Questa volta Netflix ci ha concesso la grazia, niente “spezzatino” di stagione, niente divisione in “Parte 1” e “Parte 2”. Non so se i capoccioni della casa della “N” rossa abbiano capito la lezione o se semplicemente, Rick & Morty abbia perso un po’ di popolarità, poco male, se non altro ho potuto guardarmi tutte le puntate a breve distanza l’una dall’altra.
Primo elefante in mezzo alla stanza da affrontare: l’allontanamento di Justin Roiland dalla serie. La storia la conoscete, per via di trascorsi personali, uno dei due creatori della serie è stato punito anche professionalmente, con lui sono sparite anche le voci originali di Rick, Morty, una serie di personaggi di contorno e di Korvo dei Solar Opposites, anche se lì se la sono cavata molto bene, con una gag riuscita hanno cambiato doppiatore mandando a segno una stagione molto riuscita, con tanto di sfizioso episodio di San Valentino fondamentale per il futuro della serie.
Qui invece la strategia è stata differente, nessuna gag per giustificare il cambio di voce dei due titolari, ma a bordo sono arrivati Ian Cardoni a doppiare Rick e Harry Belden per Morty, risultato? Quasi non mi accorgevo della differenza se non fosse stato per i titoli di coda della puntata. Facendo moooolta attenzione la differenza si nota, anche perché Cardoni su Rick non si lancia in tutti i peti e rutti che invece erano comunque parte dello stile di Roiland di doppiare il personaggio, però a livello di timbro vocale la somiglianza è incredibile, ma sa avete sempre seguito questa serie doppiata in italiano, per voi questo sarà un non-problema, parliamo piuttosto degli episodi.
La settima stagione risulta altalenante, ha puntate buone, una buonissima e almeno tre che non esisto a definire geniali o addirittura fondamentali al netto dello sviluppo di personaggi e trama. Quindi per quanto mi riguarda il bilancio è ancora positivo, anche perché sta rinvenendo forte in acqua quattro una delle sceneggiatrici della squadra dei creativi dietro alla serie, mi riferisco a Heather Anne Campbell, che qui firma un paio degli epiosdi più brillanti in assoluto, ma vediamoli nel dettaglio!
7×01 – How Poopy Got His Poop Back (Benvenuto in Paradiso)
Una sorta di “Notte da leoni” tra amici, per cercare di far passare la depressione da separazione a Mr. Buchettoperpopò, che si risolve in una festaccia nera con Hugh Jackman, un Predator e un finale “svamporizzante” che si prende gioco di tutte le quelle storia con gruppi di amici. Non il più brillante episodio di sempre, ma pieno di trovate matte molto diverenti.
7×02 – The Jerrick Trap (Jerricky in trappola)
Ad un certo punto ho pensato fosse un modo per confondere le acque riguarda alla nuova voce di Rick, visto che in questa puntata si mescola il cervello con Jerry, diventando un essere nuovo dalla doppia voce, siamo ancora in fase di riscaldamento, però la follia delle trovate regna.
7×03 – Air Force Wong
Tornano l’analista di Rick, la dottoressa Wong (Susan Sarandon), lo spassoso presidente degli Stati Uniti con il vocione di Keith David ma soprattutto torna uno dei personaggi chiave per lo sviluppo dell’alcolizzato scienziato, la coscienza condivisa nota come Unity (doppiata dalla vocina di Christina Hendricks), quindi con lei di mezzo già sapete come finirà: un’altra invasione con l’intera popolazione assimilata, che più che altro è un modo per Rick per iniziare ad affrontare i suoi demoni, un tema chiave per tutta la stagione.
7×04 – That’s Amorte
Questa rientrerà con tutti i diritti tra le migliori puntate della serie. Dietro alla serata spaghetatta di Rick si nasconde un oscuro segreto, perché i suoi spaghetti sono così squisiti? Per risolvere il suo dilemma morale e il mistero, Morty scatenerà un effetto valanga costituito da un’infilata clamorosa di trovate geniali, tutte rivolte alla narrazione. Heather Anne Campbell crea un mondo, ne rivoluzione l’economia e poi lo manda al collasso, ma il colpo di genio è sempre un asso nella manica del camice di Rick, una scena finale che mi ha ricordato una delle più toccanti di La fuga di Logan, dimostrazione che prima dell’animazione, dei rutti e delle soluzioni politicamente scorrette, “Rick & Morty” resta una gran serie di fantascienza, irriverente quanto volete, ma sempre di fantascienza stiamo parlando.
7×05 – Morty lo spietato (Unmortricken)
Questa è la puntata che non mi aspettavo, o per lo meno, non qui, non a metà della settima stagione. Altre serie con meno idee si sarebbero giocate prima lo scontro finale contro il temibile Rick Prime, responsabile della morte di Diane, l’amata moglie di Rick, cancellata per sempre da ogni piano della realtà. Altrove sarebbe stato il finale di serie, l’ultima puntata della stagione dieci.
“Rick & Morty” se la gioca così, quasi a sorpresa, mettendo in chiaro l’importanza di un altro personaggio come il Morty malvagio, dando così spessore alla mia teoria sul finale della serie, la sto formulando, ma a grandi linee prevede che Morty sia Rick, un giorno ve la spiegherò meglio. Un episodio incredibile in cui si fanno i conti con la vendetta, il suo lascito e soprattutto, quello che resta dopo. Tutta la serie ruota attorno a questo “Fixed point in time” (cit.)
7×06 – Rick and Morty, prossima fermata: paradiso (Rickfending Your Mort)
La presa per i fondelli di “Rick & Morty” all’ossessione di tanti telefilm per la puntata fatta con gli spezzoni, solo che qui gli spezzoni sono frutto dell’intervento dell’Osservatore, membro di una super razza aliena che supervisiona tutto quello che accade. Puntata divertente e ritmata, ma non una delle migliori, anche se la battuta su Rick che ha ucciso i Rick & Morty di Space Jam, perché glielo hanno chiesto, perché stavano soffrendo, mi ha fatto davvero molto ridere (storia vera).
7×07 – Wet Kuat Amortican Summer
Da quando ho visto questa puntata, non faccio altro che utilizzare ogni occasione utile per citare Quato-Morty dicendo: «Aaaaaaaaapriiii la menteeeeeeee!». Una scemenza di episodio, ma basare tutta una puntata su un personaggio di Atto di Forza, mette in chiaro perché io vada pazzo per questa serie.
7×08 – Il destino dei Numericoni: Il film (Rise of the Numbericons: The Movie)
A proposito di sotto trame portate all’estremo, un intero episodio dedicato alla versione aliena di Ice-T, spassoso, ma non regge il passo con la trovata di Solar Opposites, la serie nella serie, ovvero la bacheca, anche se l’ispirazione mi sembra un po’ la stessa.
7×09 – Mort: Ragnarick
Come riassumere il genio: nell’aldilà esiste una quantità di energia infinita, per raggiungerla però bisogna morire in battaglia, lottando con un mortale nemico (per Rick, il Bigfoot), risorgere nel Valhalla, raggirare i vichinghi facendo credere loro di essere Odino e sperare che il Papa non si intrometta. Vi basta tutto questo? No? Allora metteteci anche la citazione finale a Bigfoot e i suoi amici, episodio MI-TI-CO!
7×10 – Fear no Mort
Dopo aver passato una stagione a gettare i semi per l’evoluzione dei personaggi, questo episodio finale è la perfetta conclusione, anche di qualche arco narrativo. Una premessa quasi da film di Lynch: nel bagno degli uomini di un ristorante della catena Denny’s si trova un buco, chi avrà il coraggio di saltarci dentro, avrà l’occasione di affrontare la sua più grande paura. Semplice no? Ecco no, perché per Rick & Morty il salto diventerà un incubo, dentro un incubo, dentro altre cinque o sei incubi.
Non solo “Fear no Mort” è un gioiello, uno degli episodi più riusciti della serie, ma un momento chiave per l’evoluzione dei personaggi, le prossime tre stagioni (già annunciate), dovranno tenere conto di questi sviluppi e di una stagione, la settima, in cui la serie ha assimilato il colpo della perdita di Justin Roiland, ma ha dimostrato di avere un piano a lungo termine e ancora più idee di molte altre serie in circolazione, ora vediamo se la mia teoria sul finale si rivelerà corretta, ho tempo altre tre stagioni per formularla come si deve.
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