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Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991): Hasta la vista, sequel!

Ogni tanto, per fortuna capita di ritrovarsi a scrivere di un film così grosso da riuscire ad influenzare il genere a cui appartiene, la cultura popolare, la storia del Cinema e perché no, anche la vita degli spettatori. Succede un po’ meno spesso che capiti due volte in fila all’interno della stessa saga cinematografica. “Terminator 2” fa sicuramente parte di questa stretta rosa di titoli.

Vi ho già parlato diffusamente del mio rapporto con il primo film della saga, questo secondo capitolo ha dalla sua la sicurezza di essere probabilmente uno dei migliori “numeri 2” di tutta la storia del Cinema, il motivo va sicuramente ricercato nella cura con cui è stato realizzato, nel talento di James Cameron, ma anche, nella sua volontà di essere stato pensato, scritto e girato per concludere definitivamente la saga. Ah, prima di dimenticarmi… Serve davvero che vi dica che questo film è un CLASSIDO?

Il primo film si concludeva con minacciose (e metaforiche) nuvolacce nere nel destino dei protagonisti e dell’umanità, 10 anni dopo gli eventi della prima pellicola, ritroviamo Sarah Connor (Linda Hamilton) rinchiusa al Pescadero, ospedale psichiatrico di Los Angeles e appena appena più cazzuta della cotonata ragazzina che abbiamo conosciuto nel primo film. Suo figlio John Connor (Edward Furlong), passa da una famiglia adottiva all’altra (“Non è mia madre… Toooooodd!”), a questo punto sapete cosa succede, perché lo schema è lo stesso del primo film: Skynet manda un Terminator per uccidere il ragazzo, la resistenza manda un guerriero solitario per proteggerlo…. Si tratta soltanto di scoprire, quale dei due lo avrebbe trovato per primo…

PARA-PA-PA-PA! PARA-PA-PA-PA!

Ehm, scusate, ho un piccolissimo problema con questo film, l’ho visto giusto qualche volta, quindi vi avviso le citazioni cadranno dal cielo a coppie di due.


Tanto lo fate anche voi PARA-PA-PA-PA! Quando vedete i titoli di testa del film, come se non vi conoscessi.

James Cameron nel suo testardissimo testone, capisce la cosa principale da fare, quando si trova a dover dirigere il sequel del film che lo ha reso celebre nel 1984, decide intelligentemente di espandere l’iconografia del mondo da lui creato e di spingere sui punti di forza. Ed è chiaro a tutti, ma proprio a tutti, sia quelli che hanno visto il film 87654 volte, sia quelli che lo vedono per la prima volta, che il personaggio che calamita l’attenzione è il Terminator di Arnold Schwarzenegger, è lui quello per cui tutti fanno il tifo… Infatti, in questo secondo capitolo, è proprio il T-800 quello che torna indietro per proteggere John Connor, o almeno, un modello della stessa tipologia.

Ma l’idea originale di Cameron, era di avere due Terminator già nel primo film del 1984 e uno dei due, nei piani originali, doveva essere liquido, piccolo problema: il budget disponibile per la prima pellicola non era sufficiente… Alla fine era un problema di liquidità AH! Ah! L’avete capita? L’Liquidità? Anno 2029, Skynet manda indietro nel tempo un Terminator, per uccidere Cassidy prima che faccia questa tremenda battuta.


«Lascialo finire il commento del film…. Ma poi uccidilo prima che faccia altre battute come questa»
Forte di un super budget (65 milioni di ex presidenti spirata stampati su carta verde) e soprattutto della tecnologia utilizzata per creare il “Vermone” d’acqua nel suo film precedente (The Abyss, sì sì, ne parleremo un giorno…), Cameron ripesca la sua idea originale, creando l’avversario perfetto: il letale T-1000, interpretato dalla mascella storta e lo sguardo glaciale di Robert Patrick.

Lo so che è stupido, ma quella mascella storta manda in crisi l’ossessivo/compulsivo che c’è in me…

L’idea, diciamocelo, è geniale, perché così facendo Cameron crea uno schema che in altri film Sci-Fi verrà copiato tale e quale, ovvero: contrapporre un guerriero massiccio (ovviamente Swarzy) e tecnologicamente superato ad uno più agile e più avanzato (“…ovvero più perfezionato?” “Sì, un T-1000, lega policometallica mimetica”, “Che?”, “Metallo liquido” …. Basta la smetto!). Il che se ci pensate è perfettamente logico: Skynet può contare sugli ultimi ritrovati tecnologici, mentre il massimo che può fare la resistenza, è sottrarre i vecchi Terminator e riprogrammarli. Questo è quello che intendo quando parlo di dettagli della storia pensati e scritti bene.

Se mi avete seguito (nella mia follia), avete letto la mia teoria per cui il primo film, è una storia d’amore vista dal punto di vista di una giovane ragazza, anche se condita di Cyborg assassini, esplosioni, inseguimenti, sparatorie ed esoscheletri determinati come il killer di uno slasher movie. Bene, seguendo idealmente questa struttura, “Terminator 2” cambia il punto di vista, rendendo il film il sogno bagnato di qualunque pre-adolescente.


Johnny Connor: Il ragazzino che avrei sempre voluto essere.

Purtroppo non sono mai riuscito a vedere questo film al cinema, ma ho rimediato consumando il VHS negli anni della mia piccolezza, di fatto ero anagraficamente quasi coetaneo di John Connor, il ragazzino che chiunque vorrebbe essere stato: una faccia da schiaffi che levati, la moto a scureggetta e i Guns ‘N’ Roses a volumi criminali, persino il fatto che abbia un suo computer per decrittare i pin della carte di credito (“Soldi facili!”) sembra perfettamente normale. Il top, ovviamente, è il suo ritrovarsi con una guardia del corpo pronta a tutto pur di difenderlo, ammettiamolo, guardando il film, da bambini o da adulti, tutti vorrebbero ritrovarsi a dire: “Che fico, il mio Terminator privato!”. John è talmente centrale nella storia che sua madre Sarah, sembra sempre a rischio complesso di Elettra, con la storia del figliolo nuovo Capo del mondo e tutta quella roba lì.


Non ho mai visto nessuno guardare un tavolo da Pic-Nic con tutta questa intensità.
Pensateci: quante saghe hanno iniziato benissimo, per poi finire vittima del cambiamento di Target? Con il successo arriva l’obbligo di vendere gadget e pupazzetti ai ragazzini, è questo il principale motivo per cui “Robocop 2” è il capitolo peggiore di tutta la saga (ne riparliamo, sereni…). Invece, l’intelligenza di Cameron è stata quella di riuscire ad incorporare nella sua storia, tutto il bacino pagante di spettatori giovani. Penso che non ci sia un sola persona al mondo in grado di dire che “Terminator 2 – Il giorno del giudizio” non sia uno dei titoli più cazzuti del genere action/sci-Fi, eppure il suo protagonista, per tutto il film, non ammazza nessuno, anzi, lo promette proprio mano sul cuore, “Io giuro che non ammazzo nessuno”, eppure io non ho mai sentito nessuno lamentarsi del fatto che il film risulti moscio o si sia svenduto. Mai sentito parlare di PG-13 per questo capolavorone.

«Io giuro che rispetterò il PG-13»

Perché comunque Cameron dirige tutto con un ritmo invidiabile ed una maestria tecnica che levati, ma levati proprio… Il film abbraccia il Cinema adolescenziale anni ’80 e lo farcisce di scene d’azione che sono letteralmente una meglio dell’altra, l’inseguimento moto/camion/moto (Cameron, che ha fatto mille lavori nella vita, tra cui il camionista, è riuscito a piazzarne uno anche in questo sequel) tra i condotti dell’acqua, la fuga di Sarah dal Pescadero, la mega sparatoria con Minigun, lanciabombe e granate a gas alla Cyberdyne e ovviamente il finale in fonderia… Della scena dell’Azoto liquido cosa vi devo dire? Vi dico solo che ancora oggi, 24 anni dopo la sua uscita, quel singolo momento guarda tutti quelli analoghi, degli altri film e gli dice «Hasta la vista, baby!»

Lassù nel Valhalla delle frasi cazzute, mano nella mano con ‘Yippie Kai Yay Mother Fucker’

Fondamentali per la buona riuscita del film sono stati anche i rivoluzionari effetti speciali, sua maestà Stan Winston, già al lavoro sul primo film e successivamente sui dinosauri del Jurassic Park, si è portato a casa un Oscar come Miglior trucco, mentre la IL&M ha spazzato via la concorrenza con il T-1000.

Perché quello che bisogna ricordare è il fatto che Jimmy Cameron sia sempre riuscito a dare una spallata alla storia del Cinema, proprio grazie agli effetti speciali di tutti i suoi film, dal vermone di “Abyss”, al T-1000 arrivando ai Na’vi di “Avatar”, ha sempre saputo fare avanguardia, anticipando gli effetti speciali che tutti i suoi colleghi, avrebbero iniziato ad usare solamente anni dopo. Con comodo, tanto ormai siete già stati doppiati…

La cosa bella è che il massiccio uso di computer grafica (per altro invecchiata benissimo) va a braccetto con trucchetti da vecchio mestierante del Cinema, ad esempio, una delle scene più riuscite del film, l’omicidio della paffuta guardia da parte del T-1000 davanti alla macchinetta del caffè, è stata girata usando… Due attori gemelli.


L’Arma definitiva dei datori di lavoro, contro i dipendenti che passano troppo tempo alla macchinetta del caffè.

Il trucco dei gemelli (quindi 2) è stato usato due volte (2) da Cameron nel film (che è un 2 già di suo), perché in una scena tagliata dal montaggio finale, per mostrare Sarah Connor riflessa allo specchio, ma non la troupe con le telecamera dietro di lei, Cameron ha usato Leslie Hamilton, sorella gemella di Linda… Vi rendete conto che in giro per il mondo c’è un’altra uguale identica a quel maschiaccio della Hamilton?

Le sorelle Hamilton, stranamente vestite da donna.

A proposito di scene tagliate, qualche settimana fa, per la prima volta dopo anni di visioni, ho avuto modo di vedere la versione “Director’s Cut” del film, ecco, è una cosa che NON consiglio a nessuno. O meglio, lo consiglio solo ai fan sfegatati (come me), se per caso doveste vedere questo film per la prima volta, optate per la versione Theatrical, molto più asciutta e diretta.

Sì perché nella versione “Director’s Cut” vediamo la comparsata (onirica) di Kyle Reese (Michael Biehn, non accreditato) e vediamo i poteri del T-1000 fare le bizze una volta entrato nella fonderia. Ma il momento per cui secondo me questa versione non è consigliabile, non è tanto John che insegna a “Zio Bob” a sorridere (Schwarzenegger ha la comicità nel sangue ed è perfetto anche qui), ma proprio l’esplicito finale.

Mi gioco 5 Euro che questa scena la riciclano in Terminator Genisys.
Qui vediamo un’anziana (grazie al make up) Sarah Connor, nel parco giochi dei suoi incubi, dopo il fatidico 29 Agosto 1997 (“Il 29 Agosto del 1997 sembrerò molto reale anche a te, tutti quelli che non avranno almeno un paio di occhiali termini avranno poco da stare allegri…”. Ok ok, avevo detto basta), con suo figlio John, cresciuto e divenuto senatore e padre…

A parte l’eccesso di caramello, mi è sembrata una scena troppo da B-Movie, mi tengo caro il “mio” finale con la strada buia, le luci dell’auto che rimanda alla voce off di Sarah impegnata a dire: “Il futuro che mi era sempre stato così chiaro, era divenuto una strada buia”.

Con tutti il rispetto per il reparto Make-up del film, ma io mi tengo il finale che conosco meglio.
Non si può non parlare della prova di Arnold Schwarzenegger, perfettamente a suo agio a fare da badante ad Edward Furlong, così come a sollevare con una mano solo il pesantissimo Minigun che nessuno sul set riusciva a maneggiare (storia vera). La sua “vestizione” in questo film, non è solo un’esigenza che rientra nei suoi parametri di missione, è una celebrazione, infatti Cameron la sottolinea con la mitica “Bad to the Bone” di George Thorogood, come a voler dire: “Ragà! Questa volta questo Cristone gioca nella nostra squadra, quella dei buoni!”.

Occhiali da sole di notte… Cattivo fino al midollo.

Se l’evoluzione del T-800 che inizia a capire l’umanità, sullo schermo funziona così bene, dobbiamo ringraziare proprio l’ex Governator (o futuro visto che lo sarebbe diventato dopo questo film, i viaggi nel tempo sono sempre un casino wibbly wobbly timey wimey…Stuff).

Sì, perché “Terminator 2 – Il giorno del giudizio” è rigoroso, cazzuto e strafigo, ma riesce anche ad essere intelligente (nell’espandere l’iconografia e dettando le regole di funzionamento dei Terminator e di Skynet) e con un cuore enorme. Abbiamo visto tante volte al cinema una macchina capire l’umanità e avvicinarsi un po’ a noi e alla nostra imperfezione, ma anche da questo punto di vista “Terminator 2” resta un apice in grado ancora oggi di porsi come metro di paragone per chiunque voglia trattare l’argomento al cinema.

Il monologo di Sarah sul Terminator, la scelta più sensata in un mondo pazzo per proteggere suo figlio, è solo uno dei passaggi fondamentali dell’evoluzione del personaggio. Quando mandando a fondoscala il “Figometro” secca il T-100 con la punch line definitiva: “Hasta la vista, baby!” di fatto sta ancora seguendo gli imput ricevuti dal suo “Padrone” John Connor.


Quando sto per comprare qualcosa di figo (e inutile) in un negozio, ancora oggi faccio QUESTA faccia. Storia vera.
Nei minuti finali, però lo script di Camero butta dentro un paio di dettagli significativi, a mio avviso, la frase più sottovalutata pronunciata da Swarzy è la mitica (io la uso spesso): “Ho bisogno di una vacanza”, forse la prima vera battuta autonoma pronunciata da… Beh, l’automa. Quando poi il cyborg dichiara che esiste un altro chip (ammettetelo, siete morti di dolore quando avete visto Arnold battersi il dito sulla tempia la prima volta che avete visto questo film…) non è solo la volontà di Cameron di chiudere per sempre la storia che ha creato nel 1984, è proprio il Terminator che ha preso coscienza di sé.

Obbiettivo di missione: Distruggere la Cyberdyne e impedire “Terminator 3”.

Lui sa benissimo che John non sarà mai al sicuro finché il futuro non sarà stato completamente cambiato, il T-800 pensa (letteralmente) al futuro, di fatto il Cyborg sta cercando di difendere John dalla possibilità che qualcuno arrivi ancora dal futuro per cercare di ucciderlo, qui creatore (quel Camerunense di Un Canadese di Cameron) e la creatura (il T-800) condividono la stessa missione: concludere la saga annullando preventivamente altre minacce per John.

La differenza tra i due Terminator sta tutta qui: il Terminator di Swarzy ha preso coscienza di tutto, mentre il T-1000, anche se più avanzato, continua pecorescamente a cercare di uccidere John Connor anche dopo la distruzione della Cyberdyne…. Oh, io qui sto facendo riflessioni dando per scontato che tutti abbiate visto il film 87654 volte come me, scusatemi, su certi Classidy mi lascio prendere la mano.

«Ho tutto il film qui in memoria»

Anche questa volta, come per il primo film, “Terminator 2” si risolve ad una questione di amore, il suo finale è talmente iconico da riuscire a farti venire il groppo in gola anche se sai tutte le battute del film a memoria. Ed anche qui, la fama di film figo e cazzuto di questa pellicola, non è mai stata intaccata da un finale fatto apposta per rubarvi una lacrima, perché? Perché se le cose vengono realizzate credendoci davvero (e non per ruffiana brama spillasoldi) la differenza si vede.

Su quanto io consideri quel finale, con il pollice alto, uno dei più belli della storia del Cinema, non voglio nemmeno provare ad entrare nel merito, tanto non sarei in grado di trasmettervi l’emozione di quella scena, andate a rivedervela, è perfetta già di suo. Quello che posso fare è aggiungere una sola cosa, il dettaglio che secondo me rende quella scena uno dei ricordi cinematografici comuni più belli di tutti i tempi.

«Io… Sarò… Sempre… Qui» (Forse sto facendo un pò di confusione)

La testa del T-800, è già completamente sprofondata nell’acciaio fuso, Cameron ci mostra la soggettiva della vista (rossa) del Terminator che si spegne. Mentre la musica spinge fortissimo PARA-PA! PAAAA PAAAA PAAAA… Swarzy chiude le dita a pugno e lascia fuori solo il pollice.

Fa caldo in questa fonderia, mi sudano le palpebre.

Il finale di “Terminator” è fantastico? Bene, quello di “Terminator 2” è migliore, questo fa di lui probabilmente il miglior numero 2 di sempre ed anche questa volta: “Io ho terminato”. Voi, invece, sappiate che non ho ancora finito con questa saga, permettetemi l’ultima citazione, tanto ormai ho sbragato… “State qui. Torno presto.”

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