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Star Wars – The Acolyte – Stagione 1 (2024): la colica stellare

Sono sempre più convinto che quella famosa introduzione, o se volete una bella dichiarazione di rinuncia di responsabilità, che annunciavo qualche tempo fa legata a tutti i nuovi prodotti a marchio Star Wars, dovrei decidermi a scriverla per davvero.

Mi sono anche stufato ogni volta di iniziare con la premessa che è sempre la stessa, su “Infernet” questa nuova “The Acolyte”, detta “La colite,” detta “l’accollo” (se state dalle parti di Roma), detta “La colica” pensata un po’? Ha generato polemiche… Ohhh che novità! Ormai lo sappiamo che una certa parte di pubblico vive per fare a cazzotti sulla tastiera (l’unico modo che conoscono) con i casting delle serie tv, se poi quelle stesse serie, sono legate ai personaggi e marchi che evocano l’infanzia proprio come “Guerre Stellari”, la situazione esplode. Ecco, forse potrei tirare dritto e riassumere tutto dicendo leggetevi l’effetto He-Man.

Farsi largo tra i fan di Star Wars ad ogni nuovo lavoro targato Star Wars.

Però ormai il gioco lo sappiamo, una serie che aizza i fan(atici) è una serie che crea interazioni in rete, perfetta per generare articoli acchiappa click quindi via così, una macchina del fango che alimenta sé stessa, sempre sperando che sia fango. Anche perché dopo l’ottima Andor e la solida Ahsoka, la serie “Star Wars” sembravano aver trovato una strada, mentre con questo accollo, prima di tutte le polemiche che francamente non mi interessano minimamente, risulta essere una serie pigra e francamente anche realizzata con parti non nobili del corpo, per soluzioni narrative ma soprattutto per messa in scena.

Sulla carta “La colica” sarebbe anche un soggetto interessante, ambientata cento anni prima de La minaccia fantasma, la trama si mette in moto grazie alla ricerca di vendetta di un misterioso personaggio fermamente intenzionato a massacrare maestri Jedi come se non ci fosse un domani. Ad indagare viene spedito il maestro Jedi Sol (Lee Jung-jae), che credo sia il quinto fratello di una famiglia composta da Do, Re, Mi, Fa, La e Si, ma lui si distingue perché ha una Padawan di nome Jecki Lon (Dafne Keen).

Quinto di sette fratelli. Tutti molto intonati.

Da dove iniziare? Dall’inizio di questo pasticcio, perché storicamente l’inizio è un buon punto di partenza a meno che voi non siate Goerge Lucas che in merito ha teorie tutte sue. Il primo gancio per portarsi a casa i trenta/quarantenni consiste nell’affidare alla Trinity di Matrix, ovvero Carrie-Anne Moss, il ruolo della Jedi di nome Indara personaggio il cui tasso di cazzutaggine è inversamente proporzionale al numero di minuti che passa in scena, era dai tempi di Darth Maul che non si assistiva tutti a tale spreco di potenziale.

«Vieni a prendere la pillola verde a scoprire quanto è profonda la tana del bianconiglio»

Ora, io di mio quando mi trovo davanti ad una storia che si gioca il gemello malvagio, ho già i miei problemi, o sei un genio che sa come giostrarsela alla grande, oppure già iniziamo in salita, ma quello che mi turba profondamente di “La colica” non è certo il casting, oppure l’utilizzo sbarazzino delle pietre Jedi che qui, cambiano colore con la facilità delle sorpresine degli anni ’90. No, quello che mi turba è che la storia di Osha e Mae Aniseya (Amandla Stenberg) sia una roba di una banalità abbacinante, avete presente quando scherzando si parla di trama scritta sul retro di un tovagliolo? Ecco proprio così, se non per il fatto che per quantitativo di svarioni, soluzioni senza nessuna continuità interna, ma anche solamente logica, “La colite” è un fuoco di fila di momenti che in Boris avrebbero definito di “Locura”, ma non quella bella, pazza nel senso migliore del termine, più che altro la fiera della soluzione narrativa a tirar via.

Ho anche cercato di tener traccia dei grandi perché sollevati dagli episodi di questa sorta di costosa “fan fiction”, ad esempio, mi spiegate esattamente il senso di quell’episodio in cui di colpo, le protagoniste si mettono a salmodiare una nenia femminista contro i Jedi, che come noto non possono avere figli, e che quindi hanno delegato il lavoro sporco della riproduzione alle donne? Cioè, va bene, hai voluto inserirla tanto da farci un’intera puntata sopra su queste che intonano ‘sto coro, va bene, ma poi? A che scopo? Per portare la trama dove? Oppure ancora, perché sparare proprio a quel personaggio, dopo aver ribadito con tale forza che lo stesso, doveva restare in vita a tutti i costi? Ed ancora, le motivazioni del Sith senza nome sarebbero? Devo andare avanti? No perché ho seriamente perso il conto dei “grandi perché” generati da questa serie.

‘Azzo ti ridi, ma ‘anvedi ‘sto scemo d’un Sith!

Va detto che The Book of Boba Fett era una serie mediocre salvata da un paio di puntate, quella su Obi-Wan Kenobi un disastro senza scusanti, a meno che voi non siate dei Darth Vader-sessuali a cui basta la sua presenza per giustificare tutto, ma con “The Acolyte” si è toccato un nuovo livello di concetto di serie fatta a tirar via, vorrei concentrarmi solo su un elemento che mi sta molto a cuore, i combattimenti.

Hai tutti questi Jedi, tutti insieme, al massimo del loro splendore, possibile che le coreografie di lotta siano così oscene e impresentabili? Nel settimo episodio, uno dei miei Jedi preferiti, il Wookie di nome Kelnacca (Joonas Suotamo) tira un bel calcio a girare a Sol, è chiaro che il calcio andrà lungo a colpire la parete, invece il montaggio stacca male ed è realizzato peggio, tanto che il piedone peloso del Wookie colpisce un punto che si trova a due metri da dove la normale logica avrebbe lasciato intuire che quel piedone si sarebbe schiantato, tutto così, il trionfo del montaggio a caso.

Metto una foto sola, tanto sono gemelle, risparmio.

Per non parlare di Jedi che storicamente, sono sinonimo di saggezza che qui di colpo, sembrano aver tutti battuto la testa, dei tonti mai finiti intenti a prendere decisioni una più idiota dell’altra, ad esempio, l’episodio 1×05, voglio dire stai affrontando il Sith mascherato con l’identità più facile da intuire di sempre (tanto che pensavo che i pacchiani tentativi di depistaggio della puntata precedente, fossero un modo becero per preparare un colpo di scena, invece niente), la cui peculiarità è affettare a metà le spade laser altrui, di colpo ti trovi disarmato e circondato da Jedi morti e spade spezzate ma come abbiamo visto, ancora funzionanti, usare la Forza per acchiapparne un paio, brutto?

Francamente non saprei nemmeno cosa aggiungere, se non che a tenere alta la baracca ci pensano le prove dei convinti Lee Jung-jae e Manny Jacinto, che però da soli non bastano, in otto episodi sono rimaste aperte così tante sotto trame (ve lo dico? Che non verranno mai chiuse) che una seconda stagione mi sembra inevitabile, ma quando generi un tale livello di dilettantismo, tra sceneggiatura, regia e messa in scena, tanta da essere costretto a due secondi di apparizione di extra lusso, con un cameo tosto di nuca, pur di cercare di risollevare le sorti della tua serie (e far generare un altro articolo acchiappa click), allora io mi chiedo, ho ancora voglia di farmi venire il nervoso guardando una roba che con così tanti Jedi, dovrebbe piacermi già solo per questo? Non credo.

Il VERO utilizzo della Forza.

“L’accollo” sono certo, verrà rivalutato all’uscita della prossima produzione targata Star Wars perché si sa, l’ultimo lavoro dedicato alla saga è sempre il più bello o il più brutto in assoluto, meno male che i Jedi non vivono di estremi eh? Sta di fatto che al momento, se “La colica” voleva dare una scalpellata alla Pietà di Michelangelo che era la rappresentazione dei Jedi nell’immaginario, allora ci sono riusciti, se fosse stato fatto volontariamente, avrei parlato di gesto Punk, ma qui penso che sia solo il risultato di un clamoroso scivolone sulla classica buccia di banana.

Per un secondo parere vi rimando alle pagine di Need for Geek e come sempre, vi ricordo lo speciale della Bara dedicato a Guerre Stellari!

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