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Sandman – Parte 3: Ultimo viaggio nelle terre del sogno

Al fin
giungemmo, con l’ultimo post dedicato al capolavoro a fumetti “Sandman”. Dopo
aver parlato dei primi numeri e
della parte centrale della storia,
tocca agli ultimi tre archi narrativi che completano l’affresco orchestrato da Neil
Gaiman. Non perdo altro tempo, non voglio di sicuro farvi addormentare, quello
è compito di Sogno degli Eterni.

La locanda alla fine dei mondi (numeri 51-56,
della serie originale, 1993)
Impreziosito
da un’introduzione scritta di pugno da Zio Stephen King, “La locanda alla fine
dei mondi” è uno dei cicli narrativi di “Sandman” più famosi, l’apice e la
conclusione di tutta quella porzione di storia in cui il protagonista e
titolare della serie è ben presente, ma senza comparire mai davvero. Qui,
Gaiman padroneggia talmente bene questo complicato espediente narrativo che può
permettersi, non solo di utilizzarlo al meglio, ma di replicarne lo schema
anche nella sua gestione di Miracleman.
Due giovani
colleghi di lavoro, dividono auto e costi di un viaggio in auto verso Chicago,
durante la notte una bufera di neve li manda fuori strada, l’unico riparo è una
locanda vecchio stile chiamata “L’Agnello Macellato”, ah no scusate,
quello era un film di Landis, la locanda si chiama “La fine dei mondi” e al suo
interno i clienti provengono tutti da tempi e realtà differenti, in attesa che
la bufera passi a turno iniziano a raccontarsi delle storie e da qui possiamo
metterci comodi e goderci una serie di racconti dentro il racconto principale,
ovvero il fumetto che stiamo leggendo.



Tanti loschi figuri con una storia da raccontare.
I racconti
sono tanti e molto e variegati come il gelato con le amarene, si passa dal racconto
di un intera città intenta a sognare, oppure la storia di una grande necropoli
dove tutta la popolazione è composta da becchini, costantemente impegnati ad
onorare al meglio i defunti. Passando per una storia navale che ruota intorno
al mito di un gigantesco Leviatano marino, ma c’è anche il tempo di fare la
conoscenza di Prez Rickard, il biondo nominato presidente degli Stati Uniti a
vent’anni, in un racconto che può fregiarsi delle tavole di Mike Allred, il
papà di Madman.



Prez Rickard for president!
Come gli
stessi personaggi nella locanda arrivano a comprendere, tutte storie adolescenziali,
ripiene 
di fantasie maschili concrete (diventare Presidente) o metaforiche (un serpente marino gigante, Sigmund freud analyse this), ma anche un omaggio al re delle storie, il plasmatore. In fondo, i sogni sono storie, infatti appena passata la tormenta, all’uscita della locanda, prima di tornare ognuno nella propria realtà, gli avventori occasionali della locanda si ritrovano ad assistere ad un imponente corteo funebre nel cielo, in cui è possibile riconoscere anche alcuni degli Eterni: il loro fratello più celebre è morto.

Le eumenidi (numeri 57-69, della serie originale,
1994-1995)
Questo arco
narrativo è probabilmente il più lungo di tutta la serie “Sandman” ed è anche
quello più complicato perché tutti i personaggi, anche quelli minori, tornano
in pista protagonisti di una serie di eventi intrecciati tra di loro, occhio
che arriva una riffa di nome che nemmeno l’elenco del telefono!
Vi ricordate
di Hippolyta Hall, vista in “Casa di bambola”? Ecco, parte tutto da lei, o
meglio, da suo figlio Daniel concepito in un sogno, la ragazza e la sua
compagna di vita un brutto scoprono che il piccolo Danny è stato rapito, Lyta
furente di rabbia accusa tutti, compreso Morfeo, ma in realtà è tutto un piano
ordito da Loki (il dio degli Inganni della mitologia nordica) e da Robin
Goodfellow (personaggio dell’opera “Sogno di una notte di mezza estate” di
William Shakespeare, lasciatemi l’icona aperta sul Bardo, che più avanti torna
utile), infingardi per natura, pronti a scatenare il caos che seguirà.



L’ultimo saluto di Matthew il corvo, uno dei miei personaggi preferiti di tutta la serie.
Hippolyta
ormai folle per il dolore si perde in un viaggio spirituale al limite del
lisergico, una porzione di racconto caratterizzata da lunghi dialoghi tra la
ragazza e le due gorgoni Steno ed Euriale, impegnate a convincere Lyta a
sostituire la loro sorella defunta Medusa. 

Ma da un gruppo di personaggi
mitologici passiamo ad un altro: Lyta con l’aiuto della strega Thessaly riesce
a contattare le Eumenidi (o Erinni), che in quanto personificazioni femminili
della vendetta sono le più adatte a rispondere all’appello di Hippolyta.



Lo dico sempre, mai fare arrabbiare una signora.
Le Eumenidi
accettano di assecondare la sete di vendetta della ragazza, non tanto perché
ritengono Morfeo responsabile del rapimento (è innocente), più che altro
perché ha ucciso suo figlio Orfeo (colpevole come abbiamo negli archi narrativi precedenti), fiiiuuuu!
Sopravvissuti alla tirata? Bravi, sono orgoglioso di voi!
Manca solo
l’ultima parte, la contromossa di Sogno, che sguinzaglia il rinato Corinzio
(versione 2.0 da oggi con il 100% di follia in meno) sulle tracce di Daniel con
l’obbiettivo di liberarlo dai suoi carcerieri, missione che l’occhiuta creatura
porterà a termine senza prendere prigionieri, non più pazzo, ma di certo non
meno risoluto.
Il problema è
che una volta lanciate, le Eumenidi sono peggio di quelli di Equitalia, infatti
iniziano a seminare morte e distruzione in tutto il reame di Sogno, demolendolo
un pezzo alla volta. Neil Gaiman sceglie una soluzione narrativa efficace e
crudele per noi lettori: uno dopo l’altro tutti i personaggi simbolo della serie
vengono trucidati dalle Eumenidi, risultato:
pagina dopo pagina vediamo cadere tutti come mosche, Caino, Abele, Melvin la
zucca, tutti! Una strage! Non vi dico… Una sofferenza, quando volti pagina e ti
trovi di fronte l’ennesimo personaggio ormai familiare, viene voglia di dire:
“Noooo Neil! Almeno lui no!”.



Sogno si prepara allo scontro finale.
Il finale è un
apice: Sogno viene raggiunto da sua sorella Morte, in una scena molto simile al
loro primo mitico incontro sulle pagina di “Sandman #8” (infatti Sogno crea dei
piccioni a cui dare da mangiare, proprio per rifare quella celebre scena), dopo
un monologo scritto come il Dio dei fumetti comanda, Sogno pone fine alla sua
esistenza e alla furia delle Eumenidi. Occhio a non commuovervi che vi perdete
il “Ma”.
… MA! (ve
l’avevo detto), il concetto stesso di Sogno deve esistere, finché ci sarà
qualcuno che sogna, dovrò sempre esserci il Re dei Sogni, la sua nuova
incarnazione è proprio Daniel, ricettacolo ideale del potere, il bambino si
trasforma nella nuova personificazione dell’Eterno, nuovo anche nella resa
grafica, completamente bianco, anche nei vestiti e nei capelli, in totale
opposizione al Sogno che abbiamo sempre conosciuto e, forse, anche un po’ più
umano, proprio come Morfeo in ultimo era (quasi) arrivato ad essere.
La veglia (numeri 70-75, della serie originale, 1995-1996)
Dopo ogni
morte segue una veglia funebre e un funerale, anche se un nuovo Sogno esiste
già ed è impegnato a ricostruire il reame del sogno, tutti gli amici di Morfeo
tornano a rendere omaggio all’incarnazione precedente dell’Eterno, ma Neil
Gaiman non si dimentica nemmeno di concludere tutte le trame lasciate aperte,
come quella di Robert Gadling, l’immortale che ogni cento anni, passa una
giornata con Sogno, qui lo ritroviamo ai giorni nostri, nella ricostruzione di
un villaggio medioevale che per Robert risulta molto poco realistico, per uno
come lui che il Medioevo lo ha vissuto davvero.



“Questo guazzabuglio medievale!” (Cit.)
Vi ricordate
di quell’icona lasciata aperta su William Shakespeare? Bene, è il momento di
chiuderla e con lei la serie “Sandman”, il Bardo doveva a Morfeo un’altra storia
dopo “Sogno di una notte di mezza estate”. L’ultimo numero della serie è tutto
dedicato a Shakespeare intento a rendere fede alla seconda metà del
patto, il racconto è “La tempesta” e Neil Gaiman è bravissimo ad utilizzare
intere porzioni del testo originale di Shakespeare, selezionate con maestria e
perfettamente adatte ad integrarsi al suo fumetto e alla storia di Sogno,
questa è classe, gente, grandissima classe.
Con il passare
degli anni e delle letture, “Sandman” resta un’opera complessa e sfaccettata,
che parte dai supereroi della Distinta Concorrenza e finisce con William
Shakespeare, un capolavoro strapieno di citazioni e riferimenti che tante volte
costringono il lettore a leggere, studiare e ripassare, un’opera densissima di
letteratura che rende omaggio alle storie, restando sempre e comunque una storia
avvincente senza sbatterti in faccia la sua enorme cultura, al massimo,
riuscendo a pizzicar le corde giuste e facendo davvero venire voglia di
approfondire.



“Tranquillo Will, con un agente letterario come me avrai un successo assicurato”.
Il tutto,
spingendo in avanti le potenzialità di un media, il fumetto, che troppe volte
nei confronti di cinema e letteratura, fa la figura di quello che arriva in
pantaloncini e maglietta, ad una festa dov’è richiesta la cravatta.

Ah, sì? E noi
abbiamo “Sandman”, provate a trovare un altro formato in cui una storia
incredibilmente geniale come questa potrebbe essere raccontata con la stessa
efficacia! Complicato, vero? Buona notte e sogni d’oro…
ARCHI
NARRATIVI DI SANDMAN
[08] La
Locanda alla Fine dei Mondi (#51 – #56)
[09] Le Eumenidi (#57 – #69)
[10] La Veglia (#70 – #75)
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