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Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999): what if the movie sucks?

Anno 1999, per avere un altro numero dal look così stiloso dovremmo attendere il 2999. Un anno così figo che Prince gli ha dedicato una canzone (Party Like It’s 1999), ma lo ha fatto nel 1982 perché voleva essere il primo. Nello stesso anno è uscito il primo Matrix e come dice il profeta: “Dopo il 1999 le cose non sono più state le stesse”. Nemmeno per Guerre Stellari, perché nel 1999 la galassia è esplosa alle parole di George Lucas: “Faccio il prequel di Star Wars”. Boom!

Nel 1999, il vostro amichevole Cassidy di quartiere è un ragazzetto, del fatto che sono cresciuto con Guerre Stellari già sapete. Non mi ricordo dov’ero o cosa stavo facendo quando la notizia mi ha raggiunto, non ricordo nemmeno come l’ho scoperto, davvero non ricordo. Mi ricordo cosa è successo dopo, però, i giorni che hanno preceduto l’uscita nelle sale del film, me li ricordo… Eterni.

Il 1999 era la preistoria dell’era di Internet, i modem 56k con i loro sibili ritmati ti davano il benvenuto all’interno del WWW, come dei piccoli C1-P8, se volevi visitare un sito dovevi essere motivato, molto, ma molto motivato. Ricordo di aver fissato l’homepage del sito di Star Wars per non so, un’ora, prima di stufarmi, bella la vita nell’era della fibra ottica, eh?

Le fasi della mia attesa si consumano violente, il punto più basso lo raggiungo disegnando sui quaderni di scuola i personaggi del nuovo film, intravisti negli spot televisivi. Avete presente Richard Dreyfuss che usa il purè per scolpire la Torre del diavolo in Incontri ravvicinati? Una roba del genere, ma molto più “adolescemo”. Quando mi chiedono: “Perché non sei in fotta nera per il prossimo Episodio VII?”, dovrei cercare di spiegare che ho già dato, ho fatto la gavetta.

Chiedo scusa a Richard Dreyfuss per averlo associato a questo filmaccio.
I morsi dell’attesa vengono attenuati dall’acquisto (ribadisco, acquisto, A-C-Q-U-I-S-T-O) del video games ufficiale del film, non quello dove guidavi i POD, no l’altro, quello dove potevi impersonare tutti i personaggi, da Qui-Gon Jinn ad Obi-Wan, fino al Capitano Panaka. Penso di essere uno dei pochi in grado di dirvi chi è il Capitano Panaka di “Episodio I” solo perché avevo già familiarizzato con i personaggi, anche perché il buon Panaka (soprannominato Panatta) nel film è veramente inutile. Tutto sommato il gioco non è male, la divisione videogames della Lucasart mi ha sempre regalato molte gioie, compresa questa. Si combatteva, si sparava ai droidi, saltavi come un Jedi e usavi una spada laser e poi non c’era Jar Jar, o almeno, si vedeva per due minuti scarsi.

Devo ammettere che lo ricordavo un pochino meglio di così.

Il film l’ho visto in sala con mio padre, tutto sommato ci divertimmo abbastanza, quello sì, il film è sufficientemente strapieno di effetti speciali e poi Darth Maul vince a mani basse su tutto. Ho comprato il VHS, poi ho comprato anche il DVD (anche qui C-O-M-P-R-A-T-O), negli anni ho rivisto “Episodio I” probabilmente per follia personale. L’ultima volta l’ho visto anni fa, la mia Wing Woman non aveva mia visto Star Wars, ma vivendo con il sottoscritto mi ha voluto assecondare. Abbiamo visto LA TRILOGIA, poi eroica la ragazza ha voluto vedere Episodio I, successivamente per completezza ha preteso di vedere anche Episodio II ed Episodio III. Per farvi capire TRILOGIA e “Minaccia Fantasma” visti nel giro di due o tre giorni, gli ultimi due film… Digeriti a fatica, con diversi giorni di distanza uno dall’altro. Questo vi dice del calo di qualità dei film, ma anche che beh, questo è amore gente…

A volte viene fuori il discorso su quale sia l’ordine migliore per guardare i film di Star Wars, bisogna seguire la numerazione o la data di uscita. Io non ho dubbi, se qualcuno che NON conosce Guerre Stellari, dovesse iniziare dalla “Prequel Trilogy” non vedo perché dovrebbe avere ancora voglia di credere a qualcuno che ti dice: “No guarda, i film vecchi sono belli, davvero, credimi!”. Per quanto riguarda “Episodio I” sono state spese miliardi di parole, ma credo che nessuno potrà mai commentare meglio il film della frase finale dell’ottimo “Fanboys”: «What if the movie sucks?»

Quando sarete in sala tra qualche giorno, fatevi venire in mentre questi tre.
Dalla fine de Il Ritorno dello Jedi fino ai titoli di testa di “La Minaccia fantasma” (ma che titolo del cazzo è? Ok, sarebbero i Sith e Palpatine chiaro, ma sembra un brutto sequel dei Ghostbusters) sono passati 16 anni, in cui il mito di Star Wars è cresciuto, alimentato da fumetti, romanzi e videogames, non credo che sia possibile replicare (no, nemmeno con Episodio VII) quel tale livello di attesa. I titoli di testa che scorrono verso l’infinito e il tema tonante di John Williams sono la celebrazione assoluta del mito, poi il film comincia sul serio… What if the movie sucks?

Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene.

Regia e sceneggiatura sono di George Lucas in persona, aspettate che vado a controllare l’ultimo film diretto di pugno da Lucas, vediamo, 1977, titolo Guerre StellariBoom! La nuova trilogia (o prequel trilogy) di fatto sembra il passatempo di un miliardario che non ha nulla di meglio da fare, dopo aver rimesso le mani in tutti i modi sulla trilogia classica, aver speso soldoni a caso per comprare il legno tagliato di alcune rarissime sequoie americane, da usare per rifare il Parquet nel suo Skywalker Ranch (storia vera, storia tristemente vera!), decide che sì, dai, in fondo dirigere non mi fa poi così schifo come ho raccontato per 30 anni, facciamo una nuova trilogia.

Qui aggiungo una piccola nota quasi personale sul doppiaggio, in particolare quello dei nomi dei personaggi, in “Episodio I” i celebri Droidi C1-P8 e D-3BO, hanno i loro nomi originali, ovvero R2-D2 e C-3PO. Confesso di essere un estremista di Guerre Stellari, per quanto R2 (che suona come Artù per precisa scelta di Lucas) sia un nome fighissimo, ma quando vedo il robottino che ha cambiato per sempre la percezione delle aspirapolveri presso il grande pubblico, mi viene ancora da chiamarlo C1. Che ci volete fare, la prima volta che l’ho conosciuto si chiamava così. Resta il fatto che l’uso dei nomi originali sia stato utilizzato per puri motivi di Merchandising, non ho altre spiegazioni in merito.

«La mia corazza d’oro dici? Venduta anche quella ai fans come  merchandising»

“La minaccia fantasma” aveva il compito di fare una cosa sola: presentare gli unici personaggi che il pubblico già conosceva (Anakin e Obi-Wan Kenobi) in maniera decente. Il risultato è, non riesco a trovare una parola meno violenta di un aborto. Un’oscenità di due ore e passa, un tempo lunghissimo anche paragonato alla durata media dei film della TRILOGIA, che davvero non si spiega, una violenza continuata e perdurata ai danni dei fans, come se George Lucas negli anni avesse abbracciato il lato Oscuro del Vaffanculo e volesse prendersi la sua rivincita su tutti i fanboys e le fangirls del mondo, colpevoli di, beh robetta, averlo reso un miliardario che vive in una reggia con il parquet fatto di legno di sequoia millenaria.

Parlando de L’Impero colpisce ancora ho citato Randal e Dante, i due celebri commessi creati da un grande fan di Star Wars (e nerd) come noi ovvero Kevin Smith. Mi tocca citarlo ancora perché a mio avviso il regista del New Jersey ha riassunto bene il problema dicendo una cosa tipo: “Di che parla ‘La Minaccia fantasma?’. L’inizio sembra un film su di un negoziato, poi si mette a parlare di rotte commerciali, poi racconta della difficile coesistenza tra le popolazioni di Naboo per poi diventare una gara di corsa”. A mio avviso non si poteva spiegare meglio di così questo film.

Episodio I è una picconata in faccia alla semplicità di Guerre Stellari, dimenticatevi il semplice schema, protagonista biondino buono e vestito di bianco, contro cattivo gigante vestito di nero. “La minaccia fantasma” perde un’infinità di tempo a parlare di cose completamente inutili e malgrado il fatto che si tratti del primo episodio, la sensazione è comunque quella di un film che inizia da metà, il che se ci pensate è assurdo, perché Guerre Stellari (Episodio IV) era davvero la metà della storia, eppure si capiva perfettamente!

Sgusci, chi è quel pazzo che ha tradotto Pod Racer in… Sgusci!

Lucas non pago, decide di occuparsi di tutto, quindi non ci sono scusanti, la disastrosa sceneggiatura è firmata di suo pugno. Ho sempre trovato scandaloso il fatto che in tre film della “Prequel Trilogy” non ci sia una singola frase che mi sia rimasta impressa, considerando invece che LA TRILOGIA la conosco quasi totalmente a memoria, direi che il paragone è impietoso.

L’inizio del film non è così male, personalmente ho sempre apprezzato il design dei droidi, sia i fanti da battaglia, che quelli rotolanti in stile “Nel fantastico mondo di Oz”, i rappresentati della federazione dei mercanti che parlano come Ivan Drago (o Borat, nel doppiaggio italiano) riesco anche a sopportarli, di fronte alla volontà di portare in scena Droidi e astronavi più classiche, come se stessimo assistendo ad un film ambientato negli anni ’50 del mondo di Star Wars… Il problema è che l’illusione finisce drammaticamente presto, sfondandosi il cranio contro la realtà della pellicola.

Il primo errore clamoroso è… No, non Jar Jar, quello è il secondo in ordine di entrata in scena, cerchiamo di restare lucidi di fronte a questo disastro. Il primissimo problema è la caratterizzazione del giovane Obi-Wan: per anni dopo la fine di Episodio III, Ewan McGregor ha dichiarato di essersi annoiato moltissimo sul set di Star Wars, così tanto da decidere di evitare il più possibile le grandi produzioni, la sua filmografia parla chiaro, possiamo considerare lo Scozzese un altro di quelli che è rimasto scottato malamente da questo film.

«Ehi bambino, ti do 5 Euro se mi fai uscire da questo film senza che nessuno mi veda»
Il problema è che Obi-Wan è un personaggio piatto e monodimensionale, non ha un passato e nemmeno un’evoluzione, entra in scena accanto a Qui-Gon Jinn che lo presenta, questo è il mio apprendista Obi-Wan Kenobi e qui dovrebbe partire l’emozione dei Fanboys che piangono e si commuovono. In realtà è un personaggio talmente anonimo che se Qui-Gon avesse detto “questo è il mio apprendista Gianfilippo”, sarebbe stata la stessa identica cosa, ma con quintali in meno di fan service.

Quin-Gon e Gianfilippo Kenobi in una scena del film “Il nome della rosa”.

Ora, io ho provato ad essere pragmatico e realistico, ho cercato di ignorare, di mettere la testa sotto la sabbia, di dimenticare, ma questo commento sta girando intorno al grosso elefante che sta in mezzo alla stanza, ovvero: l’affare Jar Jar Binks.

Il primo personaggio completamente digitale della storia del cinema, pensato a tavolino per piacere ai più piccoli, per vendere centinaia di miliardi di gazilioni di pupazzi, giocattoli, magliette, tazze, fermaporta e vibratori a marchio Star Wars, il risultato è LO SBAGLIO, il più grosso mai visto in un film di questa portata. Jar Jar è l’idiota codardo che diventa l’eroe, è talmente centrale in questo film che mi stupisco che non abbiano scelto di intitolarlo “Star Wars – Episodio I: Arriva Jar Jar!”.

Ti odio e ti odierò per sempre maledetto.

Non so come sia successo, Jar Jar è un personaggio che al primo dialogo fa tenerezza per il suo modo buffo di parlare e che dopo qualche minuto in cui NON smette di parlare, fa venire voglia di abbracciare il Lato Oscuro solo per staccargli la testa dal cranio con la spada laser. Come sapete sono un grande appassionato dei Simpson ed ogni volta che vedo Jar Jar non riesco a non pensare a Pucci il cane.

Se avete familiarità con la famiglia di Springfield, sapete di che parlo, per gli altri, dico solo che il celebre cartone animato preferito da Bart intitolato “Grattachecca e Fichetto” decide di aggiungere allo storico duo un cagnone pensato dal reparto Marketing per piacere al pubblico, risultato: il pubblico lo odia. La differenza è che non riesco a credere che George Lucas non si sia reso conto di aver partorito un’idea del cazzo di questa portata. Il film che mi sono fatto nella mia testa è che tutti i collaboratori intorno a lui, pur di assecondarlo, non abbiano avuto il coraggio di fargli notare la questione e più gli “Yes Man” annuivano, più Lucas dedicava minuti a Jar Jar, ottenendo come disastroso risultato un Wookie che si morde la coda.

Jar Jar riassume la sua esistenza in un FACCIAPALMO.
Inoltre, il personaggio fa così schifo, che quasi nessuno ha sottolineato il fatto che si tratti di uno stereotipo razziale, uno dei pochi a farlo è stato il sempre brillante Aaron McGruder, grande creatore di una delle migliori strisce a fumetti che vi potrà mai capitare di leggere (“The Boondocks”, no, se avete visto il cartone animato NON è la stessa cosa credetevi), la sua striscia dedicata alla liberazione di Jar Jar è solo uno dei tanti momenti epici di quel fumetto (consigliatissimo). La cosa curiosa è che McGruder è stato autore del soggetto di “Red Tails”, film che probabilmente abbiamo visto in due, prodotto da George Lucas, spero sul serio che Aaron si sia vendicato sputando nella tazze del caffè di Lucas ogni volta che ha potuto farlo sul set di quel film.

Grazie di esistere Mr. McGruder…. Ed ora tutti a leggere i Boondocks!

Ciuccato completamente la versione giovane di Obi-Wan e con la spalla comica che prende il sopravvento su tutta la pellicola, inzaccherando tutte le scene del film, parliamo di Anakin, il bambino destinato a diventare quello che probabilmente è il più iconico cattivo di sempre, un personaggio drammatico e carico di pathos. Quando entra in scena questa specie di “piccolo fans” di Nino D’Angelo, con il faccione tondo e i capelli tagliati a scodella, non ho mai capito bene cosa pensare, forse è stata una precisa scelta di Lucas per sottolineare quanto il Lato Oscuro abbia corroso Anakin un tempo solare e rubicondo. In ogni caso, quando Jake Lloyd apre la bocca, ti viene voglia di afferrare Jar Jar per i piedi ed usarlo per colpirlo fortissimo.

Prima vi parlavo del mio complesso rapporto con i mesi che hanno preceduto l’uscita di Episodio I, ricordo anche Lucas dichiarare di aver fatto provini a milioni di bambini (che detta così suona in maniera sinistra, visto che nella mia testa Lucas è una specie di Jabba in camicia a quadrettoni…) prima di scegliere Jake Lloyd. Allora io dico: ma proprio uno che NON sa recitare dovevi prendere!? Considerando che per il ruolo di Anakin adulto abbia poi scelto quell’inutile palo di Hayden Christensen, la precisa volontà di sfanculare tutti i fan di Guerre Stellari inizia a delinearsi, in maniera inquietante.

«Figliolo ti prego, non recitare mai più, fallo per la tua mamma»

Jake Lloyd non solo è fastidioso e non sa recitare, ma urla tutte le sue battute, spero che il cast sia stato dotato di tappi per le orecchie, ma non pago e, soprattutto mai domo, Lucas continua nella sua chirurgica distruzione di quanto creato con tanta fatica anni prima. Sì, sto pensando a quella parola con il trattino che nessun fan di Star Wars vorrebbe mai sentire, siate forti: Midi-chlorian.

“Porco Mondo” (Cit.), vuoi fare il prequel che spiega per filo e per segno come Anakin sia diventato cattivo? Non serve secondo me, ma OK diciamo che sei miliardario e possiedi i diritti sui tuoi personaggi, quindi puoi fare quello che ti pare, hai già demolito Obi-Wan ed Anakin, almeno cerca di non fare del revisionismo storico anche sulla Forza… Invece no! Lucas si mette in testa di dare un’origine scientifica alla Forza, oddio, che poi scientifica è una parola grossa, prima Giorgione s’inventa gli stramaledettissimi Midi-chlorian, descritti come degli organismi all’interno del sangue, poi troppo pigro per scrivere qualcosa sul padre di Anakin, decide di tagliare corto e trasformare il parto del bambino in un’Immacolata Concezione a base di Midi-chlorian. Per riassumere i Midi-chlorian sono il virus dell’influenza che invece di farti venire la febbre a 40 gradi, ti fanno diventare incinta del Prescelto, un’aspirina e una settimana di riposo a letto e passa tutto, anche sta fantasia di fare il Cavaliere Jedi da grande!

Tra le poche cose azzeccate de “La minaccia fantasma” c’è solo Qui-Gon Jinn, non perché sia un personaggio scritto così bene (in mezzo a sto casino sarebbe stato un miracolo), ma perché è stato affidato all’attore giusto. Liam Neeson è enorme, in tutti i sensi, tanto che è stato necessario disegnare nuovamente tutti gli storyboard del film e modificare alcuni dei Set, che originariamente erano stati pensati per un attore di circa 1.80, per evitare che l’irlandese, con il suo metro e 93 centimetri non sembrasse Chewbacca dopo essersi fatto la barba, via con le modifiche!

Prima usata una spada laser, ora qualcosa di ancora più letale… Un telefono!

Giova ricordare che il Liam Neeson del 1999 non era ancora quello di oggi che disintegra cellule terroristiche usando telefoni cellulari, non che abbia perso un millimetro del suo carisma (anzi), ma allora era percepito come un attore “serio” e ci credo! Aveva fatto Darkman.

Il suo Qui-Gon funziona alla grande, ha l’eleganza di un cavaliere di altri tempi, una spade Laser verde fighissima e resta sempre molto riflessivo, anche se di fatto è quello hippy della cumpa, infatti il consiglio dei Jedi lo bacchetta perché è il ribelle del gruppo, inoltre tratta malissimo Jar Jar per tutto il tempo, quando lo afferra al volo per la lingua, facendolo finalmente stare zitto ogni volta mi fa venir voglia di applaudire.

Uno di noi! Liam uno di noi! Uno di nooooooi! Liam è uno di nooooooooooi!

L’unico altro personaggio riuscito del film è, ovviamente, Darth Maul, non credo ci sia una sola cosa sbagliata in lui, il look è perfetto, la spada laser doppia è fighissima, nel 1999 era diventato già un personaggio di culto anche prima che nessuno gli avesse ancora mai sentito pronunciare una singola riga di dialogo. Per altro, dialoghi ben scarni, a memoria direi che in tutto il film dica solo: “Sì, Maestro” e “Ora potremo rivelarci, ora avremo al nostra vendetta”, ma potrei sbagliarmi. Per darvi un metro di paragone 1999 vs. 2015, non ho visto lo stesso stato di elettricità nell’aria per Kylo Ren, come vidi allora per Darth Maul…

Guarda caso, i due personaggi più riusciti del film, si ritrovano uno contro l’altro nella scena migliore della pellicola che spicca perché arriva dopo quasi due ore di schifo assoluto e inutile spreco di CG. Ovviamente, mi riferisco al duello tra Qui-Gon Jinn e Darth Maul. Ora, io non so perché qualcuno dovrebbe piazzare delle enormi barriere laser che si accendono temporizzate come le lucine dell’albero di Natale in una stanza, ma il risultato visivo è una scena davvero epica. Quando Qui-Gon si inginocchia per meditare prima delle battaglia, mentre Darth Maul fa scintillare la spada laser contro le barriere, io mi esalto tantissimo!

Alla faccia della spada “Demosithiana” di Kylo Ren.

Perché diciamolo chiaramente: anche nella TRILOGIA, i combattimenti con le spade laser non erano spettacolari, erano carici di pathos e di dramma quello sì, ma mai davvero spettacolari. Questo, invece, è l’unico che coniuga spettacolari effetti (avere Ray Park sotto il trucco di Darth Maul aiuta e non poco) ad ancora un po’ di emotività, giù il cappello anche per la bellissima “Duel of the fates” di John Williams, ennesimo pezzo mandato a segno dal Maestro.
Alla fine il Sith è stiloso (oppure dovrei dire Sthiloso?), mentre a Qui-Gon un po’ ci si affeziona, anche solo per il fatto che ha dovuto sopportare sia Jar Jar Prezemolinks che Nino D’Anakin.

Infatti, cosa fa quel genio di George Lucas? Non solo fa morire gli unici due personaggi riusciti del film (eliminare Darth Maul poi, è stato un errore clamoroso, vista anche la mancanza di cattivi decenti nei film successivi), ma per tutto il tempo il loro scontro viene interrotto dall’inutile (e atroce) battaglia finale, dove ovviamente lo stramaledetto Jar Jar tiene banco, continuando a svicolare sugli oggetti e facendo “Homerate” per continuare il parallelismo con i Simpson.

Della battaglia finale non mi va nemmeno di parlare, a livello logico è davvero una minchiata: i Gungan si presentano con clave e bastoni, per combattere dei carri armati. In compenso Anakin prende il volo e aiutato da R2 (detto C1) fa esplodere qualcosa (non ho mai capito cosa) e vince la battaglia… Se chiedete a me, C1 (detto R2) non fa altro che continuare a fare quello che ha sempre fatto, anche nella TRILOGIA, ovvero: risolvere le situazioni più spinose (“Ferma tutti gli schiacciatori di rifiuti del livello di detenzione!”) senza prendersi nessuna gloria, provate a guardarvi la saga di Star Wars (tutti e sei i capitoli) e contate le volte in cui C1 (detto R2) salva la situazione, capirete chi è il vero protagonista della serie.

Se non fosse per questo tracagnotto, sarebbe tutto finito in uno schiacciatore di rifiuti.

Lassù vi parlavo di “Fanboys”, bisogna dire che i protagonisti di quel film, arrivavano fino ai titoli di testa de “La minaccia fantasma” e la loro avventura terminava lì, noi invece, siamo quelli che sono andati oltre, che sono sopravvissuti alla domanda fatidic:a “What if the movie sucks?”. Noi siamo quelli che abbiamo gioito per il ritorno del creatore originale della saga alla regia e poi lo abbiamo visto devastare sistematicamente tutti i bei ricordi accumulati per anni, lo abbiamo capito tutti troppo tardi, quando abbiamo realizzato che Episodio I “It sucks, for real” e abbiamo capito anche un’altra cosa: non dobbiamo temere né il senatore Palpatine, né il ritorno dei Sith,  la minaccia fantasma, quella vera, si chiama George Lucas, con la sua sistematica demolizione del mito da lui stesso creato.

Se poi per qualche malaugurato caso, in un momento di bontà, vi balzasse per la testa il fatto che forse non è tutta colpa di Lucas, ricordatevi che nel 2010, ha deciso di rimandare questo film nelle sale di tutto il mondo… In 3D (storia vera). George Lucas hates all of us

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