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Star Wars – Tales of Empire (2024): la Disney applica l’ordine 66

Rilasciato in occasione dello Star Wars Day di quest’anno, la serie di cortometraggi “Tales of Empire” ci concentra prima sul personaggio di Morgan Elsbeth e poi su quello di Barriss Offee, un ideale seguito di Tales of Jedi, ma dedicato all’altro lato della Forza.

Il formato è lo stesso, tre puntate a personaggio e in generale una qualità grafica davvero notevole, che riprende lo stile delle ultime stagioni di The Clone Wars, con una parte, diciamo tecnica, davvero rodata, sia per animazione che per l’utilizzo della colonna sonora, drammatica ed incalzante, firmata da Kevin Kiner, nome legato a quasi tutti i prodotti animati di Star Wars.

Ha i tatuaggi in faccia, ma non è una cantante trap.

Ma se Tales of Jedi era una piccola chicca che rischiava di passare inosservata, la sua ideale stagione numero due sembra non utilizzare altrettanto bene i pochi minuti disponibili come faceva nella prima tornata di puntate, con l’aggiunta di qualche problema di continuità, nemmeno piccolo.

I tre corti dedicati a Morgan Elsbeth sono collocati in tre momenti diversi della storia ufficiale di Guerre Stellari, la guerra dei Cloni, il massacro delle sorelle della Notte e la sua carriera come magistrato di Corvus, va detto che il primo corto resta il più riuscito, anche grazie alla ferocia di Grievous, mai così minaccioso dai tempi dell’altra Clone Wars, quella messa fuori canone.

Indovinate chi è tornato?

Da qui in poi “Tales of Empire” va spegnendosi, sia per intensità che per le riscritture, ormai lo sappiamo che la Disney ha piallato tutto il materiale proveniente dall’universo espanso, la direttiva, l’ordine 66, è semplice: non avrai nessuna continuità se non quella delle opere che trovi disponibili su Disney+ ed etichettate come canoniche. Romanzi, fumetti e videogiochi verranno considerati alla strega dei Ribelli e combattuti.

Uno dei momenti più drammatici, ma anche uno dei pochi davvero riusciti.

Per assurdo anche i romanzi, da sempre canonici, dedicati al personaggio di Thrawn, che qui ne esce carismatico ed un passo avanti a tutti, ma piallato di un’enorme fetta della sua storia e della sua caratterizzazione che ve lo dico, non verrà trattata mai dalla Disney, un vero peccato che Dave Filoni abbia prima recuperato l’ammiraglio Thrawn dai romanzi scritti da Timothy Zahn, ma poi abbia pensato bene, seguendo le direttive di scuderia, di ignorare tutti i trascorsi del personaggio. Immagino che da fanatico di Star Wars, questa decisione deve anche avergli pesato, ma come uno dei personaggi della saga, davanti alla possibilità di narrare il suo “Mandoverso” (spero che nessuno lo chiamerà mai così!) ha affrontato il tuo tormento e fatto la sua scelta.

Unisciti agli inquisitori, abbiamo le spade laser rosse!

Va un po’ meglio, o per lo meno, “Tales of Empire” ha un guizzo con il primo corto dedicato alla tostissima Barriss Offee, molto enfatico il suo ingresso nell’inquisitorio, ma dopo questo la piattezza narrativa inizia ad avere il sopravvento, peccato perché la disparità tra lato estetico e contenuto balza agli occhi. Malgrado tutti questi difetti, meglio di altri lavori a tema Jedi più in vista disponibili su Disney+, ma di coliche, accolli e coliti parleremo a breve su queste Bare.

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