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Tales of Halloween (2015): dolcetto o scherzetto con Neil Marshall e soci

Anche se siamo nel periodo dell’anno in assoluto più lontano da Halloween (quello passato ma anche il prossimo), la festa preferita degli appassionati di Horror mi offre l’occasione per completare l’opera, benvenuti all’ultimo capitolo della rubrica… Marshall Love!

Dopo Centurion a scomparire non è stata solo la Nona legione del film, ma anche il suo regista, un lungo esilio sul piccolo schermo in cui Neil Marshall ha diretto episodi per tutte le maggiori serie tv, spiccando ogni volta, ma a memoria mia non ricordo di un altro regista mandato a Sant’Elena come accaduto allo zio Neil. Per riportarlo dietro alla macchina da presa di un film, Marshall ha avuto bisogno del fondamentale contributo di Axelle Carolyn, attrice (era una delle “Pitte pittate” in Centurion), scrittrice, giornalista, regista e ai tempi, moglie di Neil Marshall.

Il buon vecchio Neil ama i film girati in famiglia (e le bionde).

Grazie a Axelle Carolyn viene fondata “The October Society”, un collettivo di registi che si mette presto all’opera per sfornare un antologico Horror, che come sapete sono una mia grande passione fin dai tempi di Creepshow. Non cito Romero a caso (non lo faccio mai), perché questi dieci racconti non solo sono tutti ambientati durante la notte di Halloween, ma letteralmente nello stesso momento, visto che molti dei protagonisti in tv sono impegnati a guardare una replica di La notte dei morti viventi, a mani basse il classico più citato e mostrato nei film, anche perché i suoi diritti sono ormai decaduti da tempo e nessuno può pretendere soldi se mostri uno spezzone del capolavoro di Romero nel tuo film.

“Tales of Halloween” è tenuto insieme da una cornice di lusso, nel ruolo di voce narrante ritroviamo Adrienne Barbeau, ancora una volta DJ della notte, tanto per mandare a segno la prima di tante citazioni Carpenteriane sparse lungo i 92 minuti del film, percepiti la metà visto che questa antologia fila via che è una meraviglia.

Nessuno negherà i dolci a questo bimbo!

Si comincia con “Sweet Tooth” diretto da Dave Parker (quello del notevole “The hills run red” del 2009), che strizza parecchio l’occhio ad Halloween visto che prevede un bimbo mascherato, il “golosone” del titolo, impegnato ad uccidere famiglia e babysitter, per rimettere le mani sui dolcetti negati, una leggenda di Halloween che in pochi minuti viene tramandata come un monito per invitare i più piccoli a comportarsi bene. Una cosetta divertente e grondante sangue nata nel segno del Maestro, visto che il bambino a cui la storia dell’orrore viene narrata, sfoggia un costume di Halloween da Jena Plissken. Se volete divertirvi ad andare a caccia di citazioni, omaggi e facce note (in questo film ci sono tutti, da Stuart Gordon a Barbara Crampton, passando per Caroline Williams giù fino ad Adam Green), questi 92 minuti vi offriranno caramelle per i vostri denti, basta dire che qui compare addirittura una barretta di cioccolato marca… Carpenter.

Chiamami Jena Mela.

Nel secondo racconto “The night Billy raised hell”, Darren Lynn Bousman per lo meno non fa danni, non quelli che caratterizzano la sua filmografia almeno, visto che è la storiella di un bambino vestito da diavoletto, preso in ostaggio dal diavolo in persona e utilizzato come capro espiatorio (per restare in tema satanico), per la sua notte di paura e delirio. Spirito alla “South Park” per un segmento in cui si ride di gusto, se invece volete inorridire, guardatevi qualcuno dei film di Bousman, ha diretto bojate da brividi e non nel senso buono del termine.

«Sai che somigli molto ad Adrianne Curry?», «Perché sono Adrianne Curry!»

Stupisce invece Adam Gierasch con il suo “Trick”, dove un gruppo di adulti viene preso d’assalto da una banda di bambini assassini, ma è la svolta a rendere questo racconto interessante, le motivazioni dietro a questo piccolo assedio potrebbero far patteggiare anche voi per i giovani aggressori.

“The weak and the weaked” di Paul Solet mi ha convinto ben poco, malgrado lo sguardo da matta di Gracie Gillam, questa storia di vendetta gira un po’ a vuoto e lascia presto spazio al ben più riuscito “Grim Grinning Ghost” diretto proprio da Axelle Carolyn.

La faccia da schiaffi di Gracie Gillam basta a fare reparto.

Ad una festa (ovviamente di Halloween), dove tra gli ospiti troviamo la fattucchiera Lin Shaye e Mick Garris conciato da fantasma dall’opera, la protagonista viene perseguitata da una sinistra presenza. Detta fuori dai denti? Questo segmento è basato su una sola scena davvero riuscita, anche se è girata come una signora scena, che non solo salva tutto il lavoro di Axelle Carolyn, ma riesce a rendere questo segmento uno dei più efficaci di tutta l’antologia.

Guarda che bel costumino citazionista ha tirato fuori per Halloween il nostro Mick!

Lucky McKee invece gioca con la sua versione da lite domestica di Hansel e Gretel, in “Ding Dong”, dove a svettare è Pollyanna McIntosh nei panni di una sorta di strega, tutta basata sulla capacità dell’attrice di andare sopra le righe come richiesto dalla storia.

Tre braccia, per portare la spesa a casa mi farebbero comodo.

L’episodio defaticante di John Skipp intitolato “This means war” ci porta nel mezzo di una guerra di addobbi di Halloween tra un posato signore e i suoi nuovi vicini di casa metallari, spassoso ma “Praticamente innocuo” (cit.)

Il premio “Prendo quello che ha preso lui” va decisamente a Mike Mendez, quello di Lavalantula che con il suo “Friday the 31st” porta in scena il suo Jason Voorhees in azione durante un’altra festa del calendario, 31 invece che il solito 13, con UFO, alieni animati a passo uno, Final Girl che tornano in vita per vendicarsi e strizzate d’occhio a Evil Dead come se non ci fosse un domani, tanta adorabile caciara insomma.

Il delirio, quello bello delirante!

“The Ransom of Rusty Rex” di Ryan Schifrin è un rapimento del tutto dimenticabile, si ricorda per un solo motivo, l’apparizione dal nulla del mio amico John Landis, che con il suo sorrisone riempie lo schermo e con il suo piccolissimo ruolo da attore, salva il segmento dall’oblio della memoria.

«Certo che quel Cassidy di stare senza di me proprio non è capace eh?»

Il meglio per la fine, anche perché se questo film fa parte di questa rubrica lo dobbiamo esclusivamente a “Bad Seed”, diretto da Neil Marshall con uno stile in grado di far rimpiangere tutti gli anni passati dal nostro in esilio sul piccolo schermo.

Il soggetto è volutamente scemissimo, ma è il modo in cui Marshall racconta la storia a renderlo l’episodio più memorabile di tutta l’operazione: coltellate! La prima inquadratura mostra delle coltellate, la vittima è una zucca scolpita come da tradizione della festa di Ognissanti. Con il suo nuovo faccione spaventoso e i denti aguzzi, ora la zucca è pronta a vendicarsi divorando lo scultore.

Con tutta la zucca che mangio, mi sento un po’ in colpa adesso.

Neil Marshall con il giusto bilanciamento di effetti speciali vecchia scuola e CGI, si gioca un mostro che si muove con zampette fatte di radici, che riesce nella stessa inquadratura ad essere un omaggio sia a La Cosa che a Dark Star, giusto per ricordarci quanto per Marshall, il Maestro John Carpenter sia sempre il suo nord magnetico.

Come citare non uno, ma due film di Carpenter nella stessa inquadratura.

Per non perdere l’abitudine, la protagonista è l’ennessima tipa tosta della filmografia di Marshall, la detective McNally (Kristina Klebe). In pochissimi minuti il maresciallo Neil dirige un segmento in equilibrio tra horror e action fin troppo breve, che è un po’ il (non) problema di “Tales of Halloween”, alcuni segmenti sono brillanti e durano troppo poco, altri lo sono meno quindi sembrano durare fin troppo. Quello di Marshall vince tutto con un finale a sorpresa che apre nuovi scenari e che si gioca un cameo di lusso, quello di Joe Dante che con la sua apparizione conclude il film facendoci esaltare tutti.

Sua Maestà Mighty Joe, sempre un piacere!

Insomma, “Tales of Halloween” tornerà buono per tutti i prossimi 31 ottobre da qui all’eternità, ma è anche il film con cui Neil Marshall ha interrotto la maledizione, tornano a dirigere film per il Grande schermo, nel frattempo ha cambiato moglie passando da Axelle Carolyn a Charlotte Kirk, che ritroveremo nel cast anche del prossimo film del maresciallo Neil, in uscita se tutto va bene e dopo un bel giretto in tutti i festival che contano ad agosto, dita incrociate. Quindi sappiate che potrebbe non passare troppo tempo prima di veder tornare Neil Marshall su questa Bara, dove comunque sarà sempre il benvenuto!

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