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Sandman – Parte 2: Ora sapete cosa leggere, prima di andare a dormire…

Un essere
umano durante l’arco di tutta la sua vita, in media dorme 230.000 ore, circa 26
anni, la maggior parte dei quali passati a sognare, quindi i restanti 50 anni e
qualcosa (mal contati) che passate da svegli, tanto vale dedicarli a leggere
bei fumetti, no? Proprio per questo motivo continua la mia rilettura del capolavoro
di Neil Gaiman: “Sandman”.

I tre cicli di
storie che compongono la parte centrale dell’opera sono i più variegati, ma
anche quelli con cui il grande Neil ha saputo sperimentare maggiormente, se vi
siete persi la prima parte, trovate tutto QUI.
Il gioco della vita (numeri 32-37, 1991-1992)
In questo
ciclo di storie, così come nei successivi, il protagonista Sogno appare davvero
pochissimo, infatti in “A game of you” la protagonista è Barbie, che non è una
bambola di plastica della Mattel, ma una ragazza che da piccola faceva
costantemente sogni straordinari, nei quali era la principessa di un reame fatato
con amici immaginari altrettanto fantasiosi, ma crescendo Barbie ha smesso di
sognare, anche se i suoi amici immaginari onirici non si sono affatto
dimenticati di lei… Per una trama del genere lo zio Walt darebbe via due dita
di una mano, se non fosse incastrato in una capsula criogenica.
Barbie vive in
un palazzo di New York pieno di personaggi coloriti, ma per sua fortuna meno
molesti dei miei vicini. Ci sono le due ragazze omosessuali Hazel e Foxglove,
Wanda, un altissimo travestito (un giorno scoprirò se Leo Ortolani ha letto
Sandman prima di creare Cinzia Otherside), concludono il quadretto la pacata
Thessaly e l’inquietante George.



Siamo sicuri che Ortolani non sia un lettore di Sandman?
Il reame
creato nei sogni di Barbie è in pericolo, il misterioso Cuculo sta cercando di
distruggerlo imprigionando tutti gli abitanti, nel tentativo di salvarlo, uno di
loro viene spedito nel mondo reale per contattare la Principessa. Ora, io non vorrei scomodare quel fottutissimo quadrupede di Artax che
sprofonda nella paludi della tristezza ne “La Storia infinita”, ma la scena
dell’incontro tra Barbie e il suo vecchio amico di infanzia, è una delle cose più
tristi che mi sia capitato di leggere in vita via, ogni volta che mi ricapita di
leggere questa storia mi viene un magone grande grosso come tutta la pila di
fumetti di “Sandman”, consideratevi avvisati.



Artax ha rovinato almeno un paio di generazioni per sempre…
Barbie ricorda
tutto e si ritrova catapultata nel reame immaginario, da qui la storia si
svolge su due piani: quello onirico, in cui la principessa Barbie e i suoi
amichetti d’infanzia si mettono alla ricerca del cuculo e… Time Out Cassidy!
Non ci credo
di aver davvero scritto “la principessa Barbie e i suoi amichetti d’infanzia”,
guarda cosa è capace di farmi fare Neil Gaiman! Fine del time out.



No sul serio, voi questi quattro qui come lì descrivereste?
Il resto dello
scontro avviene nella realtà, il cuculo utilizza l’unico maschio del palazzo,
George, per cercare di uccidere l’addormentata Barbie e le sue amiche, Thessaly
si rivela essere una strega, interviene fermando l’assassino e facendosi
rivelare il suo piano, in una scena appena appena splatter…
Per effetto
del rituale lunare (e grondante sangue), Thessaly, Hazel e Foxglove raggiungono
Barbie nel mondo immaginario, purtroppo Wanda non può seguire le sue amiche,
perché la luna non accetta i possessori del cromosoma Y e qui Neil Gaiman
piazza la chiave di lettura vera di tutta la storia.
Morfeo arriva
soltanto nel finale della storia, a reclamare il reame onirico creato da
Barbie, il suo intervento risolve la situazione, ma il Dio dei sogni non è un
“Deus ex machina”, le quattro donne riusciranno a sconfiggere il cuculo
ritornando nel mondo reale, ma non senza un sacrificio.



Evito battutacce sui Chipmunks…
Questo ciclo si conclude con una bellissima storia, in cui Barbie fa visita al
paesino di provincia dove Wanda (anche se tutti si rifiutano di chiamarlo
così) è cresciuta, un racconto sulla diversità toccante e mai banale, che
chiude alla perfezione il ciclo di storie più dedicato alla lotta tra i sessi
di tutto “Sandman”. In compenso, molti dei personaggi di “A game of you”
torneranno, Hazel e Foxglove saranno personaggi chiave della miniserie dedicata
a Death, mentre Thessaly avrà un ruolo a dir poco fondamentale nelle vicende di
Morfeo, appena appena proprio.


Favole e riflessi (numeri 29-31, 38-40, 50, 1992-1993)
“Fables and
Reflections” è interamente composta da storie brevi autoconclusive, la prima
s’intitola “Paura di volare” il racconto di un regista teatrale che teme le
conseguenze della sua opera ed ogni notte sogna di cadere dalla montagna che
sta scalando… Direi che non serve Sigmund Freud per capire l’origine delle sue
angosce. In suo soccorso non arriva il padre della psicanalisi (altrimenti la
serie si chiamerebbe “Zigmund”), ma il signore dei sogni.
“Tre settembre
e un gennaio” è la storia vera (anche se romanzata) di Joshua A. Norton, primo
ed unico imperatore degli Stati Uniti d’America, autoproclamatosi con il nome
di Norton I e poi dicono che leggendo i fumetti non si impara niente, tzè!
Ambientata
durante la rivoluzione francese, “Termidoro” vede come protagonista Lady Johanna
Constantine, incaricata da Sogno di recuperare la testa di Orfeo, finita nella
mani dei rivoluzionari. L’antenata di John Constantine (creato da Alan Moore
sulla pagine di “Swamp Thing” e titolare della serie Vertigo “Hellblazer”)
dovrà vedersela con St. Just e Robespierre. Neil Gaiman mescola alla grande il
vero andamento della rivoluzione alla missione della sua protagonista. La testa
di Orfeo, sarà un altro elemento molto importante nel ciclo finale di storie di
“Sandman”, tanto che nella storia omonima (intitolata appunto “Orfeo”), Gaiman
si diverte a raccontarci il mito di Orfeo ed Euridice utilizzando gli Eterni
nei ruoli chiave della storia.



Uguale a quel peperino di John, stesso piglio deciso.
Alle nozze
della coppia troviamo, quindi, Sogno insieme ai suoi fratelli e le sue sorelle, quando
Euridice viene morsa da un serpente, la morte implorata da Orfeo ha il look
gotico di Death, da qui in poi dovreste sapere come continua la storia, a meno
che a scuola, invece di ascoltare la lezione non abbiate passato le vostre
giornate a leggere i fumetti come facevo io… In ogni caso, poco male, per
vostra (e mia) fortuna ci pensa Neil Gaiman a narrarci il mito utilizzando i
suoi personaggi.
Se anche
durante la lezione di storia eravate ancora con il naso tra i fumetti, con il
racconto “Terre soffici” Gaiman vi aggiornate sulle (dis)avventure di Marco
Polo, disperso per colpa di una tempesta nel deserto del Gobi, dove prima di
riuscire a ricongiungersi alla carovana di suo padre (solo grazie all’aiuto di
Morfeo), farà la conoscenza di Rustichello da Pisa, che afferma di aver conosciuto
un Marco Polo, molto più anziano, ospite delle prigioni di Genova, non
propriamente l’Hilton.
Il potere
della storia è omaggiato ne “Il parlamento dei corvi”, con protagonisti Caino,
Abele (già visti nei primi numeri della serie) e il corvo si Morfeo. In
“Caccia”, invece, un nonno racconta alla sua nipote una stramba storia d’amore
tra una principessa e un giovane cacciatore di una razza di uomini dotati di
antichi poteri, la storia si conclude con una piccola sorpresa finale, ma il
bello del racconto, è il racconto stesso, poiché Gaiman, per bocca del vecchio,
sottolinea quanto la storia abbia una vita propria e superiore anche a chi
la racconta, se lo dice uno come lui potete crederci!
Ma il mio
racconto preferito di questo ciclo di storie, è senza ombra di dubbio
“Augusto”. Su consiglio di Sogno, l’imperatore Augusto, un giorno all’anno si
finge un mendicante per riflettere rimanendo inosservato, insieme a lui in nano
Licio. Il racconto è una chiacchierata lunga un giorno intero tra i due, una specie
di seduta psicoanalitica con cui l’uomo che governa tutto il mondo conosciuto,
riuscirà finalmente a venire a patti con l’ombra del suo celebre predecessore
(e padre adottivo) Giulio Cesare, riuscendo anche a capire perché, tutte le
notte da decenni, fa sempre lo stesso incubo. Non vi rivelo di più, ma
psicoanalisi, storia romana, il tutto in una storiella breve in cui il titolare
non si vede nemmeno, ribadisco: c’è ancora qualcuno che pensa che siano solo
fumetti…



L’Imperatore Augusto, in partenza per la sua lunga giornata.
L’ultimo
racconto “Ramadan” vede come protagonista il califfo che regna su Bagdad, la
Città Celeste, la perla d’Arabia. Lo scorrere del tempo rende ansioso il
califfo, che teme che la città possa perdere il proprio splendore, per cercare
di garantirlo eternamente, invoca il signore dei Sogni, se avete familiarità
con le storie brevi, avrete già intuito come va a finire…
“Favole e
riflessi” è un ciclo variegato e mai banale, sia nella scelta dei temi, che dei
protagonisti (veri o immaginari) delle singole storie, proprio in questo ciclo
di storie Neil Gaiman riesce a portare in scena l’importanza (e gli effetti)
dei sogni nella vita reale, rendendo Morfeo impalpabile ma potentissimo, come
ci si aspetterebbe dal re dei Sogni. Per dirla tutta: questa run di storie, con
il protagonista presente, ma quasi mai mostrato, ha fatto talmente
scuola, che tanti hanno cercato di imitarla, basta pensare ad un intera
porzione di racconti di “Spawn” in cui Todd MacFarlane ha tentato
disperatamente di ottenere gli stessi effetti scimmiottando Gaiman.
Vite brevi (numeri 41-49, 1992-1993)
Un tempo gli
eterni potevano contare su un altro membro della famiglia, Distruzione, ormai
scomparso da tempo dopo aver abbandonato il ruolo e le responsabilità che ne
conseguono. Delirio la sorella minore di Sogno si mette in quella sua testa
bicolore di ritrovare il fratello, cercando il supporto degli Eterni nella sua
ricerca, tutti quanti gli rispondono prontamente “picche”, tranne Sogno che
decide di accompagnarla, ma senza una vera motivazione, più che altro per avere
qualcosa che lo distragga da tutti i suoi pensieri, siccome non può solo
leggere fumetti come fanno tutti, si mette in viaggio.
Il viaggio dei
due Eterni assume un tono quasi comico, specialmente quando Delirio pretende di
guidare (storia vera!), ma la spensieratezza del viaggetto dura poco, perché Distruzione,
nel tentativo di non farsi trovare, ha seminato una serie di trappole pronte ad
attivarsi nel caso che qualcuno iniziasse a cercarlo, questi meccanismi difensivi
provocano la morte di colore che cercano di aiutare i due Dei, questo spiega il
titolo di questo ciclo di storie.



“Ma chi ti ha insegnato a guidare? Un Corvo?”.
Uno dei personaggi
più riusciti è sicuramente Ishtar, ex amante di Distruzione, un tempo dea
babilonese della fertilità, finita a vivere di espedienti sulla Terra, se dei
caduti in disgrazia finiti a mantenere un basso profilo sulla Terra vi ricordano
qualcosa, tranquilli, Neil Gaiman stava soltanto facendo le prove generali per
il suo futuro romanzo super premiato American Gods.
L’irrequieto
Sogno prima abbandona la ricerca, per poi tornare ad aiutare Delirio. Il motivo
di tale indecisione è legato ai dubbi di Morfeo, turbato dal suo cambiamento,
sempre più vicino alla sensibilità degli umani e con qualche senso di colpa
per suo figlio Orfeo, che come abbiamo visto nel ciclo precedente di storie,
ormai è solo una testa immortale, custodita sull’isola di Naxos da una società
segreta. Per ritrovare Distruzione, Morfeo avrà bisogno di chiedere aiuto al
suo figlio veggente… Uno li fa studiare tutti questi anni e poi con cosa ti
ritrovi? Una testa veggente! Il dentista doveva fare, quello è un lavoro!
Orfeo che da
un’eternità non può fare altro che guardare il panorama e disperarsi per la sua
Euridice perduta, chiede al padre il più tragico dei gesti (si trova in Grecia,
no? E che tragedia greca sia allora…), in cambio dell’esatto nascondiglio di
Distruzione, Orfeo chiede al padre di porre fine alla sua vita. La scena muta,
così carica di tragedia che segue, è l’ennesimo esempio di come si scrivono i
fumetti fornito da Neil Gaiman al mondo, vediamo solo Sogno entrare nella casa
di Orfeo e quando esce, non ci viene mai mostrato il suo volto, ma lo vediamo
solo allontanarsi da solo verso l’orizzonte.



Voto dieci allo storytelling della tavola.
Una volta
ritrovato Distruzione, l’ex eterno ribadisce la sua voglia di libertà, il
finale di “Vite brevi” è un lungo addio, come molti viaggi, più della meta
finale, contano le esperienze fatte dai viaggiatori e nel fondo del
testone riccioluto di Morfeo, s’instaura un ‘idea che maturerà nell’ultimo
ciclo di storie di “Sandman”.

Volete sapere
quale? Vi tocca leggere “Sandman”, oppure aspettare la terza (ed ultima) parte
di questa mia rubrica, in realtà una scusa (e anche della peggior specie) per
rileggermi questo capolavoro del fumetto. Ricordavo questa porzione di storie
variegata e ricca di creatività, rileggendola posso dire che in realtà è ancora
più profonda di quanto la ricordassi e sono sicuro che se dovessi rileggerla
ancora (cosa che potrei fare anche subito), scoverei un sacco di altre chiavi
di lettura e possibili interpretazioni, questa è una delle (cento) ragioni per
cui “Sandman” è un classico del fumetto.



Le copertine di Dave McKean si lasciano sempre guardare dai.
Avete presente
il discorso iniziale sul numero di ore di veglia? Ecco, qualcuna di quelle
dedicatela a questo fumetto, fatevi un regalo.
Ci vediamo
qui, prossimamente per Gara 3, la definitiva, con l’ultimo ciclo di storie di “Sandman”,
buona notte e buone letture a tutti.
ARCHI
NARRATIVI DI SANDMAN
[05] Favole e Riflessi (#29 – #31, #38 – #40, #50)
[06] Il Gioco della Vita (#32 – #37)
[07] Brevi Vite (#41 – #49)
[08] La
Locanda alla Fine dei Mondi (#51 – #56)
[09] Le
Eumenidi (#57 – #69)

[10] La Veglia
(#70 – #75)

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