Ora, mettetevi nei panni del vostro amichevole Cassidy di quartiere, con in mano il programma dell’ultimo ToHorror che si è appena concluso. Immaginate di trovarvi davanti ad un film (non porno, mi pare giusto specificarlo) intitolato “Spermageddon”, no mai io dico, voi non vorreste vederlo tipo, ieri? Bene, ora immaginate che la co-regia di questo film d’animazione norvegese porti la firma di quell’adorabile pazzo di Tommy Wirkola, capite da voi perché ho sottolineato il titolo nel programma. Due volte. Storia vera.
Ridendo e scherzando, titoli che non mi sono piaciuti di Wirkola io devo ancora vederli, nella sua filmografia ancora tutta in divenire mi ha regalato già un paio di piccoli cult a cui dopo la visione al ToHorror, si aggiunge a pieno diritto anche questo “Spermageddon” diretto a quattro mani con lo specialista dell’animazione Rasmus A. Sivertsen, la trama? I Norvegesi si sono spinti più in là di tutti, invece di liberare la Cosa dai ghiacci, questa volta hanno avuto tutto il fegato che a quei piagnoni della Pixar non hanno avuto, il loro Inside Out si fermava sulle soglie della pubertà, al massimo la utilizzava per sfornare una piccola gag oppure girando intorno alla tempesta ormonale che si porta dietro come hanno fatto nel seguito, Sivertsen e Wirkola no, loro qui, non prendono prigionieri.
Il risultato ad essere precisi, potrebbe essere “Tutto quello che avreste voluto sapere su Inside Out e che non avete mai osato chiedere”, ma per certi versi anche la versione 2024 di quella puntata di “Esploriamo il corpo umano” che i genitori mandavano sempre avanti veloce, quella che spariva dai palinsesti, insomma, quella sulla riproduzione, l’accoppiamento e tutto quello che ne consegue e credetevi, “Spermageddon” non tira mai via la mano, lo fa in modo diretto, sfacciato, dannatamente divertente e soprattutto, non stupido.
Si perché viste le premesse, ero già mentalmente pronto ad una stupidata, in realtà l’animazione del film è piuttosto buona, così come il design dei personaggi e soprattutto i loro nomi, uno più geniale dell’altro, sottilmente il film riesce anche a far riflettere su come venga intesa l’educazione sessuale nel 2024, i due protagonisti tutto quello che sanno, lo hanno imparato da filmati visti di straforo sul telefono da quei siti come dire, un po’ birichini, il tutto raccontato senza moralizzare e con un finale che – senza rovinarvi la visione – potrebbe far incazzare gli Adinolfi e i Pillon di questo mondo, che per me è un ottimo motivo aggiuntivo per amare questa risposta sboccata e norvegese ad Inside Out.
La trama ruota intorno al campo estivo di Jens (Christian Mikkelsen), un giovane Nerd adolescente in fissa con “Il Signore degli Anelli”, uno di quelli che malgrado possa scatenarvi l’anticoncezionale definitivo (una disquisizione sull’ordine in cui guardare i film di Star Wars), riesce comunque ad avere una al campo estivo che lo attende per darsi da fare, si tratta di Lisa (Nasrin Khusrawi) e con la loro prima volta, inizia la storia nella storia, che si svolge nei protagonisti, anzi in una parte specifica del protagonista, là dove inizia la vita, un microcosmo di spermatozoi ben rappresentati da – tenetevi forte – Cumilla (doppiata da Mathilde Storm) e il suo amichetto, a sua volta Nerd, che con i suoi occhialoni e il maglione a collo altro ricorda un po’ Simon, il fratello di Alvin, infatti non a caso si chiama Simen (Aksel Hennie). I nomi di questo film sono geniali!
“Spermageddon” non solo parte da una premessa ardita, ma poi si diverte a sfornare TUTTI i possibili giochi di parole, nei nomi e nel “mondo” in cui vivono i nostri amici spermatozoi, una società che viene ehm, vive in funzione del grande momento, dove tutti si allenano a nuotare e arrivare per primi, dove non è impossibile riconoscere tutti i tick anche della nostra società, come ad esempio il capo d’azienda Jizzmo (Christian Rubeck) una sorta di Tony Stark con un’armatura con cui barare per vincere la gara, mi scappa quasi la citazione: primo all’uovo primo alla chiavo. O era chiave? Vabbè ci siamo capiti.
Mettiamola così, la missione, il grande obbiettivo di riproduzione dei “girini” di Jens va di pari passo con la poca convinzione di Simen, che con la sua non voglia di lasciare le pall… Ehm, la sua casa e la sua ossessione per il resto della biologia umana, salverà spesso la situazione, ma soprattutto con le disavventure erotiche dei due innamorati, mettiamola così, la gara, malgrado le molte precauzioni prese dai due ragazzi, si svolgerà su più campi – leggete tra le righe – questo ci permetterà di fare la conoscenza con personaggi geniali come il batterio E. Coli per non parlare di un’altra infinità di situazioni veramente notevoli, comprese le porzioni musicali del film.
Non scappate! Malgrado sia etichettato come musical, “Spermageddon” ha quattro canzoni, quattro di numero, una, due, tre, quattro, ed una meglio dell’altra, anche se la più epica di tutte è proprio quella che fa da titolo al film, vedere tutti questi spermatozoi puntare al Valhalla, come tanti piccoli cani da guerra di Immortan Joe è uno spasso, la canzone vi resterà piantata tra i neuroni e per assurdo il norvegese non fa che darle un tono ancora più epico, insomma grandioso perché era dai tempi di Every sperm is sacred che nessuno pensava di osare così tanto.
Potrei stare qui a raccontarvi tutti i dettagli, ma vi farei un tortno perché oltre ad essere animato bene, “Spermageddon” è anche scritto in maniera molto intelligente, Sivertsen e Wirkola mantengono il ritmo bello alto e hanno anche le palle – per restare in tema – si buttarci dentro una battuta quasi anti-Netflix che potrebbe precludergli uno sbocco distributivo, che francamente il film si meriterebbe. Ok è tutto in norvegese, ma a parte il padre metallaro di Jens quasi non si nota, mettici due doppiatori magari VIP americani ed è fatta, perché va detto che questo tipo di animazione ha mercato.
Se piace tanto Big Mouth non vedo perché “Spermageddon” non dovrebbe trovare il suo pubblico, se dovessi paragonarlo con qualcosa che gioca più o meno nel suo stesso campionato, direi che “Spermageddon” è molto più divertente di un “Sausage Party” (2016) qualunque, senza nemmeno bisogno di dover dipendere da battute volgarotte e basta, che sono quelli su cui vive e muore di solito l’umorismo di Seth Rogen, quindi bravi tutti, Rasmus A. Sivertsen per il suo lavoro, Tommy Wirkola per aver aggiunto un nuovo titolo di culto alla sua filmografia e al ToHorror per averci dato la possibilità di vedere il film in sala, scelta impeccabile!
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