Nessuno ha mai davvero voglia di vedere un brutto film, figuriamoci uno diretto da un regista degno di stima, il film di oggi, poi, è diventato tristemente famoso per ragioni ben peggiori della sua manifesta bruttezza, bentornati alla rubrica… John McTiernan had a gun!
Se voi venite da me e mi gridate fortissimo “NORMAN JEWISON!!” io ancora più forte vi rispondo ROLLERBALL! Ed, evidentemente, non solo io, visto che per il suo secondo remake in carriera, John McTiernan sceglie di pescare nuovamente dalla filmografia di Norman Jewison, deve averci preso gusto dopo essere riuscito a mandare a segno Gioco a due.
Non sarebbe niente male chiedere a McTiernan delucidazioni su questa scelta, Norman Jewison è uno che in carriera ha diretto grandi successi di critica e pubblico, roba su commissione, ma anche titoli con uno smaccato gusto per la critica sociale e l’impegno civile, peccato che non esista nessun tipo di materiale su McTiernan ed ogni volta che qualcuno lo intervista, si finisce a parlare delle stesse cose, o al massimo qualche suo (ammettiamolo) strampalato commento su Mad Max: Fury road, che non fa altro che accrescere la brutta fama del nostro John.
Brutta fama cominciata proprio con questo film, perché se Il 13° Guerriero è un buon film di genere, uscito fuori da una post produzione disgraziata, il remake di “Rollerball” è un indifendibile disastro, per usare un largo giro di parole.
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McTiernan spiega la teoria delle api e dei fiori a Rebecca Romijn. |
Nessuno parla volentieri di un film costato 70 milioni di ex presidenti defunti stampati su carta verde, che è stato capace di portarne a casa appena 18, l’unica costante è che quasi tutti puntano il dito contro McTiernan che, anche per via dei suoi casini personali, sembra il capro espiatorio ideale. Ma andiamo per gradi.
MGM e i produttori intervistati sono tutti pronti a giurare e spergiurare che la sceneggiatura originale di Larry Ferguson (Caccia ad Ottobre rosso e Alien3) fosse un capolavoro ben superiore al film originale del 1975, ma questa è la parte facile, no? McTiernan non è del tutto convinto, però ha un’idea precisa in merito: il pubblico è interessato alle partite di Rollerball (e su questo sono molto d’accordo), le parti migliori del film di Jewison sono proprio quelle che si svolgono sul campo da gioco.
Il film consegnato da McTiernan pare che fosse molto violento, si parla di primi piani su denti che volano via dalla bocca dei giocatori colpiti, braccia spezzate, crani rotti, anche la scena di sesso tra Aurora e Jonathan era molto più lunga, se non altro Rebecca Romijn compariva in topless e non con una pudica ombra aggiunta in CGI a coprire i due “Roberti” (citando Giorgio Faletti), come accade nella versione definitiva del film.
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Quest censura è stata gentilmente offerta dal PG-13. |
Il film rischia la grande “R” del vietato ai minori, i produttori Charles Roven e Beau St. Clair scuotono la testa e fanno partire le forbici in fase di montaggio, una trama già povera e non apprezzata dal regista, subisce ulteriori maltrattamenti, infatti il risultato finale è una delle cose più brutte che io abbia avuto la sfortuna di vedere in vita mia.
Non so quale istinto di auto conservazione mi salvò dall’andare a vedere questo film in sala nel 2002, però, ho buttato dei soldi per il noleggiarlo. Di quella visione ricordo solo la presenza di Rebecca Romijn, il fatto che nel cast si fosse un tamarrissimo (anche più del solito) LL Cool J, ma beccami gallina se mi ricordo chi fosse l’attore protagonista.
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Something like a phenomenon (ma anche no!) |
In compenso, ricordavo benissimo due cose: la prima è la totale assenza dell’elemento fantascientifico e ancora peggio della critica sociale dalla pellicola (gulp!), la seconda cosa è il verde. Il verde, ricordo una scena infinitamente lunga tutta verde, tanto che allora pensai che ci fosse un problema sul nastro della VHS noleggiata (storia vera!). Ho deciso di rivedere il film per amore di completezza nei confronti di questa mia mini retrospettiva su McTiernan, posso confermare due cose: la scena verde NON era un problema della VHS e sì, il film è anche peggio di come lo ricordavo.
Jonathan Cross (Chris Klein… Chiiiii!?!) è un fanatico del rischio che non riesce a sfondare nell’Hockey professionistico, lo sappiamo perché ce lo dice lui dopo che il suo compare Marcus Ridley (LL Cool J) lo salva dalla polizia, durante una gara illegale sdraiato su uno skateboard giù per le discese di San Francisco, una roba diretta bene se non fosse per almeno una scena in cui la CGI grossolana si nota.
Markus suggerisce all’amico di buttarsi sul Rollerball, lì si che si fanno i soldi veri, certo c’è da fare a botte, ma si fa la bella vita in qualche generico Paese esotico dove questo violento gioco passa addirittura sulle tv locali. Boom! Comodo Flashforward di quattro mesi e Jonathan viene invocato (sul coro di “Jon-A-Ton! Jon-A-Ton!” scritto così giuro) ed idolatrato come il più grande giocatore di Rollerball della storia, in quattro mesi? Ok, che il ricambio di giocatori (causa morte) è veloce, ma qui si sputa sulla decennale carriera del Jonathan E di James Caan.
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Un brutto caso di epistassi fulminante. |
Tra le file dei Red Horsemen, oltre a Jon-A-Ton e Marcus, c’è anche la motociclista mascherata Aurora (Rebecca Romijn nel pieno del successo del primo X-Men), le regole del gioco sono quasi le stesse pensate del film del 1975, la differenza è che prima di poter provare a segnare, il giocatore deve passare in un tunnel in plastica sopraelevato (utilità del gesto? Da capire) e farsi un giro nella metà campo avversaria, solo allora potrà lanciare la sfera contro un grosso piatto in ferro, che se colpito con la giusta forza, attiva dei fuochi d’artificio che validano il goal. M’immagino il povero Cristo che deve sostituire i fuochi d’artificio bruciati dopo ogni punto segnato, che lavoro ingrato.
Se il Rollerball di Norman Jewison somigliava anche nel look alla pallacanestro dei tempi degli scontri tra i Lakers di Magic Johnson e i Celtics di Larry Bird, il gioco mostrato da McTiernan in questo gioco invece sembra… Il Wrestling, se vi scappa una FACCIAPALMO, questo è il momento giusto.
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Da un momento all’altro potrebbero spuntare John Cena e Rey Mysterio. |
L’idea di McTiernan, è quella di un gioco violento ed estremo visivamente, questo spiega perché i giocatori hanno (quasi) tutti un soprannome, delle maschere e vengono presentati uno ad uno in base alla nazionalità, una scelta che li rende più simili ai personaggi dei picchiaduro tipo “Street Fighter” che a giocatori professionisti.
Ecco perchè attorno al campo da gioco ci sono gruppi rock impegnati a suonare e la colonna sonora sembra scelta da un adolescente dei tardi anni ’90 mettendo a caso tra i pezzi “Metal” (virgolette obbligatorie) che passavano allora su EMME tivì: Alcuni dei P.O.D. e altri di Rob Zombie, però cantata in playback dalla pop star Pink, riuscite a pensare ad un connubio più di cattivo gusto di questo? Forse solo Marco Masini che canta gli Slayer. Compaiono anche gli Slipknot, ma il brutto montaggio non maschera il fatto che siano scene di repertorio di un loro concerto infilate a sbuffo nel film, avete capito, maschera, Slipknot, vabbè lasciamo perdere.
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Il vero problema sarà quando Rob Zombie le restituirà la cortesia. |
In compenso, le partite di Rollerball, sono confusionarie, il montaggio è talmente frenetico e mal fatto che non si capisce davvero nulla di cosa sta accadendo in campo ed è impossibile seguire il punteggio della partita, non aiuta nemmeno un commentatore bipolare, che prima si esalta per i colpi illegali sul campo e un attimo dopo si dispera perché il gioco è davvero troppo violento (storia vera!)
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«Fantastico! Un colpo violentissimo! Oddio non posso guardare!» |
Ma le parti peggiori (ancora di più) del film sono quelle fuori dal campo, i Paesi che ospitano il circo itinerante del Rollerball, sono mostrati in modo approssimativo e al limite dello stereotipo razziale, una sottotrama presto dimenticata vuole che i locali tacciano ai giocatori di una scomoda verità, che in realtà tutti conoscono: le partite sono truccate, perché se i giocatori muoiono sul campo, l’audience sale.
Ma la mia sottotrama preferita è quella dei minatori pronti allo sciopero: in ogni Paese visitato (Mongolia, emirati arabi e Kazakhstan), c’è sempre un gruppo di minatori in rivolta, la cosa curiosa è che sono sempre gli stessi! Come se a seguire il tour anzichè fan e groupie urlanti, ci sia sempre lo stesso manipolo di minatori scioperanti!
Insomma, la fantascienza non c’è, la critica sociale ancora meno e le partite in campo sono uno schifo, in compenso, gli attori sono davvero poca cosa, LL Cool J è quello che ci crede meno di tutti e dopo un’ora e mezza di film, ancora non avevo capito chi fosse l’attore protagonista, sono dovuto andare a controllare, Chris Klein, famoso per la serie di film “American Pie”, un minchietta carisma leso che non allaccia nemmeno i pattini a rotelle a James Caan!
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«Ragazzo, sei una pippa a recitare, fattene una ragione» |
Quella che recita meglio è Rebecca Romijn anche se passa il tempo a fare il dito medio a tutti (anche al suo agente che gli ha proposto questo film) e a cercare di rendere credibile il fatto che il suo personaggio sfigurato, ha giusto una cicatrice su un occhio, per di più piccola, non ho potuto fare a meno di pensare ad Hansel sfigurato in “Zoolander 2” (storia vera).
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Sfigurata, devastata, davvero inguardabile (See vabbè!) |
A questo aggiungete Naveen Andrews, il Sayid di LOST e Jean Reno, seconda scelta chiamato a sostituire Nicolas Cage, ma che recita sopra le righe come il nipote di Francis Ford Coppola e il disastro è completo.
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«Puccettone, allora me lo spieghi come finiva quella tua serie sull’isoletta adesso?» |
La famosa “Scena verde” c’è, non era frutto dei miei ricordi o di un nastro di VHS rovinato, ad un certo punto, McTiernan decide di dirigere il tentativo di fuga in moto dei protagonisti, con un filtro colore verde sparato al massimo, non so se l’idea era quello di scimmiottare un visore notturno, quello che ho pensato è che il nostro Johnny volesse farsi licenziare a allora ha detto “Fanculo ora la faccio tutta verde ‘sta scena!”, non ho altre spiegazioni.
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«Vedo solo montagne verdi» , «Chi sei Marcella Bella?» |
Aggiungo solo che l’apice dello schifo di questa scena è il montaggio sonoro, non riesco a trovare una parola migliore di imbarazzante, vi dico solo che per sottolineare la caduta della motocicletta, si sente il classico “SDENG!”, avete presente il rumore che fanno le molle nei cartoni animati? Ecco, quello, no sul serio, non fatemi continuare.
Potrei continuare ore a demolire ogni singola scena del film, è fin troppo facile, ci sono passaggi tragicomici che mi piange il cuore associati un grande come McTiernan, ma il disastro vero non si limita ad una macchia in una bella filmografia, purtroppo le cose sono andate ancora peggio di così.
Il 16 Febbraio del 2006 McTiernan riceve una telefonata nella sua cada di Dayton nel Wyoming, solo a casa durante la cena di ritorno da un viaggio in Thailandia, il nostro risponde e un agente dell’FBI gli fa domande sul suo rapporto con l’investigatore privato Anthony Pellicano, che McTiernan ha assoldato svariate volte per sorvegliare l’ex moglie del regista durante la loro causa di divorzio, ma anche per tenere d’occhio Charles Roven il produttore di “Rollerball” che secondo McTiernan ha ostacolato il suo lavoro sul set.
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Anthony Pellicano in una foto del 2003. |
L’agente chiede se ha avuto contatti con Pellicano una sola volta, «Quella volta» dice, anche se non è chiaro a quale si riferisca, McTiernan dice di sì, ma non sa che nel frattempo Pellicano è sotto inchiesta per i suoi metodi poco ortodossi ed avendo lavorato per numerosi divi di Hollywood, a sua detta, in possesso di informazioni con cui potrebbe rovinare parecchie carriere.
Quando l’FBI scopre che McTiernan e Pellicano hanno lavorato insieme più di «Quella volta» accusano il regista di falsa testimonianza e siccome ha già iniziato a piovere, arriva anche la grandine, McTiernan si dichiara colpevole, poi su consiglio dei legali ritratta e fa ricorso, il che, secondo l’FBI, è più che sufficiente per beccarsi una seconda accusa di falsa testimonianza che fa lievitare le pena.
Dal 2006 al 2012 il processo diventa un complicato batti e ribatti procedurale, la difesa di McTiernan sostiene che la telefonata è stata male interpretata, i vari ricorsi vengono rigettati compreso quello della Corte Suprema.
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McTiernan e l’avvocato John Carlton, fuori dal Roybal Federal Building di Los Angeles, il 17 Aprile 2006. |
Nel 2008, Anthony Pellicano venne giudicato colpevole di intercettazioni illegali e associazione a delinquere, condannato a 15 anni di carcere, ad oggi è ancora il detenuto numero 21568/112 del Metropolitan Detention Centre di Los Angeles. John McTiernan dichiarato colpevole inizia la sua reclusione del carcere di minima sicurezza di Yankton in Sud Dakota il 3 Aprile del 2013, da cui è stato scarcerato 328 giorni dopo, il 26 febbraio 2014.
Questo il riassunto dei fatti ottenuto incrociando tutto il materiale che sono riuscito a trovare sull’argomento, mi sono fatto la mia idea in merito, voi, ovviamente, siete liberi di farvi la vostra, resta il fatto che pensare ad un remake capace di fare così tanti danni tutti insieme mi risulta anche complicato, il risultato finale è che cattive scelte e una grossa dose di sfiga ci hanno tolto uno dei migliori registi in circolazione, poi chiedetevi perché mal sopporto i remake.