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The Amazing Spider-Man (2012): Amazing? Amazing cosa, di preciso?

Questa è la
storia di una saga che precipita e ad ogni capitolo per farsi coraggio si
ripete, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene.
Bentornati all’appuntamento con… Torna a casa Spidey!

Certo Spider-Man 3 ha tutti i difetti del
mondo, però ci vuole anche una certa dose di coraggio a sostenere che questo “Amazing”
e il suo seguito, che sono amazing solo di nome, siano film migliori, sbagliare
un film è possibile, ma per insistere e sfornare qualcosa di ancora peggiore,
bisogna essere dei veri masochisti.

Il terzo film di
Sam Raimi è stato un gran successo commerciale, ma i suoi difetti erano
chiarissimi e quasi tutti imputabili alle pessime idee della produzione, a
questo punto, chiunque dotato di un minimo di buon senso, dopo un disastro del
genere avrebbe calato le arie e lasciato carta bianca a Sam Raimi, che delle
idee per questo quarto capitolo già le aveva.
Il piano di
Spider-Sam era quello di portare il ragnetto in una direzione nuova, Ben
Kingsley già contattato, era pronto a lasciare il ruolo dell’Avvoltoio a John
Malkovich che nel 2010 aveva già firmato per la parte (storia vera!), mentre la
nuova ragazza di Spidey avrebbe dovuto essere Felicia Hardy, che nei fumetti
originali è la Gatta Nera (miglior comprimario di Spidey di sempre!), mentre nel
film avrebbe dovuto essere in qualche modo legata al personaggio dell’Avvoltoio
e interpretata da Anne Hathaway. Di sicuro, Tobey Maguire era pronto a tornare
e così Kirsten Dunst che ha candidamente dichiarato il suo entusiasmo per
essere diretta nuovamente da Sam Raimi.



Avete usato un solo cattivo classico, ma dai? Quello che voleva fare anche Raimi!

La Sony, però, è
sulla graticola, per effetto del lunghissimo processo con cui hanno conquistato
i diritti di sfruttamento del personaggio, dopo il naufragio dello Spider-Man di James Cameron, sono tenuti a sfornare
un film su Spidey al massimo ogni cinque anni, però non paghi delle scoppole
prese per Spider-Man 3, si fanno
prendere dall’ansia da prestazione, si guardano intorno e vedono che tutti gli
altri film sono in 3D, ma soprattutto, dopo “Batman Begins” (2005) la gente
vuole supereroi, fatemi usare quella dannata parola, “Dark”. Grazie tante Christopher
Nolan, quando ci sei tu di mezzo ci sono più dark che ad un concerto dei Cure.



… The Spiderman is having me for dinner tonight (Cit.)

Raimi dopo la
storiaccia del costume nero, potete immaginare che voglia aveva di sentir
parlare di supereroi oscuri e pensa che per questo tipo di storia, una
dimensione aggiuntiva da far pagare con biglietto maggiorato non sia
necessaria. Insomma, non si trova un accordo, la scadenza del 2012 preme e pur
di non perdere il soldoni del merchandising cosa fa la Sony? Facile: “Ciao ciao
Sam, quella è la porta”. Avete presente il discorso sul buon senso che si faceva
lassù?

Potrei farvi
notare che nel prossimo film “Spider-Man: Homecoming” (detto “torna a casa
ragno”) il cattivo sarà l’Avvoltoio e che Anne Hathaway è finita a fare le
fusa alla Distinta Concorrenza, nei succinti panni della Catwoman del terzo
Batman, guarda un po’ diretto da Chris Nolan. Potrei farvi notare che il 3D di
“The Amazing Spider-Man” si è confermato uno dei più inutili mai visti in un
film, ma a nessuno piacciono quelli che gongolano, quindi aggiungerò solo
questo: nella versione di Raimi si parlava già di una piccola scena per il
solito Bruce Campbell nei panni di Mysterio. E adesso sì, potete disperarvi! Questo
è quello che la Sony ci ha tolto, stramaledetti!!



Lo storyboard è la prova che vi mancava per odiare definitivamente questo reboot(tante).

Per non avere più
problemi a rispettare la scadenza del 2012 (era forse questa l’Apocalisse
prevista dai Maya? Bah!) la Sony prende il primo burattino che passa che,
guarda caso, ha un nome buffo che ricorda i ragni, Marc Webb. Voi direte: “Ma
Marco Ragnatela ha una grande esperienza di blockbuster”. Eh, sì, certo, infatti
fino a quel momento aveva diretto quella caga… Ehm, “(500) giorni insieme”
(2009) su cui preferisco non dire nulla, quindi non fate domande.

“Non ho la minima idea di quello che sto facendo”.

Per il ruolo del
protagonista vengono proposti tutti, anche Zac Efron (storia vera, il mio
fegato può confermarvelo), ma, per fortuna, la spunta Andrew Garfield che, per
quanto mi riguarda, sto con Terry Gilliam che di lui ha sempre detto un gran
bene e sicuramente è un attore più completo di Tobey Maguire, ma su Andrea
Isidoro lasciatemi l’icona aperta che ripasso.

“The Amazing solo
di nome Spider-Man” sembra un film fatto con due direttive chiarissime: la
prima è quella dei produttori che strepitano “Più alla Nolan! Fatelo come lo
farebbe Nolan! Più Nolaaaaaaannn!!”, mentre l’altra è più una scelta fatta per
cercare di salvare la faccia, visto che lo abbiamo licenziato, facciamo tutto
il possibile per differenziarci dallo Spider-Man di Sam Raimi.
A questo
proposito, Elena Satine che era già quasi sotto contratto per il ruolo di Mary
Jane, viene cacciata a pedate, bisogna differenziarci! Quindi, via la rossa
dentro la bionda, via MJ arriva Gwen Stacy, mi immagino alla riunione creativa
della Sony, qualcuno che timidamente fa notare che Gwen compariva già del film terzo film di Raim… BANG! “Qualcuno
ha altre domande?”, silenzio di tomba.



Non dico niente, lascio giudicare voi, vi metto giusto un po’ di musica mentre ci pensate.

Per la parte
viene scelta Emma Stone, ora, sapete già come la penso su di lei, il mondo si divide in due: da una parte chi pensa che Emma
Pietra sia uber-gnocca e quindi può fare ciò che vuole, dall’altra beh, io.
Non dico nulla è carina, in “Zombieland” (2009) mi era piaciuta molto, ma da
“The Amazing mica tanto Spider-Man” è iniziato il suo tracollo, la combo
frangetta e fascetta non distrae dal fatto che abbia gli occhi da Kermit la
rana. Inoltre, insieme ad Andrea Isidoro non sono affatto credibili nei panni di
due adolescenti, se non altro Raimi aveva avuto l’accortezza di far durare la
parte liceale dei suoi film dieci minuti e anche solo per aver scritto il suo
nome, già mi sento i puntini rossi dei tiratori della Sony che si muovono sul
mio petto, guarda quanti son… BANG!

Vogliamo parlare
del costume, poi? I lancia ragnatele vengono introdotti proprio per prendere le
distanze dallo Spidey di Raimi dove erano assenti (e per vendere un altro po’
di merchandising), mentre l’idea di un costume provvisorio, creato da un
ragazzo ispirandosi agli atleti e agli Skateboarder non funziona, visto che il
costume è palesemente troppo professionale per essere fatto in casa. La storia insegna
che ogni volta che la Marvel nei fumetti ha cambiato il design del costume di
Spidey ha fatto un buco nell’acqua, quindi vuoi che la Sony sia da meno? Il
risultato è un capolavoro: lo Spider-Man Carabiniere! Con le bande rosse sui
lati delle gambe!!



Sapete perché sui pantaloni di Spider-Man c’è la striscia rossa? Per fargli trovare la tasca.

Da appassionato
di fumetti di supereroi, non ho problemi con il concetto tutto americano di
“Cambio di team creativo”, noi siamo abituati che un personaggio sia scritto e
disegnato sempre dagli stessi artisti, mentre nei fumetti americani è normale
che Puff! Ecco un nuovo scrittore e un nuovo disegnatore, pronti a dare una
nuova direzione alla storia. Malgrado il precedente film di Webb e l’orrido
costume, ero pronto ad assistere a questo cambio di direzione, mi va benissimo
anche che il film si ispiri maggiormenti ai fumetti della linea “Ultimate”, ho
adorato le storie della coppia Bendis e Bagley. Ma il problema di questo film è
che la Sony non ha capito una ceppa dell’Uomo Ragno, quello che zompetta nel
film è solo una sua brutta copia, molto più urticante e con un costume meno
sgargiante perché il rosso e blu non è daaaaaaaaaarrkkkk!

Non è una posa ragnesca, sta pregando in ginocchio che accendano una luce, è tutto così dark!

Proprio per
differenziarsi dai tre film precedenti, questo “Non tanto Amazing” introduce i
genitori di Peter, Richard e Mary Parker, salvo poi non approfondirli, ma
comunque togliendo spazio agli altri personaggi, Martin Sheen è perfetto per il
ruolo di zio Ben, ma sembra solo un vecchio rompi maroni, per altro,
vistosamente mal sopportato dal nipote, i due non hanno un vero rapporto, che
era già stato descritto da Raimi, basterebbe dire che sono riusciti a fare un
intero film su Spidey, senza utilizzare MAI la frase sul potere e la responsabilità
che è il vero baricentro morale del personaggio.

Questo “Amazing”
(bah!) è un filmetto davvero di poco conto, un reboot(tante) arrivato a
distanza davvero troppo ravvicinata dai film precedenti che le prova tutte per
differenziarsi, ma furbescamente sa di poter campare sul lavoro fatto meglio e
prima dal solito Raimi. Non serve perdere tempo a parlare di poteri e
responsabilità, o dei super problemi di Peter Parker, tanto Spider-Man lo hanno visto tutti, no?
Motivo per cui i personaggi qui hanno lo spessore dei tovaglioli su cui sono
stati scritti e non si prova mai empatia per nessuno di loro.



Dai forza, parlatemi ancora male di “Voglia di vincere” (Il difensore che imita Howard il papero, Marvel citazione?).

Ma vogliamo
parlare di Zia May? Sally Field è relegata in un angolo, zia e nipote non hanno
un minimo di rapporto, entrambi hanno perso Ben, una persona importante nelle
loro vite e qui cosa vediamo? La zia vede il nipote tornare a casa pesto tutte
le sere senza fare NULLA, ma è felicissima quando lui si ricorda di comprare le
uova? Ma stiamo scherzando? Chi ha scritto ‘sta roba!?

“Bravi, siete due grandi attori, quindi in questo film non farete NULLA!”.

L’ha scritta James Vanderbilt ed incredibilmente per
revisionarla è stato chiamato ancora Alvin Sargent, quello che ha firmato il miglior capitolo di sempre ed ha
gettato la spugna per quello precedente, non credo si sia impegnato molto di più, visto che questo “Per nulla Amazing”
è pieno di momenti da FACCIAPALMO.

Il geniale Curt
Connors (un convincente Rhys Ifans alle prese con un personaggio ingrato) sarà
pure geniale, ma non riesce a capire il legame tra un supereroe adolescente di
nome Spider-Man e il figlio del suo socio che gli parla di esperimenti sui
ragni, in compenso, il geniale Peter, va in giro con un Burka
rosso/blu che lo copre da piedi a ciuffo, ma poi sopra la sua 
macchina fortografica piazza una bella scritta “Proprietà
di Peter Parker” (!).


Meno male che è un genio primo della classe, no dico meno male.

Nella gara tra
menti geniali, mettete anche lo spiegone del dispositivo ganali, un bello
spoiler sui futuri piani del cattivo, ma il capolavoro è il portatile di Lizard
(non si chiama così, Nolan non usa i nomi dei fumetti non è daaaaark!) che
lascia in stand-by il PC con la presentazione dove illustra il suo piano di
conquista del mondo in bella vista (FACCIAPALMO), in compenso, ad un certo punto
spunta un topone in CGI inserito a caso, forse per omaggiare le Tartarughe Ninja, visto che Lizard vive nelle fogne di New York.

Potrei demolirvi
il film scena per scena, ma preferisco scrivere di come Marc Webb abbia fallito
sotto tutti i punti di vista, il primo dei quali il protagonista. Il Peter
Parker di questo film è al passo con l’anno di uscita del film, “Amazing si fa
per dire” è il film che dimostra che i Nerd sono diventati la nuova moda, Peter
Parker qui non è mai uno sfigato, un secchione considerato pavido e strambo da
tutti. Puoi anche farlo interpretare ad un bravo attore, ma Peter Parker in questo film è un fighetto che pensa al
ciuffo, tutto vestiti ricercati e pose da skater, che non fa altro che
atteggiarsi, questo non è Peter Parker è Hipster Parker!



Per starmi sulle balle, con la maglietta dei Ramones, ti devi anche impegnare.

Marc Webb, ogni tanto, ci ficca dentro due soggettive da videogioco su Spidey che volteggia,
molte delle quali realizzate in CGI, oppure girate dalla seconda unità, per il
resto del tempo non fa altro che dirigere una commedia romantica (come il suo
film precedente) che di commedia non ha davvero nulla visto che Spidey non
azzecca una battuta simpatica nemmeno per errore. Due ore di giovanotti fighi
che si fingono sfigati, anche se lui ha il ciuffo alla moda e lei malgrado sia
la prima della classe, gira con le parigine a vista fuori dagli stivali da
scavalco, a cui manca solo il frustino da dominatrice.

La fila degli studenti che vorrebbero ripetizioni da Gwen Stacy.

Ma poi, porco
mondo! Stiamo parlando di un film dove la stagista Gwen Stacy s’infila negli
uffici della Oscorp, come se entrasse in biblioteca e quando Spidey le chiede
di sintetizzare un antidoto, lei risponde: “Sì, certo lo faccio sempre” come se
stessimo parlando di un Mojito… Ma dai! Ma di cosa stiamo parlando? Su!



“Faccio antidoti ai morsi di serpente, al virus dell’ebola, al morbillo e la febbre gialla”.

Mi risulta
davvero impossibile fare il tifo per questi personaggi che non sono altro che
brutte imitazioni di quelli che da tanti anni amo sulla pagine dei fumetti,
questo Hipster Parker a cui riesce tutto giusto al primo colpo (tranne fare
battute azzeccate) si muove sullo sfondo di una New York totalmente
irrealistica. Il bello di Spidey è anche il suo essere un “Knickerbocker” puro
sangue che tesse ragnatele tra i simboli di una vera città, non dell’immaginaria Gotham City. Siccome del rapporto tra Spidey e i Newyorkesi si è
già occupato Raimi, via con l’avanti veloce, J.J. Jameson e l’ironia sono
banditi e della città vediamo solo il palazzo (inesistente) della Oscorp che in
ogni inquadratura sembra la torre di Mordon.

In fondo lo skyline di New York non è mica il più riconoscibile del pianeta no no.

Questo sedicente “Amazing”
non è “Amazing” nemmeno nel doppiaggio, sorvolo completamente su Pino Insegno,
visto che non lo sopporto ed è onnipresente, ma qui volano non traduzioni come “Boyfriend”,
oppure “Amazing” diventa “Fantastico” e non l’ormai storico “Stupefacente”, forse
per timore di bambini che passano alle droghe leggere per imitare il loro eroe.



Questa
incarnazione fighetta e senza responsabilità del personaggio è quanto di più
lontano dall’Uomo Ragno che leggo da quando sono in grado di farlo, di sicuro
non è il Peter Parker che come noi, cerca di farsi largo tra le quotidiane
sfighe della vita.

Attenzione! Questo super eroe potrebbe causare dipendenza e giramenti di testa, tenere lontano dalla portata dei bambini.

Tenetevelo pure
il vostro Hipster Parker ultra fighetto, ma lasciatemi concludere con una nota
positiva, forse non è tutto perduto, un mio collega che conosce la mia passione
per il cinema e i fumetti, spesso mi chiede se questo o quel film, è adatto ai
suoi bambini, o anche solo se merita un’occhiata. Ai tempi con meno parole di
quanto non ho fatto oggi, gli dissi la mia anche su “Non tanto Amazing”, due
giorni dopo è arrivato con il responso, qui sotto vi riporto la storia vera
della conversazione per come si è svolta.

Mio collega: «Ho fatto vedere ‘The amazing Spider-Man’ ai miei figli»
Cassidy: «Gli
è piaciuto?»
Mio collega: «Zitti per tutto il tempo e a fine film mio figlio mi ha guardato dicendo: “Per favore, non guardiamolo mai più”».

Il futuro è in
buone mani! Mentre a me tocca ancora un round contro “Mica tanto Amazing”, a
breve sempre qui per Gara 2. Cordialmente, il vostro amichevole Cassidy di
quartiere!
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