Bizzarro destino quello di “Swamp Thing” un titolo che fa
scattare sull’attenti parecchi appassionati di fumetti, a ragione anche, perché
ci troviamo di fronte ad un vero classico.
La paternità del personaggio della DC Comics, è stata un
lungo contenzioso che alla fine ha visto trionfare Len Wein e un maestro del
fumetto horror americano come il grande disegnatore Bernie Wrightson. Ma il
personaggio ha avuto l’apice della sua popolarità negli anni ’80, in
particolare nel 1982 quando un Wes Craven ancora in cerca del suo ruolo da
maestro del cinema Horror nell’industria cinematografiche, portò sul grande
schermo il film ribattezzato in uno strambo Paese a forma di scarpa “Il mostro
della palude”, titolo che ha avuto un seguito se vogliamo ancora più pop nel
1989 “Il ritorno del mostro della palude”.
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I primi passi di Swampy al cinema. |
Nel mezzo tra queste due sortite al cinema di “Swampy”, la
popolarità vera è arrivata proprio sulla pagine del fumetto, è stato Alan Moore a far fare a questa serie il
salto da fumetto horror di culto a titolo fondamentale. Il mago di Northampton si è messo invece definitivamente sulla mappa geografica dei talenti arrivati dalla
vecchia Inghilterra per conquistare il fumetto americano, il ciclo di storia di Moore sulle pagine di “Swamp Thing” è
ancora oggi considerato un classico.
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V for |
Ed ora che i personaggi dei fumetti al cinema e in
televisione non sono più un tabù, “Swamp Thing” ci riprova questa volta con una
serie televisiva prodotta dall’iperattivo James Wan e da Len Wiseman, anche
regista dei primi due episodi. Time Out Cassidy!
riescano a starmi al limite dell’insopportabilità totale, più del pupazzo Wan e
del regista del “Die Hard” sbagliato, beh è anche difficile da assemblare, ma
con mia somma sorpresa tra alti e bassi, la prima stagione di “Swamp Thing” si
lascia guardare, anche se dovrei dire prima ed unica stagione, fine del Time Out
Cassidy.
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James Wan? Metticeli due fantasmi ogni tanto! |
Si perché mentre la serie era appena stata annunciata, e con
solamente il “Pilot” mandato in onda, è arrivata subito la notizia della
cancellazione, questa volta non dettata da motivi di ascolti, ma per ragioni comunque non proprio chiarissime. Si perché pare che buona parte dei fondi necessari per
girare la serie, arrivassero dallo stato della Carolina del Nord, dove quasi
tutti gli episodi sono stati girati, che non garantendo ulteriori fondi, ha
ucciso in culla le aspirazioni della serie.
Distinta Concorrenza voglia lanciare il suo canale streaming, su cui rilanciare
tutti i suoi prodotti compreso “Swamp Thing”, insomma poche idee ma confuse,
sta di fatto che la serie ho voluto vederla in ogni caso, e tra qualche
lungaggine di troppo tipica delle moderne serie tv, è anche uno spettacolo
abbastanza valido.
scienziata bona) che torna a casa in Louisiana, ufficialmente per indagare su
uno strano virus che sta seminando vittime nello stato, ufficiosamente per fare
i conti con il suo tormentato passato, molto ben rappresentato da Maria
Sunderland (una rediviva Virginia Madsen) e da suo marito Avery (Will Patton)
che in città fa un po’ il bello e il cattivo tempo.
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Protagonista niente male, davanti a locandine di un certo spessore. |
La svolta arriva con l’incontro con l’esperto di piante Alec
Holland (Andy Bean) tanto un bravo ragazzo, ma anche uno sfigato mica da
ridere, cioè trovatelo un protagonista che gira in pantaloncini e Birkenstock
che riesca anche a sembrare figo dai! Quindi quando cade nella palude esposto
alla strana tossina e si trasforma nella cosa delle palude, beh un netto
miglioramento di look!
l’aspetto generale è quello di una serie piuttosto ben fatta, il verdastro
protagonista è realizzato in buona parte con ottimi trucchi prostetici vecchia
maniera, applicati sui 196 centimetri di altezza di Derek Mears, che avete
visto senza trucco in qualche film anche recente, e magari ricordate come ripieno degli Yautja di Predators.
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Facile fare i grossi con Greta Thunberg, provate a prendervela con lui! |
L’uso centellinato con giudizio della grafica
computerizzata, rende al meglio lo scatenarsi dei poteri di “Swampy”, con i
suoi rami che sembrano tentacoli, la serie regala tutti quei sinistri terrori
tipici degli Horror nelle paludi che uno vorrebbe sempre vedere, il problema
come al solito è una certa lunghezza ormai tipica di tante serie televisive,
che si ritrovano con troppi minuti a disposizione, oppure con una trama troppo
stringata. Che poi a dirla tutte se pensate che un uomo trasformato in vegetale
mostro della palude abbia poco da dire, è perché non conoscete il potenziale del
personaggio, che purtroppo la serie un po’ spreca.
aperta sui titoli delle singole puntate della serie, perché dopo ci torniamo. Si
intitola “The Anatomy Lesson” proprio come una delle più importanti storie di
Alan Moore scritta per il personaggio, quella che ha cambiato per sempre la
percezione che tutti i lettori avevano del personaggio, esiste uno “Swamp Thing”
prima di La lezione di anatomia, e
uno dopo. Non so se per la voglia di rendere omaggio al meglio al personaggio,
oppure perché la notizia della cancellazione era già arrivata, ma l’episodio è
un adattamento di quella storia e della sua clamorosa svolta finale, con una
piccola differenza.
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Gli effetti speciali giusti, che servono a fare schifo il giusto. |
Una faccenda è assistere alla rivelazione che cambierà per
sempre il personaggio, dopo anni che leggi le sue storie a fumetti, ben diverso
invece a livello di impatto emotivo, arrivare dalla stessa conclusione con un
personaggio che esiste da otto episodi, e ne ha solamente dieci per raccontare
la sua storia, che infatti resta ovviamente troncata da un finale aperto, e da
una scena dopo i titoli di coda. Ma anche questi sono i rischi di guardare una
serie tv, sarà anche brutto da dire, ma nata morta.
per rendere più allettante per me questa serie, era intitolare quasi tutti gli
episodi con il titolo di una canzone di Bruce Springsteen, beh lo hanno fatto! Worlds
Apart (1×02), Darkness on the Edge of Town (1×04), Drive All Night (1×05), The
Price You Pay (1×06), Brilliant Disguise (1×07), Long Walk Home (1×08) e per
finire Loose Ends (1×10), sarebbe stato carino capire quali altri pezzi
avrebbero utilizzato per le prossime stagioni, ma siamo arrivato già a fine corsa.
un cantante del New Jersey per una serie tv su un personaggio dei fumetti della
Louisiana, ora io voglio una serie tv su un personaggio del New Jersey con i
titoli delle canzoni di Louis Armstrong, fatemi una serie su Toxic Avengers
subito!
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La comparsata di lusso: Adrienne Barbeau! |
Muovendomi tra motivi di interesse e citazioni interne
gustose, nell’episodio 1×08 compare anche la mitica Adrienne Barbeau, che recitava nello “Swamp Thing” diretto da Wes
Craven, ma la trovata divertente per me resta il nerd e attore di film di serie
B, che gestisce la videoteca locale (tappezzata di poster di “Annabelle 3”, per
strizzare l’occhio al pupazzo UAN, mentre ascolta la colonna sonora di Ragazzi Perduti) che di nome fa Cassidy, e
ciliegina sulla torta è interpretato dal biondo di Beverly Hills 90210 Sharknado. Non vi dico le risate ogni
volta che qualcuno nella serie lo chiamava per nome.
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“Ho trovato un blog con un tizio che si chiama come me! Possiamo fargli causa?” |
Insomma sono convinto che di bellezze e natura rigogliosa in
pericolo, in film pieni di mostri della paludi abbiamo sempre un gran bisogno. Questa
serie era partita molto bene ma senza speranza di futuro, il risultato ottenuto
è da considerarsi il meglio che si poteva fare in queste condizioni, oppur il
pupazzo James Wan e Len Wiseman sono fortunati, perché se sulla lunga distanza
avessero fatto un casino con il “mio” Swamp Thing, sarebbe stata l’ennesimo
punto a loro sfavore.
non ho capito se il vostro Swamp Thing era davvero quello giusto, oppure un “brillante
travestimento”, sempre per dirla alla Springsteen, in ogni caso siete stati
salvati dalla campanella.