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Star Trek – Beyond (2016): oh my Spock, it’s a mirage, I’m tellin’ y’all it’s sabotage!

Quentin Tarantino ha una gran chiacchiera, c’è una sua frase che mi piace molto e deve piacere parecchio anche a lui visto che l’ha utilizzata due volte, prima in “My Best Friend’s Birthday” e poi l’ha fatta ripetere a Christian Slater in Una vita al massimo, il discorso era che nella vita ti possono piacere i Beatles, o ti può piacere Elvis, ma ne puoi amare sul serio solo uno dei due. Sono molto d’accordo con questo concetto e trovo che sia perfettamente applicabile anche a Star Trek e Star Wars.

Non son un Trekkie, non ho una conoscenza assoluta ed enciclopedica della saga creata da Gene Roddenberry, per il discorso Tarantiniamo di cui sopra, il mio cuoricino batte per Guerre Stellari, ma questo non mi ha mai impedito di gustarmi un’infinità di episodi della serie classica, di aver passato tanti pomeriggi da ragazzetto a guardare The Next generation in tv e, soprattutto, non mi sono mai perso nemmeno un film dedicato a Star Trek, da quelli storici con il cast originale, alcuni come Primo contatto, ad esempio, andai anche a vederli in sala alla loro uscita, fino al reboot del maledetto GIEI GIEI Abrams.

Si perché all’uscita del trailer di questo “Star Trek – Beyond”, il pianeta si è divertito a spernacchiare i Trekkie, la loro saga che si è sempre vantata di rappresentare la vera fantascienza, è finita nella mani del regista di quattro film della saga di “Fast & Furious”. Giù di battute sul Capitano Kirk che vive la sua vita un quarto di Parsec alla volta e via dicendo, tutto vero, tutto condivisibile, peccato che Justin Lin sia un dritto, e tele trasportando a bordo il regista di origini Cinesi potrebbero aver fatto un ottima scelta.

«Quel cretino di Abrams stava seduto qui, si sente ancora la puzza»

J.J. Abrams dopo aver diretto un remake non autorizzato di Star Trek 2 – L’ira di Khan intitolandolo Into Darkness (ma solo dopo aver giurato e spergiurato no no, non è un remake!) è passato alla concorrenza, dove ha diretto un remake di Guerre Stellari e L’Impero colpisce ancora solo con un altro titolo. Alla luce del risultato finale di “Star Trek – Beyond” mi viene da pensare che i Trekkie abbiano scaricato a noi la monnezza, prima di fare il salto a velocità luce, anche se loro la chiamano curvatura. Vuoi vedere che il vero “Sabotage” era questo?

Quindi da non Trekkie, quello che posso dirvi è che “Star Trek – Beyond” mi ha divertito, ha un solo difetto, ogni volta che pronuncia il titolo, mi viene in mente un pezzo dei Madness, ma ho scoperto con piacere di non essere l’unico.

Un’altra idea brillante è stata sicuramente quella di cercare uno sceneggiatore che conosce e ama il materiale originale, uno che è indiscutibilmente Nerd fino al midollo, e guarda caso, era già sul libro paga, dopo avergli affidato il ruolo di Scotty, perché non far scrivere il film a Simon Pegg?

Ora, io faccio parte di quelli che considerano il rosso Pegg uno di noi, Spaced è una delle cose più belle della galassia, e si, bisogna riconoscere che Simon il genio lo ha lasciato sulla sua isoletta nativa, o al massimo, lo sfoggia quando si ritrova per lavorare con i suoi amici Nick Frost ed Edgar Wright. Nella versione americana di se stesso Simon Pegg è un caratterista specializzato, uno di quelli vecchio stampo, hai bisogno di un Nerd dalla faccia simpatica? Simon Pegg, il suo Scotty funziona alla grande, e lo ha capito anche Tommaso Missile, che lo ha voluto in un ruolo quasi identico nella saga di Mission: Impossible.

Lunga vita e Nerdosità.

Qui in veste di sceneggiatore insieme a Doug Jung fa un lavoro più che decente, riuscendo con successo a bilanciare la saga rilanciata da GIEI GIEI Abrams e l’omaggio alla vecchia serie classica, qui ritroviamo l’equipaggio della USS Enterprise alle prese con il loro viaggio quinquennale, alla ricerca di strani, nuovi mondi, per arrivare là… vabbè dai la conoscete la formula non serve che io ve la ripeta.

«Guarda che ragnatele! Ma Abrams da quanto non puliva?»

Io non so se Star Trek rappresenta “La fantascienza vera” come i Trekkie conservatori dicono sempre, sono sicuro però di aver sempre apprezzato il massaggio di pace assoluto della serie, Gene Roddenberry ci ha costretti tutti a ragionare sulla lunghissima distanza, espandendo i confini della sua storie oltre lo spazio, ma anche un po’ il modo di pensare degli spettatori, se esistono centinaia di razze aliene nella galassia, è ridicolo e riduttivo, numeri alla mano essere razzisti, la coesistenza pacifica è l’unica via, e sulla lunghissima distanza l’unico modo possibile di vivere, un modo di pensare pragmatico, anzi, come direbbe Spock, molto logico.

«Certo, ma io avrei utilizzato molte meno parole Signor Cassidy»

Simon Pegg questo lo sa bene, e dopo uno (spettacolare) inizio nello spazio, manda a segno un film molto più terreno, nel senso di ancora a terra, a ben guardarlo questo “Beyond” sembra uno di quelli episodi della serie classica (sento già i phaser dei Trekkie puntati sulla faccia…) in cui l’equipaggio atterrava su un pianeta sconosciuto, oddio atterra, diciamo che precipita!

Per effetto del turbolento atterraggio l’equipaggio si divide e inizia il gioco della coppie, Uhura e Sulu, Chekov e Kirk, ma anche Scotty e la nuova arrivata Jaylah (Sofia Boutella), anche se a vincere a mani basse è la squadra “Blue” composta da Spock e McCoy, poi ditemi cosa volete, Zachary Quinto e Karl Urban sono davvero azzeccati per la parte, se mai Abrams ha fatto qualcosa di azzeccato in vita sua, è sicuramente il casting per questa saga.

Squadra Blu ai posti di partenza. Attention… trois, deux, un!

Queste strane coppie sono l’occasione giusta per Simon Pegg e Doug Jung di mandare a segno qualche momento da “Buddy movie” con dei dialoghi azzeccati e anche divertenti, non siamo dalle parti del genio di Spaced, ma le caratterizzazioni funzionano, anche perché dopo tre film serve davvero spiegare di nuovo come mai quello ha le orecchie a punta?

Il Capitano Kirk è in crisi perché con il suo imminente compleanno si ritrova un anno più vecchio di quanto sua padre (morto nel primo capitolo) sia mai stato, e costretto ad affrontare l’ingombrante eredità paterna, allo stesso modo anche Spock vive qualche dubbio morale, tra il passato e il possibile futuro, rappresentati entrambi da… Spock (wibbly wobbly timey wimey, stuff), in questo si incastra alla perfezione anche il doveroso omaggio al grande Leonard Nimoy (e in parte anche a Anton Yelchin, purtroppo arrivato agli ultimi film della sua vita). 

«Ero in una green room ora sto davanti ad un green screen» (Ciao Anton!)

Tutte trovate a mio avviso azzeccate che riescono a non appesantire il film, che di fatto è il sequel di un reboot (giunto al terzo capitolo) e con tanto di locandina che omaggia Star Trek: The Motion Picture, ma comunque rimanendo un film fruibile da tutti, tutto sommato vi basta conoscere i personaggi della serie classica per poterli ritrovare qui… Ehi ragazzi piano con quei Phaser però eh?

Ci sta anche come doveroso omaggio al grande Leonard Nimoy.

Bisogna dire che doppiati alcuni dialoghi non “suonano” proprio benissimo, si sente che alcune battute sono pensate e scritte per la lingua inglese, alcuni giochi di parole non girano bene allo stesso modo, ma poco importa, perché Justin Lin è perfettamente a suo agio nel gestire tutto questo materiale.

Quando si tratta di mandare a segno scene spettacolari non sbaglia un colpo, tutta la parte iniziale con la sequenza di attracco nella stazione interplanetaria è fantastica, e a ben pensarci, tenere la macchina da presa così vicino all’Enterprise paga i suoi dividenti in termini di spettacolarità, d’altra parte se funziona per le auto da corsa, perché non dovrebbe funzionare per la celebre nave spaziale?

Non è importante se vinci di un milione di anni luce o di un centimetro. L’importante è vincere!

Quando poi l’azione si sposta sul terra, Justin Lin riesce comunque a trovare il modo di non far stare troppo attaccati al terreno i suoi personaggi, c’è uno scontro a gravità zero piuttosto riuscito, considerando che Lin è lo stesso che aveva fatto volare anche Vin Diesel, qui è spalleggiato dalla trama che gli concede di far svolazzare un po’ tutti, bisogna anche dire che quando ad un certo punto della storia compare una motocicletta, sai già come andrà a finire, come Roger Rabbit con “Ammazza la vecchia”, impossibile resistere alla tentazione di tirare due sgommate.

Postulata da Isaac Newton, ampiamente modificata da Justin Lin.

Incredibilmente anche le trovate musicali sono azzeccate, ho sempre apprezzato i Beastie Boys rientrati nei miei ascolti fissi da qualche tempo, “Sabotage” oltre ad essere un gran pezzo qui viene utilizzato con una logica all’interno della trama, e poi diciamocelo, una figata. Non ha molto da spartire con la filosofia di Star Trek, ma l’idea base, voi ci attaccate con le armi, noi vi rispondiamo a colpi di musica, personalmente mi piace davvero molto.

Il cattivo non sarà molto memorabile, ma è ben interpretato dal grande Idris Elba, e a differenza del 99% dei cattivi cinematografici moderni, ha anche delle motivazioni per le sue azioni! (Incredibile ma vero), e serve a sottolineare il messaggio del film, ovvero l’importanza di stare uniti, cercando di appianare le differenze invece di fare di tutto per esaltarle, tutta roba in linea con l’originale messaggio di pace di “Star Trek” e che nei tempi in cui viviamo, è un messaggio ancora più, logico, sempre citando Spock.

Lo so che a vederlo così non si direbbe, ma lì sotto c’è davvero Idris Elba.

Insomma per me “Star Trek – Beyond” funziona, sempre parlando da non Trekkie, sembra quasi un episodio della serie tv, ma più grosso e caciarone, con dialoghi frizzantini e i Beastie Boys, brutto? Dai non venite a dirmi che è peggio di roba come Star Trek – La nemesi. Ok, ok va bene me li ricordo i vostri phaser fatemi dire ancora una cosa prima di fulminarmi!

In una saga storica come questa è difficile anche inserire personaggi nuovi, ma gli autori con Jaylah hanno fatto un ottimo lavoro, nello scontro diretto con l’altra guerriera aggiusta rottami a mio avviso vince a mani basse perché riesce non solo a non essere irritante, ma anzi è davvero fantastica!

Possiamo tenerla!? Per favoreeeeeeeeeeeee!

Sembra la cugina di Drax il Distruttore per il modo quasi tenero con cui interpreta in modo sbagliato alcune frasi terresti, mentre quel look con colori da cane Dalmata (qualcuno direbbe Juventini, ma qui sopra appassionati di calcio non ne troverete) la fa sembrare una parente alla lontana di Darth Maul, almeno per come mena, insomma un personaggio simpatico e cazzuto, Sofia Boutella ridendo e scherzando dopo la Gazelle di Kingsman – Secret Service, manda a segno un altro personaggio notevole, brava ragazza!

«Occupato biondino, lo tengo per le giacche»

Ora prima di essere folgorato dai Trekkie e meglio se porto la mia carogna là dove nessun uomo è mai giunto prima, Scotty teletrasporto per uno. Scotty teletrasporto per uno! Teletrasporto per uno Scotty? Ok vabbè ho capito esco dalla porta e vado a piedi.

Non perdetevi il post dedicato a questo film di vengono fuori dalle fottute pareti, il migliore dei compagni possibili in questa maratona di Star Trek.

Sepolto in precedenza giovedì 4 agosto 2016

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