Tra i miei contatti di quella che in gergo si chiama “bolla”,
devo dire che questo film animato sull’idraulico (non dei film porno) più
famoso del pianeta aveva generato una certa attesa, al vostro amichevole
Cassidy di quartiere invece, più che altro sorrisi sardonici.
Trovo buffo che il film del 1993 sia stato un tale disastro, che per convincere i vertici della
Nintendo, Hollywood sia dovuta tornare sui propri passi: vi giuro che questa
volta lo faremo tutto animato! Niente attori! Vi prego concedeteci i diritti!
Le mani sul bottino le hanno messe quelli della Illumination
Entertainment, che bisogna dirlo, si sono impegnati, ma il risultato finale
resta un prodotto quasi indistinguibile dal resto della loro produzione. Che
siano Minions oppure animaletti parlanti, i film della Illumination
mentre li guardi ti strappano un sorriso, magari anche un paio di risate, di
norma sono animati piuttosto bene, ma la sensazione è che tu abbia bisogno di
un minore da accompagnare in sala per giustificare la tua presenza, per “Super
Mario Bros. – Il film” il discorso è davvero lo stesso.
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Il tuo attrezzo non ha prezzo, fa gli idraulici felici aver solo attrezzi amici! (cit.) |
La storia, diretta da Aaron Horvath e Michael Jelenic,
inizia con Mario (Chris Pratt, da noi Claudio Santamaria) e Luigi (Charlie Day),
due fratelli idraulici legatissimi tra di loro, alla ricerca di nuovi
clienti per la loro impresa di famiglia. Cercando di domare un’inondazione
provocata dalle tubature difettose sotto la città, trovano un varco spazio
temporale che li trasporta da Brooklyn al regno dei funghi. Giuro che cercherò
di non fare battute lisergiche su questo, però che sia lo stesso identico
inizio del film del 1993 ve lo devo
proprio far notare, solo che qui ci siamo almeno risparmiati i dinosauri.
Cavalcando l’opera occidentale più citata di sempre,
ovvero il mago di Oz, i nuovi precipitati a Fungolandia fanno la conoscenza di tutti i bizzarri locali, dal fungo
Toad (Keegan-Michael Key) fino alla principessa Principessa Peach in originale
doppiata da Anya Taylor-Joy, anche detta gioia-per-gli-occhi, come la chiama Quinto Moro.
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Foto a caso di Anya Taylor-gioia-per-gli-occhi solo per aumentare il numero di visualizzazioni! |
Può mancare il despota? Per fortuna qui non è fatto a forma
di Dennis Hopper ma è il tartarugone incazzato – che però si esibisce languido al pianoforte – Bowser, che a ben guardarlo però
è fatto a forma di Jack Black che gli presta la voce. A mani basse quello più ispirato di tutto il
film, visto che non solo si è presentato alla prima del film vestito come il
suo personaggio (storia vera), ma ancora una volta è riuscito a dare alla sua
prova un’impronta molto Rock, non aggiungo altro, godetevela. Che peccato però che il punto più alto della sua
carriera, Giacomo Nero lo abbia raggiunto nel 2003, da allora ha scoperto i
funghi, ma non quelli di Super Mario… Scusate, avevo promesso niente battute.
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Combattere il potente Bowser (Giacomo Nero è sempre il migliore!) |
Pregi: il film dura 92 minuti e come sempre per i prodotti Illumination
è un’infilata di gag che vanno dal simpatichino al divertentino, nessuna
propriamente memorabile per un film che si impegna molto, anzi moltissimo, ad onorare
tutta l’iconografia dei videogiochi con l’idraulico protagonista. Quindi
potrete godervi le battute su “Jumpman” (primissimo nome del personaggio) ma
anche un Donkey Kong riportato alle origini e doppiato dal solito prezzemolino
Seth Rogen.
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Il mio preferito è sempre stato il gorillone, lo avreste mai detto? |
Non mancano nemmeno strizzate d’occhio cinematografiche,
anche qui però siamo nel campo del simpatico, come trasformare la corsa di
Mario Kart in un grosso omaggio a Mad Max – Fury Road, che con Anya Taylor-gioia-per-gli-occhi nella zona delle
operazioni, mi fa solo venire più voglia di vedere “Furiosa” e basta. Ma nel finale ci troverete anche un po’ di Guardiani della Galassia, un film che zitto zitto, ormai è diventato un modello virtuoso per Hollywood.
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«AMMIRO! Ma come si frenaaaaaaa!» |
Difetti: la coppia di fratelli si separa presto, perdendo
così la loro chimica di coppia molto azzeccata. Mario alle prese con Peach
non è esattamente la stessa cosa a livello di dinamiche, anche perché nel 2023 non si può raccontare
di una principessa da salvare, quindi deve essere una tipa tosta che si salva
da sola, poco male, alla fine sono dettagli, perché in “Super Mario Bros. – Il
film” l’unico senso di meraviglia è dato dall’ottima animazione, dalle
strizzate d’occhio alla mitologia del personaggio (tipo la trovata dei guanti) però
sembra un film con una grossa ansia da prestazione, quella di dover far felici i fan.
Anche perché parliamoci chiaro, The last of us sembra l’unica
variante possibile, coinvolgere il creatore del videogioco, l’unico con
la testa dura necessaria per battibeccare con i suoi stessi fan. Ma ormai la
via maestra per gli adattamenti dei videogiochi al cinema è chiara, si chiama Sonic.
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Mario è uguale al gioco? Successo assicurato! |
Quello che conta è che i personaggi, una volta arrivati al
cinema siano esteticamente IDENTICI alle loro controparti videoludiche. Se per
caso i tuoi grafici sottopagati fanno una cazzata, tu scherzaci sopra, rimedia e vai avanti. Ecco perché “Super Mario
Bros. – Il film” sembra un catalogo di momenti alla Mario, tutto intento a
ricrearli identici sul grande schermo, ma dimenticandosi il dettaglio di
costruirci attorno anche un film in grado di essere davvero coinvolgente, non
solo simpatichino.
Probabilmente i fan lo ameranno, i bambini sicuramente, io che nel passaggio da un
formato all’altro amo vedere un adattamento, mi sono divertito più o meno come con qualunque altro film della Illumination, il che vuol dire che se non ne scrivo in fretta, facile che tra pochi giorni me lo dimenticherò. Ma forse questa operazione semplicemente
non è per me, parafrasando la celebre frase del gioco: «Grazie Cassidy, ma la
principessa è in un altro castello!»