Da un po’ di tempo mi è tornata secca la passione per le Tartarughe Ninja, in realtà mai sopita per davvero, solo nuovamente infiammata dalla lettura dei fumetti della IDW e dalla possibilità di aver potuto incontrare dal vivo Kevin Eastman, a mani basse il miglior momento in questo sgangherato 2023 (storia vera).
In vista dell’uscita del nuovo film d’animazione delle Tartarughe (tenetevi “Barbenheimer” io voglio solo “Caos mutante” meglio noto come “Caos mutande”), ho pensato di portare un po’ di verde su questa Bara, occasione perfetta per parlare di uno dei fumetti migliori che mi sia capitato di leggere nel 2022, pubblicato in cinque albi per la IDW e poche settimane fa nel corso del 2023 dalla Panini Comics, altamente consigliato, inutile dirlo.
Leggete la serie contemporanea delle Tartarughe, supervisionata da Eastman edita da IDW? Conoscete le Tartarughe solo per i primi fumetti degli anni ’80 di Eastman e Laird? Oppure per i cartoni animati o i film? Non importa, i personaggi sono così popolari che questa ideale “ultima storia delle Tartarughe Ninja” potrebbe essere letta da chiunque, anche perché ha avuto una lunga genesi.
Pensata dai due papà delle Tartarughe nel 1987, la storia è stata scritta ma mai pubblicata, per via del lungo periodo di separazione, umana e artistica tra Kevin e Peter, che si sono riavvicinati solo recentemente dopo essere stati anime gemelle artisticamente parlando, ma di questo vi avevo già parlato. Anche perché le origini di questi personaggi così iconici e perfetti (tanto da restare in voga per quarant’anni quasi immutati malgrado siano mutanti) la trovo ancora una delle più incredibili dell’industria dell’intrattenimento.
Dopo tutti questi anni, “L’ultimo ronin” ha visto la luce solo ora diventando un classico istantaneo, inutile girarci attorno, nella lunga storia delle TMNT questo fumetto è già una tappa chiave della storia dei personaggi.
Nata dal soggetto di Eastman e Laird, sceneggiata dal grande Kevin insieme a Tom Waltz (responsabile della serie IDW) con i disegni volutamente “Milleriani” di Esau e Isaac Escorza e Ben Bishop, basati sui layout dello stesso Eastman – che si occupa anche di disegnare i flashback e le porzioni del diario di Splinter, un salto indietro nel tempo in tutti i sensi! – “L’ultimo ronin” chiude il cerchio con le origini dei personaggi.
Lo stile di “L’ultimo ronin” ha molto della serie originale, quella indie, cupa e con le fasce monocolore delle tartarughe con cui tutto è iniziato, anche se va detto, sono stati gli stessi Eastman e Laird ad integrare la differenziazione dei colori del cartone animato nella loro serie, giusto per smentire qualche falsa credenza da “Infernet”.
Scusate se continuo a guardare al passato e non ancora al fumetto di oggi, ma le origini sono importanti qui, le TMNT non sarebbero mai esistite senza l’influenza di Maestri come Jack “The King” Kirby e Frank Miller (abbiamo parlato anche di questo), infatti “L’ultimo ronin” sta alle Tartarughe Ninja come Il ritorno del Cavaliere Oscuro sta a Batman, almeno per i personaggi, non per portata sull’industria del fumetto eh?
La premessa è la stessa, un futuro distopico dove domina una dittatura capitanata da Oroku Hiroto, figlio di Karai e nipote dello storico nemico delle Tartarughe Ninja, Oroku Saki, meglio noto come Shredder.
Il primo numero di “L’ultimo ronin” è pochi fronzoli, tutta azione: New York è circondata da mura, citando il Maestro, fuggire è impossibile, entrarci è follia. Per la sua missione di vendetta a nuotare nella pozza tossica che era il fiume Hudson e a scalare le mura ci pensa l’ultimo ronin del titolo, evidentemente una tartaruga mutante e ninja, ma dalla fascia nera, impossibile da riconoscere visto che usa tutte le armi, i Sai di Raffaello, i Nunchaku di Michelangelo, la katana di Leonardo e i bastoni Bo di Donatello, oltre a dei Tonfa elettrificati fighissimi.
Chi è l’ultimo ronin è uno dei motivi di interesse del volume, quindi da me non lo saprete, ma è la soluzione più logica e sensata di tutte, oltre quella drammaticamente più efficace, che fa di questo misterioso personaggio un vero ronin, votato alla vendetta.
Essendo un fumetto che va dritto per dritto, l’identità viene svelata presto dalla rediviva April O’Neill, anche lei aderente alla versione per cui i nostri personaggi dell’immaginario in versione futura, debbano essere un po’ “sgarrupati” ma ancora decisamente cazzuti.
Eastman e Waltz attraverso una serie di flashback che non appesantiscono mai la storia, ma anche grazie alle pagine del diario di Splinter disegnate dallo stesso Eastman, ci aggiornano sul passato tragico dei personaggi, su come la tregua tra il clan dei nostri Ninja e quello di Oroku si sia interrotta nel sangue, dando il via alla missione di vendetta del protagonista.
“L’ultimo ronin” chiude alla perfezione il cerchio (lasciandosi aperta una porticina, proprio come la serie del Cavaliere Oscuro di Miller, infatti è già uscito negli Stati Uniti il seguito/prequel, volete un post anche su quello?), una storia cruda, coinvolgente, piena di scene di lotta e mosse marziali disegnate per benino, per un fumetto davvero riuscito. Non era affatto semplice aggiungere qualcosa alla lunga storia di questi personaggi, ma “L’ultimo ronin” è già un classico istantaneo all’interno dell’iconografia dei personaggi creati da Kevin Eastman e Peter Laird, che per altro compaiono in una vignetta, quasi meta-narrativa.
Nei prossimi giorni arriveranno altri post a tema Tartarughe Ninja, in compenso vi lascio con il post di Need for geek mentre qui sotto trovate la rubrichetta tutta verde a tema.
Sepolto in precedenza domenica 27 agosto 2023
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