Il bello è che sono io che di mia spontanea iniziativa, deciso di infilarmi in questi post che andrebbero riassunti così: “Strange Darling” è un film che andrebbe visto senza sapere nulla della trama perché sono le sue svolte a tenere banco. Quindi per oggi abbiamo finito, buona giornata a tutti ci vediamo domani!
… Non me la cavo così vero? Eh niente, lo ribadisco, sono io che mi infilo in questi post vicolo cieco e poi tocca uscirne, vorrei quasi dire quasi come succede alla protagonista di “Strange Darling”, ma poi sembrerebbe uno di quei collegamenti che di solito fa Enrico Mentana, quindi la prendo alla lontana.
Ho sempre sognato di vedere un Horror che inizia dalla fine, spiego, perché così passerei per uno che sogna di guardare i film dai titoli di coda a quelli di testa. Avete presente l’inizio di Venerdì 13 – Parte II? Inizia un minuto dopo la fine del primo capitolo e vede la “Final Girl” che ha già completato il suo canonico percorso, da Miss fidanzatina d’America a canottierata tipa tosta sopravvissuta con le unghie e con i denti al mostro di turno, poi sappiamo tutti quanto dura questo trucchetto nel citato secondo capitolo di “Friday the 13th”, però io sogno proprio un Horror così, che si apre con la “Final Girl” che ammazza il mostro, qualche minuto per bendarsi le ferite e realizzare che sì, è viva, l’ultima rimasta in piedi e poi, il difficile ritorno a casa, magari incappando per sfiga in… Quello che volete voi, gli UFO, una setta satanica, un’invasione di Zombie, insomma un cambio di genere cinematografico nei primi quindici minuti di film, in modo da sfruttare le dinamiche e l’esperienza di un personaggio diventato da poco a sua volta cacciatrice.
Devono essere riflessioni che gli appassionati di Horror fanno più spesso del previsto, perché JT Mollner, che arriva da una lunga esperienza di cortometraggi ed è già al lavoro sull’adattamento di “La lunga marcia” di King (anzi, Richard Bachman… tanti auguri capo, ti aspetto all’arrivo si spera a braccia aperte), ha pensato a “Strange Darling” partendo da una scena: la Final Girl che corre a rallentatore verso il pubblico, che poi è l’inizio di questo film, anche se beh, a dirla tutta, non è il suo vero inizio.
“Strange Darling”, come è riassunto in qualche poster promozionale dal suo sottotitolo è letteralmente un thriller in sei capitoli, perché scaglionato in uno, due, tre, quattro, cinque e sei capitoli (più un epilogo e una scena dopo i titoli di coda), ma non lineari, per questo nei vari festival dove sta girando prima di uscire nelle sale americane, si è scomodato il nome di Quentin Tarantino, che questo trucco l’ha reso familiare al pubblico.
Da qui iniziano i cazzacci miei a trattare questo film, perché il bello di “Strange Darling” è il suo ragionare sulla figura della Final Girl, sul giocare sulle aspettative del pubblico e nel saper dosare a modino le sue svolte, il sospetto consiste nel lecito dubbio: questo film reggerà ad una seconda visione? Con tutte le “scatole” aperte, rivedere il film avrà ancora la stessa forza? Al momento non saprei giudicare, avendolo visto una volta sola non ho la coperta calda di Padre Tempo in cui avvolgermi, di sicuro JT Mollner furbino, forse lo sa anche lui, per questo deve aver pensato di scombinare l’ordine dei capitoli, anche per proteggere le varie svolte, in modo da giocarsi le carte giuste nel momento migliore, risultato? La priva visione tiene botta, per le altre? Chiedete al Cassidy del futuro.
Altre informazioni che vi posso condividere, “Strange Darling” decide di iniziare dal capitolo 3 (“Can You Help Me? Please?”), una caccia all’uomo anzi, alla donna. Un assassino soprannominato il Demone (i baffi di Kyle Gallner) insegue una donna chiamata solo beh, la donna (Willa Fitzgerald), lui sfoggia una camicia a quadri da Taddeo cacciatore, non si fa problemi a sparare al lunotto posteriore dell’auto della donna che si salva per miracolo, già ferita prima dalla sua fuga disperata, scopriremo solo nei capitolo successivi i trascorsi tra i due, una delle prima svolte raccontabili arriva nel capitolo (“The Mountain People”), l’unico, insieme al sesto (di cui non vi riporto il titolo per non anticipare nulla) cronologicamente posizionati al loro posto come quarto e sesto capitolo.
I “The Mountain People” del titolo sono una coppia di anziani survivalisti quasi teneri nella loro bizzarria, da cui mi sarei anche aspettato grandi cose, visto che ad interpretare Genevieve e Frederick, troviamo la mitica Barbara Hershey e il grande Ed Begley Jr. purtroppo niente svolta tipo retrobottega di Zed, anche se una volta capito il gioco, quasi l’attendevo, ma “Strange Darling” si concentra su altro.
Il film di JT Mollner, nel 2024, ha tutto per scatenare un vespaio su “Infernet”, perché contiene elementi per aizzare la porzione di pubblico misogina, ma anche quella misantrica, insomma non ci va tanto per il sottile, solo perché ormai fin troppi sono abituati ad usare la testa solo per tenere separate le orecchie e a semplificare a colpi di etichette. Fino a che punto siamo abituati dal genere cinematografico a dare per scontate certe dinamiche e certi ruoli? Se pensiamo ai telegiornali o allo schifo vomitato sui Social, se una donna muore o subisce violenza, il primo sospettato è l’eventuale compagno, quando poi la cronaca nera sfugge a queste dicotomie, anche chi riporta le notizie resta spiazzato, perché non ha pastoia da gettare agli squali.
Dove voglio arrivare a parare? Più o meno attorno al fatto che la vita prevede tutte quelle sfumature di grigio (ed ora che ci penso questa espressione potrebbe essere un indizio su una delle svolte di “Strange Darling”, sapevatelo!) che i Social, i giornalisti in cerca di click facili e in generale, chi ama dare una risposta semplice ad un problema complesso non concepisce. JT Mollner gioca bene su concetti come il limite del consenso, sull’inversione di ruoli e sul classico “pubbliche virtù” e “vizi privati”, la fa senza ammorbare il pubblico, perché comunque il film è una grande fuga, se escludiamo i capitoli uno e due (cronologicamente terzo e quinto) dedicati ai trascorsi tra “The Demon” e “The Lady”, per gli altri il ritmo è abbastanza alto, quindi si corre, ci si spara e si cerca di restare vivi il più a lungo possibile.
A rendere tutto credibile, anzi forse proprio a nobilitarlo ci pensano “Lady” Willa Fitzgerald, che firma un prestazione selvaggia, a mani basse la migliore in campo, per intensità e capacità di adattarsi alle svolte, verrebbe quasi da dire conti alla mano, che vale più la sua prova di un film in cui lo ripeto, non so come potrebbe risultare alla visione numero due, perché una volta che quelle “scatole” vengono aperte e l’effetto sorpresa è andato, la riflessione potrebbe non essere poi così approfondita e quello che resta è un bell’esercizio di narrazione, che non a caso ha esaltato uno che di questo argomento se ne intende parecchio, mi riferisco a Stephen King, immagino sarà felice che JT Mollner abbia per le mani anche l’adattamento del suo (anzi, di Bachman) romanzo “La lunga marcia”.
Per quanto riguarda “The Demon”, Kyle Gallner sta giustamente mezzo passo dietro a Willa Fitzgerald, sensato considerando la trama, classico attore che avete visto ovunque e che qui con quel baffo malandrino, fa pensare al fratello minore del Tom Hardy di “Bronson”, direi che già questo è un ottimo complimento.
Ultima ma molto interessante: il direttore della fotografia, che fa anche un cameo vocale nella scena dopo i titoli di coda, si chiama Giovanni Ribisi, non è un omonimo ma è proprio quel Giovanni Ribisi, a memoria mia forse l’unico caso di attore che diventa direttore della fotografia, non del classico film in digitale come da moda imperante del 2024, ma di un titolo girato in pellicola 35mm, anzi, girato bene in pellicola 35mm, perché se riuscite a non farvi distrarre dai capitoli disposti in modo buffo, dalle svolte e dalle potenziali polemiche da “Infernet”, questo “Strange Darling” è un gioiellino esteticamente molto curato, tanto di cappello al buon Giovanni capace di sfoggiare anche questo insospettabile talento.
Sono arrivato alla fine del post senza fare nemmeno una rivelazione? Urca! Pare di sì, ora bisogna solo attendere l’eventuale uscita nostrana del film, al momento non ho notizie, ma ve ne accorgerete perché parafrasando John Matrix: vedrete esplodere la Terra i Social. Consideratevi avvisati.
Creato con orrore 💀 da contentI Marketing