chiar quanto Zack Snyder sia schiavo del suo personaggio e della sua ormai malata ossessione per le “Director’s cut”. Un film che come è arrivato, è sparito senza lasciare nulla, nemmeno le solite polemiche che Snyder si porta sempre dietro. Scomparso, come dalla Bara Volante prima incarnazione (e dai suoi tre Backup), tanto che nemmeno i fan(atici) di Snyder hanno minimamente tentato di difenderlo, perché parliamoci chiaro, è indifendibile. Ecco, avevamo proprio bisogno della parte due di ‘sta roba eh? Intanto, per un parere direttamente da Dicembre 2023, vi rimando alle pagine de Il Zinefilo.
Rebel Moon – Parte 2 – la sfregiatrice (2024)
Dopo una frettolosa presentazione, un riassunto del primo film fatto da una voce narrante che snocciola nomi e che riassumeremo così, il film ci riporta su questa cazzarola di Luna piena di ribelli, ma belli belli eh? Che attendono ancora il ritorno dei Nazisti spaziali venuti a rubare loro il grano. Ho come un grosso senso di Déjà vu, non so voi.
Il piano questa volta è geniale, siccome non dobbiamo più andare in giro a radunare sette samurai o giù di lì, perché alcuni sono già qui e gli altri sono morti alla fine della prima parte, noi ci faremo trovare dai Nazi dello spazio con il grano pre tagliato, poi gli facciamo un culo così a questi e usiamo il grano come moneta di scambio. Quindi il grano che a fatica riusciremmo normalmente a tagliare in tre mesi, abbiamo tempo tre giorni per fare di tutta la spiga un fascio!
Da qui partono trentacinque e passa minuti di canti, balli, gente che taglia il grano sudando e mostrando i muscoli (però al rallentatore) e soprattutto, la scena delle confessioni, che è una dei momenti più ridicoli dell’intera filmografia di Snyder. Attacca Titus (Djimon Hounsou) con i suoi trascorsi da generale e il flashback su come ha fatto trucidare in modo ridicolo i suoi uomini, tutto raccontato con l’enfasi tipica di Snyder quindi involontariamente comica, come la trovata del bicchiere d’acqua spacciato per alcool (sigh!) e a ruota, il virus della confessione attorno al tavolo che coglie tutti i personaggi, i cazzutissimi guerrieri di Snyder che si rivelano uno più pirla dell’altro, però raccontati con un’enfasi immotivata da parodia.
Parliamo del passato tragico (già anticipato diverse volte nei tanti flashback della prima parte) della protagonista, che spara in faccia ad un personaggio che con quella parrucca in testa, risulta davvero impossibile prendere sul serio, ma la mia preferita resta la spadaccina con il braccio bionico impersonata da Doona Bae, il cui dramma stringendo, consiste nell’essersi tagliata da sola il braccio. Che è un po’ il METAFORONE di noi spettatori (e del mio maledetto senso del dovere) che ci hanno portato a vedere volontariamente “Rebel Moon – Parte 2”. Però non è il braccio quello che ci siamo tagliati noi.
Il battaglione in odore di arditi! Armatevi e partite! Che non può mancare mai con Zack Snyder di mezzo, crea più noia che vera ammirazione, ribadisco, l’occhio per le immagini al ragazzo non manca, ma anche l’enorme nave spaziale che si ribalta, mi è sembrata solo una versione patinata di qualcosa che George Lucas aveva già fatto in Episodio III e parliamo di George Lucas, uno che non ha mai avuto tutta questa gran voglia di dirigere e per anni, lo ha felicemente lasciato fare ad altri.
“Rebel Moon – Parte 2 – la sfregiatrice” è la seconda parte di un (doppio) film inutile che mette in chiaro quanto Snyder sia solo un sopravvalutato megalomane, con un certo gusto per l’estetica e le immagini efficaci, non l’ho mai negato questo, ma schiavo del personaggio che si è creato, perché tanto ha già dichiarato che la “Director’s cut” da sei ore di “Rebel Moon”, ah beh quello si che sarà il capolavoro che LORO mi hanno impedito di fare!
Ve lo dico io? Zacky Zack è più furbo che bello, con la stessa minestra insapore e riscaldata non solo ha venduto tre soggetti a Netflix, ma continua a far parlare, per fortuna o almeno ci prova. Per fortuna non ho lasciato un centesimo o un click a lui oppure alla piattaforma, ho solo tenuto fede al mio maledetto senso di responsabilità, mi giravano le palle ci fosse un buco nei miei tre backup. Non conformità risolta!
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