Maltrattamenti sulle donne. Polizia corrotta. Empowerment femminile. Black Lives Matter e Blue Lives Matter. Uno qualunque di questi argomenti nel 2024 da trattare, rappresenta più o meno una bomba da disinnescare, Garth Ennis nella sua ultima fatica ha pensato bene di trattarli tutti insieme. BOOM!
Come ha fatto? Semplice, lo scrittore Nord Irlandese non ha paura di niente, perché se sei cresciuto a Belfast negli anni ’70, di che altro dovresti avere paura esattamente? Il personaggio che si è creato è uno talmente con la schiena dritta che può permettersi di affrontare tutto, anche perché in “Ribbon queen” non ha perso di vista l’obbiettivo principale: scrivere una buona storia Horror.
Nuovamente al lavoro con il disegnatore Jacen Burrows, si riforma la coppia che mi ha fatto venire gli incubi sulle pagine di “Crossed”, anche se questa volta mi è andata un po’ meglio, l’agente di polizia donna (e per di più di origini orientali) Amy, si ritrova a pestare una bella cacca: le teste di cuoio della squadra d’assalto sono riusciti a salvare l’ultima vittima del serial killer, ma il capo del commando, l’agente irlandese Connoly ha sviluppato un’ossessione per la bionda Ostaggio salvata. Una richiesta di attenzioni fuori luogo, che la biondina ovviamente rifiuta, aprendo così la porta ad una forza antica, invocata fin dall’antichità perché le donne potessero rifarsi dei torti patiti per mano degli uomini.
L’agente di polizia Amy finisce così a muoversi attraverso un mondo in cui, per un motivo o per l’altro, risulta sempre fuori luogo, da una parte ci sono gli agenti di polizia di tradizione irlandese, incazzati ehm, neri con i movimenti come “Black Lives Matter” che a loro detta legano loro le mani, dall’altra una potenza sovrannaturale, in grado si sfilettare gli uomini che alzano un dito contro una donna. Avete presente quando infili i fogli nel trita documenti da ufficio? Stessa cosa, però con i dettagliatissimi disegni di Jacen Burrows che sono una manuale di anatomia umana.
Non solo Garth Ennis riesce a creare le regole della sua “regina dei nastri” fornendoci tutte le informazioni senza perdersi in spiegoni, ma riesce abilmente a muoversi tra tutti i temi più caldi del 2024, semplicemente facendo di Amy un personaggio con la sua stessa filosofia.
In tanti hanno provato a capire le posizioni politiche di Ennis partendo dai suoi lavori, la sensazione è di uno che ama le storie di guerra, le armi e l’esercito, ma non per i motivi malinconici per cui lo fanno tanti conservatori. Allo stesso tempo sembra uno che con il suo approccio iconoclasta, verrebbe da equiparare ai liberali (e tanti suoi parerei su certi presidenti americani sembrano una conferma), salvo non amare l’approccio “molle” con cui molti liberali protestano, insomma, non so se è un buon riassunto di Ennis, sicuramente è un buon riassunto per Amy, come la definisci una così, di sinistra o di destra? Io al definisco realistica perché per fortuna la vita non funziona come le curve calcistiche.
Per questo la poliziotta è inorridita dal potere della “regina dei nastri”, paragonata alla decisione di sganciare la bomba atomica, ma in quanto donna, di origini orientali e poliziotta tra i poliziotti di origine irlandese (quando li paragona ai “Black ad Tans” da fanatico di storia irlandese ho esultato, storia vera) un po’ quel potere gli fa anche gola, come a qualunque donna in questa società mi verrebbe da dire.
Per questo “Ribbon queen” funziona, perché ha molto da dire, in maniera intelligente e non si dimentica di usare il genere come supporto ad una tesi, insomma, niente traumi e incubi come per il primo volume di “Crossed”, ma come sempre i nomi di Ennis e Burrows sono una sicurezza.
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