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Summer of fear (1978): vacanze estive con Wes Craven

Il 2 agosto nasceva uno dei prediletti di questa Bara, quindi mi sembrava giusto rendere omaggio a Wes Craven con un titolo che era rimasto fuori dalla rubrica dedicata al Maestro di Cleveland, un piccolo film televisivo, grazie Don Max per averne scovato una copia.

Zio Wes aveva già sganciato sul mondo due horror fondamentali come L’ultima casa a sinistra e Le colline hanno gli occhi, ma a dirla tutta Hollywood non aveva proprio steso i tappeti rossi ad un iconoclasta come lui, ecco perché nel 1978 Craven accettò di dirigere un piccolo film per la televisione tratto da un romanzo di Lois Duncan, la scrittrice americana famosa soprattutto per il suo “So cosa hai fatto (1973), probabilmente ricorderete il film omonimo del 1997.

I canali televisivi NBC e CBS, affidarono il compito di adattare il romanzo “Summer of Fear” (1976) agli sceneggiatori Glenn M. Benest e Max A. Keller, anche se il titolo scelto per i passaggi televisivi del film fu “Stranger in our house”. Dopo l’ottimo riscontro di pubblico, il film venne distribuito in alcuni cinema in giro per l’Europa, con il titolo del romanzo da cui era ispirato e con cui ancora oggi lo trovate in DVD se riuscite a pescarlo su qualche bancarella.

Con queste temperature è davvero l’estate della paura.

L’altro grande nome associato a questo film oltre a quello di Wes Craven è sicuramente quello della protagonista, Linda Blair era già assorta al suo stato di icona grazie al successo di L’esorcista, ed era anche già tornato al genere che l’aveva lanciata con L’esorcista II – L’eretico, ma erano anche iniziati i suoi guai personali con la legge, quelli che sono entrati a far parte della tumultuosa leggenda dell’attrice, che proprio per cercare di rimettere un po’ in carreggiata la sua carriera, accettò un ruolo da protagonista in un film per la tv, l’ultimo suo ruolo da attrice in un titolo per il piccolo schermo, le successive apparizioni di Linda Blair in televisione, sarebbero stati tutti ruoli in telefilm più o meno celebri (storia vera).

L’indomabile criniera di Linda Blair.

“Summer of fear” inizia con un’auto in corsa su una strada di montagna, sembra quasi un incubo della protagonista Rachel Bryant (Linda Blair), che però quando si sveglia scopre che zia Marge e zio Ryan che vivono tra i monti Ozark, sono morti per davvero in un incidente stradale, lasciando sola la loro unica figlia Julia (Lee Purcell), la cugina della protagonista che di fatto diventa una sorta di sorella maggiore per l’entusiasta Rachel, ben felice di averla a casa. Avete già capito che i problemi non si faranno attendere.

Rachel si allena ogni giorno per le sue gare di equitazione, problema: quando il suo cavallo Sundance (si chiama come un gelato o un festival cinematografico famoso) vede per la prima volta Julia, ha la più classica delle reazioni alla Frau Blücher (primo indizio). Bisogna dire che qui lo zio Wes ci ha messo lo zampino, perché nel racconto originale di Lois Duncan, la protagonista aveva un cocker spaniel, Craven ha pensato di utilizzare i cavalli perché Linda Blair prima di iniziare a recitare, aveva familiarità con questi animali, quindi tanto vale sfruttare il suo talento di cavallerizza per il film (storia vera).

Cameo di un giovane BoJack Horseman!

Rachel entusiasta dall’avere questa sorta di sorella acquisita, le prova tutte per mettere Julia a suo agio, per prima cosa la porta al centro commerciale e le presenta la sua migliore amica, l’infermiera Carolyn, interpretata da una giovanissima Fran Drescher, si proprio “La Tata” Francesca, qui largamente sotto utilizzata dalla storia ma parecchio pubblicizzata, di solito la prima notizia che capita di leggere relativa a “Summer of Fear” è proprio relativa alla presenza nel cast della popolare attrice.

Altro giro, altra stella del piccolo schermo, Fran “La Tata” Drescher.

Quando Rachel presenta Julia a tutti, sottolinea come sia cresciuta tra i monti Ozark, ma in realtà sia nata nel Massachusetts (secondo inizio), tanto che uno dei personaggi di contorno, facente funzione di spiegone con le gambe, il professor Sotutto (Macdonald Carey), appena conosce la ragazza le parla dei suoi studi di occultismo (terzo indizio), così, senza che nessuno glielo abbia chiesto, tipo quelle persone che devono raccontarti per forza cosa hanno fatto nel fine settimana anche se a te, proprio non frega un accidente.

Ritrovare i temi cari a Wes Craven in questo film su commissione è complicato, la trama è in equilibrio tra Thriller e Horror, solo nel finale la storia svela le carte, di fatto “Summer of Fear” non è tanto diverso per budget, tono e atmosfera agli altri futuri lavori televisivi di Craven, titoli come Invito all’inferno e Sonno di ghiaccio, più il regista provava ad allontanarsi dall’Horror più gli proponevano soggetti così, non si scappa.

La trama minimale non è proprio impossibile da intuire, Julia cerca di prendere il posto nella vita di Rachel, prima in maniera sottile, poi sempre più sfacciata man mano che la trama diventa sempre più spudorata (o svogliata, fate voi). Ad esempio il vestito per il ballo scolastico che Rachel sta cucendo, addosso a Linda Blair sembra uno di quei pigiamoni di flanella con le tasche, quelle per stare sul divano, mentre indossato da Julia la fa passare per una top model, dettagli così, anche perché il passaggio di consegne del vestito avviene quando Rachel si sveglia la mattina del ballo con dei buffoni enormi sul volto, un colpo di coda di Pazuzu? Quasi.

Il potere di Cristo ti espell… Ah no scusate, l’abitudine.

Questo piccolo film per la televisione non può certo vantare un budget vertiginoso, quindi per il trucco tocca arrangiarsi, il film risente poi delle caratteristiche proprie del nostro zio Wes, che quando sapeva restare concentrato era tra i migliori registi in circolazione, mentre quando si distraeva beh, un po’ meno. Ecco perché per mostrarci Linda Blair a casa malata che si annoia, Craven inquadra la ragazza intenta a lanciare carte da gioco in un cappello (davvero Wes?), ma allo sesso tempo quando il dramma colpisce duro, Craven fa di necessità virtù, la scena della gara di equitazione (con inevitabile dramma), se non altro funziona e fa il suo dovere, anche se fossi in voi non mi affezionerei troppo a Sundance, che ha la sfiga di aver capito tutto prima di tutti.

Il libro sulla stregoneria con tutte le risposte già pronte, perfetto per la collezione di Lucius.

Negli ultimi venti minuti “Summer of Fear” si gioca la rivelazione, grazie all’ennesima consulenza con il professor Sotutto (personaggio facente funzione di svolta narrativa con occhiali), scopriamo che una strega non può essere fotografata, in quanto essere non reale non rimane impresso su pellicola, verrebbe da chiedersi allora come facciamo noi spettatori a vederla nel film ma non facciamoci questo tipo di domande metacinematografiche, non è il caso con “Summer of Fear”. Meglio goderci il “Cat fight”, la lotta tra gatte tra Linda Blair e Lee Purcell che si prendono per i voluminosi capelli nella camera oscura, un luogo misterioso per i più giovani, roba da archeologia prima dell’epoca dei “Selfie”.

“Summer of Fear” getta la maschera in maniera spudorata nel finale, un po’ come succederà ancora in Benedizione mortale, dove l’equilibrio tra sospetto e prova certa di un intervento paranormale era gestito comunque con un po’ più di delicatezza (un po’, non troppa), con un paio di lenti a contatto degne della festa di Halloween, la natura di Julia viene messa in chiaro, le sue motivazioni un po’ meno, ma a quel punto zio Wes ci distrae tornando idealmente all’inizio del suo film, infatti “Summer of Fear” termina come è cominciato, con auto che sfrecciano e sgommano fuori controllo.

Guarda che con l’espressione fotografie bruciate non s’intende quello!

Insomma, sono ben felice di aver potuto colmare questa lacuna, perché mi era rimasto sul gozzo aver dovuto saltare questo capitolo ai tempi della rubrica sul registra di Cleveland, inoltre è sempre bello vedere la gavetta dei grandi Maestri, anche perché parliamoci chiaro, la gavetta di Craven è stata la più incredibile mai vista, probabilmente nella settima arte, quindi ci tenevo ad avere questo titolo, per ricordare lo zio Wes in occasione del suo compleanno.

Anche perché proprio il regista di Cleveland non ha dimenticato questo titolo, volete la prova? In Scream nel ruolo di una giornalista che piazza il microfono sotto il naso a Sidney sapete chi ha voluto Craven? Proprio lei, Linda Blair (storia vera).

Non l’avevate mai notata, vero? Ora sapete dove cercare.

Insomma è sempre un piacere trovare una scusa per rendere omaggio ad uno dei prediletti di questa Bara, qui sotto trovate un po’ di link da cliccare fortissimo!

Il Zinefilo presenta un’intervista rilasciata da Wes Craven e Vengono fuori dalle fottute pareti presenta Nightmare. Mentre per un altro po’ di passione per lo zio Wes Craven, vi ricordo la rubrica!

Sepolto in precedenza 2 agosto 2022

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