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Red Sparrow (2018): bionda denuclearizzata

Sapete che vi dico? Io Jennifer Lawrence non la capisco proprio, fin dai tempi di “Un gelido inverno” (Winter’s Bone, 2010), non ho capito che santi avesse in paradiso questa ragazza, cioè posso anche immaginarlo, ma preferisco non aprire questo vaso di Pandora.

Quello che non capisco è come mai lei sia arrivata a diventare una personalità in grado di fare notizia con qualunque cosa faccia o dica, anche frasi completamente idiote, come dichiarare di aver mollato l’ultimo film di Pitì Anderson dopo tre minuti. Ah, perché invece, questo “Red Sparrow” è bello? Per sopravvivere ai 139 minuti di questo pallosissimo film, mi sono dovuto prendere a schiaffi in faccia e parliamo di una storia di spie, dove una super agente fatta a forma di JLaw, viene addestrata per uccidere e sedurre uomini, in una scuola di super agenti sovietiche addestrate ad usare la fellatio come arma letale definitiva. Cioè gente, ti devi anche impegnare per annoiare la gente con roba così!

Il dettaglio che hanno notato TUTTI è che la nostra Jennifer sia passata da essere la ragazza dal pennuto fiammeggiante di quella palla di “Hunger Games”, al passero rosso di questo film, le battute sono fin troppo facili e sono sicuro che Sigmund Freud avrebbe qualcosa da dire in merito, considerato che sia la saga di “Hunger Games” che questo film riuniscono la coppia Lawrence & Lawrence (Jennifer a recitare e Francis a dirigere) e la sua trama, è chiaro che il titolo si venda da solo: “La ragazzina di Hunger Games è diventata grande”. L’equivalente cinematografico di quando tante pop star passano dalla fase “Disney” alla fase “Lecca martelli”, insomma una tappa obbligata.

Per gli americani questi sono “selling point”, io di solito uso un altro nome, ma vabbè.

Posso dirla male a costo di risultare brutale? Ogni volta che vedo Jennifer Lawrence mi viene la malinconia. Ok, fatemi argomentare, io mi rendo conto che qualunque maschio eterosessuale occidentale, quando vede JLaw ha altre reazioni, nulla da dire, è una bellissima ragazza, nell’ultimo X-Men ha offerto un’interpretazione memorabile che metteva in chiaro perché ha tutto questo riscontro di pubblico.

Ma ogni volta che la guardo, vedo una ragazzona burrosa quanto volete con una faccia da ragazzina scazzata che mi sembra reale solo nel numero infinito di gaffe che caratterizzano il suo personaggio, una che vola piantando una culata durante la cerimonia degli Oscar, una ragazzona goffa e tutto sommato simpatica, anche nel suo sciorinare parolacce come un camionista durante le interviste, a cui viene chiesto di fare la bomba sexy a tutti i costi, accumulando sulla strada anche film clamorosamente brutti, pur di portare avanti la causa della strappona. Una specie di Angelina Jolie 2.0 quasi suo malgrado, poi caruccia quanto volete, ma questo è quello che vedo.

… anche se mi rendo conto che le cose da guardare sarebbero altre, ecco.

Sensazione confermata dal fatto che l’unico suo film in carriera dove mi ha davvero convinto, è quello in cui le è stato chiesto di riempire lo schermo con la sua bellezza, senza dover fare per forza la tosta Femme Fatale, mi riferisco al bellissimo (e mattissimo) Madre! Pellicola che è andata così così, ha sollevato un mare di polemiche, a mio avviso inutili, attirandosi critiche immeritate. Un errore di percorso che JLaw e il suo ufficio stampa hanno dovuto cancellare con un’operazione a tavolino pensata per rimettere subito in carreggiata la carriera della bionda. Proprio per questo “Red Sparrow” risulta annoino e malgrado l’alto contenuto sessuale, praticamente innocuo, citando Douglas Adams. Dopo questa lunga premessa, un po’ di musica a tema!

Non ho letto il romanzo da cui il film è stato tratto, “Nome in codice: Diva” di Jason Matthews, ma siccome conosco i tipi giusti ho avuto modo di approfondire. Matthews è un ex analista della CIA, che si è dedicato alla scrittura durante la pensione, seguendo l’adagio “Scrivi di quello che conosci” Matthews si è specializzato in romanzi sulle spie, ma dimenticate l’azione alla James Bond, perché la vita della spia può essere tutta una lunga (e noiosa) attesa ed ecco perché i suoi libri e questo film sono un infinito chiacchierare del più e del meno, con qualche passaggio torbido, perché se vuoi risultare credibile sotto copertura, dovrai anche abbassarti a fare cose moralmente dubbie.

Quello che succede a Dominika Egorova (JLaw), una ballerina del Bolshoi che dopo essersi giocata un ginocchio durante uno spettacolo, perde la possibilità economica di mantenere la madre malata, un dettaglio che nel film ci verrà ripetuto non una, non due, ma ben tre volte, giusto per farvi capire davanti a che razza di sceneggiatura ci troviamo.

«Ti ho già raccontato della mia mamma che è così tanto malata?»

La nostra Dominika, per fortuna, ha uno zio che è un vero patriota, o per lo meno, un patriota russo per come potrebbe essere inteso in un film americano, quindi un enorme bastardo che propone alla ragazza un’ideona: “Che ne dici di sedurre un politico per sostituirgli il cellulare?”. Ma le cose vanno velocemente in merda, quando il vecchio porco mangia la foglia e quasi violenta Dominika, salvata dal tremendo atto da un misterioso strangolatore che uccide il politico, ma rende la ragazza unica testimone di un omicidio di Stato.

Trovo significativo che per la parte dello zio dalle splendide idee, il russo bastardo di un film americano, sia stato scelto Matthias Schoenaerts, una specie di sosia più giovane di Vladimir Putin. Ora aspetto la risposta americana, con il cattivo con la cravatta rossa e il parrucchino arancione in testa.

«Nego ogni somiglianza con il grande Vladimiro primo ed unico, Zar di tutte le russie, sempre sia lodato»

Ma zio Putin Matthias Schoenaerts ha un’altra gran idea (oh zio! Così ti vengono eh? Pum pum!): «Perché non vai a nasconderti tra le fila dei super agenti segreti russi addestrati per sedurre e uccidere noti come “Sparrow”», nome che ovviamente il doppiaggio italiota decide di non tradurre, un po’ perché compare sulla locandina, un po’ perché «Tanto si capisce, sono tutti fanatici di Jack Sparrow!».

Qui inizia la parte che dovrebbe essere più interessante e morbosa, ma anche la più assurda del film. JLaw viene affidata ad una Charlotte Rampling senza voglia, costretta a ripetere frasi di propaganda che sarebbero imbarazzanti se pronunciati da Natasha Fatale in un episodio di Rocky e Bullwinkle, figuriamoci in questo contesto.

Ci manca solo che dica “Ordigno fine di mondo”, poi è fatta.

Questa porzione di film mi ha fatto riflettere, dovrebbe essere quella in cui Dominika impara che il suo corpo femminile potrebbe essere l’arma di distrazione di massa definitiva, peccato che Francis Lawrence sottolinei ogni passaggio con il pennarellone a punta grossa, tutti questi ragazzi e ragazze che guardano video porno per apprendere tutte le forme di arti amatorie, sono un modo grossolano di far arrivare, anche all’ultimo spettatore che dorme in sala quanto questi brutti russi cattivi e perversi siano pronti a rovinare le nuove generazioni per i loro loschi scopi. Oh ragazzi! Ma Hollywood quanto la stava aspettando il ritorno della tensione USA-Russia? Sembrava tutto finito con Rocky che batte Ivan Drago, invece gente… Siamo tornati, è di nuovo guerra fredda!

La cosa che ho trovato assurda è che tutta questa porzione di film, mi abbia costantemente fatto pensare ad “Hunger Games” solo con Charlotte Rampling al posto di Elizabeth Banks e le chiacchiere sul sesso al posto di arco e frecce.

Sono solo io, oppure mi sembra di stare guardando sempre lo stesso film?

A dirla proprio tutta, la ballerina russa che diventa una super spia, letale e sexy, oh ma qualcuno ha avvisato Scarlett Johansson che Jennifer Lawrence le ha scippato il ruolo di Vedova Nera, in quel film che la Marvel si guarda bene dal mettere in cantiere sul personaggio?

Ballerina, spia e russa, con buona pace di Natasha Romanoff.

La trama si perde in una sottotrama che coinvolge una spia, che sembra infilata dentro solo per poter dire a tutti che questo film è come “Tinker tailor soldier spy” (La spia, 2011) solo con Jlaw al posto di Gary Oldman, peccato che agli stessi protagonisti della sottotrama, non interessi quasi nulla del film, annoiati almeno quanto me di fronte a questa robetta.

«Se tu restassi, un giorno saresti presa dal rimorso. Non oggi, forse nemm…» , «Joel è un altro film questo»

Joel Edgerton, anche questa volta, si mette a disposizione della storia e della vera diva del film, gli va meglio perché almeno si strofina un po’ con la Lawrence che è comunque meglio che reggere il moccolo a Will Smith, ma il più scazzato di tutti è Jeremy Irons.

Geremia Ferroso, sarà che lo associo sempre ai film che ha fatto con Cronenberg, ma mi sembra sempre più Ludovico II di Baviera, in parti uguali regale ed annoiato, guarda tutti con l’aria di chi le ha già viste e recitare tutte, come a dire: “Non vi sputo perché vi pulisco, ma comunque un assegno fa comodo pure a me”. Con la sola presenza mi offre il migliore degli assist possibili per il punto che mi sta a cuore sottolineare.

Il nobile scazzo di Geremia Ferroso, sovrano decaduto ma sempre regale.

Questo film avrebbe richiesto qualcuno capace davvero di cavare fuori qualcosa da JLaw, un regista più carnale e sanguigno di un Francis Lawrence, uno che ha diretto quella schifezza di “Io sono leggenda” (2007) e che non si sa perché proprio per questo non sia stato spedito in esilio in qualche isola lontana, ma invece viene ancora chiamato a dirigere queste operazioni fatte a tavolino senz’anima.

L’unico momento che contribuirà a far sì che “Red Sparrow” non verrà dimenticato nel giro di una settimana, è la scena di quasi-nudo-integrale-ma-anche-no di JLaw, che arriva in un film dove per tre volte di fila, la svolta chiave è che la protagonista stia per essere stuprata, ma riesca sempre a salvarsi all’ultimo secondo. Gente se questo è il film con cui un Diva cerca di riprendersi dopo un film andato male, io preferisco, dieci, cento, mille volte i Madre! di questo mondo, ma tutta la vita proprio.

«Chissà se ho ancora il numero di telefono di Aronofsky?»

Sì, perché vuoi mettere il sesso in una storia? Allora benedetti figlioli, assicuratevi di sapere come utilizzare la materia, se vuoi fare una spia sexy che utilizza la sua sessualità esplicita come arma, dovresti andare prima a rivederti tutti i film della filmografia di Paul Verhoeven, uno che ha elevato lo scavare nel torbido ad arte, ma anche un enorme cultore dell’altra metà del cielo.

Questa roba qui che sostituisce le chiacchiere e qualche scena finto pruriginosa all’azione? La brutta copia di Atomica Bionda, in cui JLaw prende clamorosi schiaffoni sul coppino, perché Charlize Theron potrebbe essere la zia della Lawrence, ma a livelli di carisma sta lontana anni luce, più che “Atomica Bionda” questa roba sembra una bionda denuclearizzata.

Il premio di peggior imitazione di Charlize Theron va a…

Sepolto in precedenza lunedì 19 marzo 2018

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