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Spiral – L’eredità di Saw (2021): sembra “Palle in canna” con le torture al posto delle risate

Vi avevo già raccontato del mio bizzarro rapporto con la
saga di “Saw”, in occasione del (fallito) tentativo di rilancio della serie di
ormai quattro anni fa. L’unico capitolo
che mi piace sul serio è il capostipite, ma questo non ha influito minimamente
su quella che nel corso del tempo (e dei seguiti) era diventata una tradizione:
andare al cinema a vedere il nuovo “Saw” ad ogni nuovo ottobre che si presentava sul calendario.

Dopo essersi giocati (male) anche la temibile carta del reboot, alla Lionsgate avere ancora
tutti quei diritti di sfruttamento sulla saga dell’assassino moralizzatore
Jigsaw, evidentemente bruciava davvero troppo. Si ok, ma dopo aver raschiato il
fondo del barile, strizzato il limone e utilizzato tutte le altre metafore possibili per
descrivere la situazione, l’unica sarebbe sperare nel fatto che qualcuno,
arrivasse a bussare alla porta della Lionsgate con una nuova idea. DRIIIIIN!
Chi è? Sono Chris Rock ho un’idea per un nuovo film di “Saw”. Mi immagino i
tipi della Lionsgate festeggiare in ufficio come in una scena di “The Wolf of
Wall Street” (2013). Ma prima di proseguire un avviso: leggete pure tranquilli,
il post non contiene rivelazioni (o Spoiler) sulle principali svolte o sul
finale a sorpresa, giurin giurello!

Die hard with a vengeance Chris Rock.

Già, perché se mai avessi dovuto stilare una lista di nomi
di improbabili appassionati della saga di “Saw”, penso che quello di Chris
Rock non lo avrei nemmeno inserito, perché sarebbe stato davvero troppo assurdo. Invece la
realtà spesso è più incredibile della finzione, Rock non solo aveva un’idea per
un soggetto, ma si è ritrovato di colpo produttore esecutivo di questo
rilancio, intitolato “Spiral – From the Book of Saw”, che riprende il simbolo
di Jigsaw e si gioca la carta di un “copycat”, un imitatore del celebre
assassino, il tutto in chiave poliziesco.

Non avrei potuto chiedere niente di meglio per il primo
(quasi) “Saw” uscito fuori dal mese di ottobre, qualcosa non dico proprio in stile “Seven” (1995) o “Il collezionista d’ossa” (1999), però più o meno da
quelle parti anche se… Chris Rock? No sul serio, con tutta la buona volontà,
sono il primo ad ammirare i comici quando riescono ad uscire dalla loro zona di
sicurezza, dimostrandosi attori completi, avrei potuto andare anche oltre la
mia antipatia per l’umorismo urlato di Rock, ma purtroppo non è stato questo il
caso.

“Chi ha detto che questa roba può farla solo Denzel o Morgan?”

“Spiral – L’eredità di Saw” è stato affidato alla regia di Darren
Lynn Bousman, già dietro alla macchina da presa per “Saw II – La soluzione
dell’enigma” (2005), “Saw III – L’enigma senza fine” (2006) e “Saw IV” (2007).
Alla faccia della rottura con il passato necessaria in un tentativo di
rilancio! Affidarsi ancora una volta ad uno che ormai quando legge la parola
“Saw” sul copione, fa partire il pilota automatico, più che un segno di
continuità mi pare una scelta pigra.

Se non altro il film si apre subito con il primo omicidio
del nuovo misterioso assassino, che si firma con il simbolo della Spirale. Il
primo cadavere è un poliziotto colpevole di aver con la sua testimonianza, mandato
in galera degli innocenti, che viene appeso per la lingua sui binari di un
treno in corsa. Tutto possiamo criticare a questo film, ma non di mantenere la
tradizione delle trappole sempre più articolate e grondanti sangue, che sono da
sempre uno dei marchi di fabbrica della saga.

Meglio essere di man battuto, che di lingua ferito. Si, ditelo a lui!

Ad indagare sull’assassino tocca al detective “Zeke”
Banks interpretato da Chris Rock che entra in scena sotto copertura, impegnato
a smontare pezzo per pezzo tutta la trama di “Forrest Gump” (1994). Insomma
sarà anche sotto copertura ma questo mi sembra Chris Rock impegnato a
Rockeggiare come suo solito. Banks è figlio del miglior poliziotto della storia
del distretto, papà Marcus (Samuel L. Jackson), ma la sua fama non è certo
all’altezza del padre, i colleghi non lo sopportano accusandolo di aver fatto
la spia durante un’indagine a suo carico, insomma il solito poliziotto che
lavora solo, con tutto il distretto contro, la cui unica variante è quella di
avere un capo che gli urla contro sì, ma fatto a forma di Marisol Nichols.

“Non dovrei avere un capo che mi urla dietro?” , “Mai sentito parlarne di pari opportunità?”

Cosa succede ad un polizotto così di solito? Oltre a
diventare l’oggetto delle missive dell’assassino (che arrivano sotto forma di
pacchettini pieni di chiavette USB, nel 2021? Vabbè), ovviamente gli viene affidato un
nuovo compagno suo opposto, giovane, quasi bianco, quasi italiano di origini e di nom William
Schenk (Max Minghella), con cui indagare su “Spiral”, uno che si diverte ad
ammazzare i poliziotti legati alla vecchia indagine su Banks. Non vi sfugga
l’ironia di poliziotti rappresentati nei video inviati dall’assassino, con
maschere da maiale, come da tradizione di tante canzoni Hip Hop.

Sulla carta non avrei potuto essere più felice di così, la
saga di “Saw” allegramente contaminata dai canoni di un filone cinematografico
altrettanto defunto, ma che ho sempre apprezzato, quello degli Strambi sbirri, peccato che a rappresentarli qui ci sia Chris Rock,
uno che quando indossa un distintivo in un film, finisce per essere l’anello
debole (e la parte più insopportabile) di Arma Letale 4. Insomma, bene ma non benissimo.

“Uh lecca lecca!”, “Di un po’ hai per caso un padre famoso?”, “Beh in effetti si”, “Capisco molte cose”

“Spiral” finisce per essere il bignami svogliato dei film
sui poliziotti, in cui ogni tanto Darren Lynn Bousman infila una
scena di tortura, ogni volta che un nuovo sbirro finisce nelle trappole
dell’assassino. Ma in generale resta un film fiacco, diretto con il pilota
automatico che prevede, una palette
cromatica giallastra nel tentativo disperato di dare alla fotografia del
film quel senso di marcio e decadente, che dovrebbe farci pensare a “Seven”,
invece non fa altro che ricordarci che questo è l’ennesimo capitolo di “Saw”,
quello che ricorderemo solo per la presenza di Chris Rock e non lo dico in
senso positivo.

La prova dell’attore è a tratti imbarazzante, sono uno dei
più grandi estimatore dei film con sbirri sull’orlo di una crisi di nervi, che
si urlano in faccia uno con l’altro nei momenti di tensione, ma poi sono pronti a
sfondare a spallate una porta per salvare il loro compare, però qui davvero
sembra la sagra della pessima recitazione. Da uno come Sam Jackson te lo
aspetti anche che tra un «Motherfucker!» e l’altro, reciti alzando il volume
della radio, ma Chris Rock nei panni dello sbirro tosto, emotivamente coinvolto
nel caso che sta seguendo è credibile come Bruce Willis nei panni dello
psicologo per bambin… no, pessimo esempio. Insomma è fuori posto.

“Quando è troppo è troppo, non ne posso più di questi fottuti seguiti di Saw in questo fottutissimo seguito di Saw!” (quasi-cit.)

Quando Rock da di matto, prendendo a pugni il volante della
sua auto, in un momento di sfogo personale, il massimo che ottiene è una crisi
isterica alla Chris Rock, piuttosto che una maschia reazione da protagonista
tosto messo alle strette ma pronto alla riscossa. Se a questo poi aggiungiamo una
messa in scena sciatta e svogliata, il pasticcio è quasi completo.

Per esigenze di trama, ci sono dei lunghi flashback
necessari a capire come mai l’assassino abbia preso di mira proprio Banks, in
questi per farci capire che i personaggi sono più giovani, troviamo Samuel L.
Jackson con i baffi (e fino qui tutto bene) e Chris Rock con… non riesco
nemmeno a scriverlo, il berretto da baseball in testa girato al contrario. No
sul serio? Il berretto al contrario sinonimo di gioventù? Ma davvero!?

“Va in camera tua!”, “Quando sarò grande farò un film tutto mio!”

“Spiral – L’eredità di Saw” è costellato di così tanti
momenti involontariamente comici da non crederci. Vogliamo parlare della cena
consegnata a casa, nel sacchetto del ristorante italiano chiamato “Terroni”? Mi
auguro in uno scherzo, perché se è stato fatto volontariamente, più che il nuovo
film di “Saw”, sembra il nuovo “Scary Movie”.

Per dirvi della pigrizia generale, ma anche del piglio
guascone con cui questo film è stato realizzato, l’unica rivelazione (se così
possiamo chiamarla) sulla trama che mi sento di farvi è che “Zeke” Banks, il figlio
di Samuel L. Jackson interpretato da Rock si chiama così perché il suo nome è
il diminutivo di Ezekiel. Se questa informazione vi esalta o vi fa cadere a
terra parti del corpo, dipenderà da voi, ma potrebbe andare di pari passo con
il vostro livello di apprezzamento del film… fate la vostra scelta (quasi-cit.)

Si ma STAI CALMO!

Per non parlare del fatto che, se avete visto più di due
film nella vostra vita, la scelta degli attori di fatto è un autogol
sull’identità dell’assassino, anche se la trama tenta ogni mezzuccio possibile
per mescolare le acque. Dopo nove film, ormai lo sappiamo che con Jigsaw (e i
suoi imitatori) di mezzo, dobbiamo credere a tutto tranne che ai nostri occhi,
ma la sensazione generale che ho avuto, complice anche la presenza nel cast di
Samuel L. Jackson è stata quella di stare guardando una parodia di un film
sugli sbirri, condito da qualche omicidio.

Sul serio, lungo i 93 minuti di questo film, mi è sembrato
di stare guardando “Palle in canna” (1993) con le torture alla “Saw” al posto
delle battute divertenti. Sono sicuro che a molti questo rilancio piacerà, perché
il sangue non manca, la colonna sonora (anche se derivata in chiave Rap) è
sempre la stessa ed è impossibile non considerarlo parte della saga a cui
appartiene, ma ho seriamente creduto di veder comparire anche Emilio Estevez da
un momento all’altro. Che per altro sarebbe stato un colpo di scena ben più
efficace di quello che il film ha davvero deciso di giocarsi.

Una delle scene più drammatiche del film.

Insomma, se sentivate la mancanza di un altro film della
saga di “Saw”, possiamo dire che la Lionsgate e Chris Rock vi hanno
accontentati. Se desiderate vedere un bel film di “Saw”, riguardatevi quello
del 2004, dove per altro recitava Danny “Brakko” Glover, ovvero la parte sana e
giusta di Arma Letale, altro che
Chris Rock!

“Cominciate anche voi ad essere un po’ troppo vecchi per queste stronzate”
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