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The Boys – stagione 2: senta, è previsto che si vedano i Boys nella vostra serie su The Boys?

Inutile girarci attorno, la seconda stagione di The Boys era tra le serie più attese e
amate dal pubblico del momento, la stavo aspettando anche io che come sapete (e
potete intuire dal mio “nome”) sono leggerissimamente appassionato dei fumettidi Garth Ennis, anche di quello sfornato in coppia con il disegnatore Darick
Robertson che ha ispirato questa serie.

Lo sapeva anche Amazon Prime che ha deciso di
centellinare gli episodi, i primi quattro subito tutti insieme per creare
dipendenza e poi uno alla settimana, fino a venerdì scorso, con la conclusione di
una seconda stagione che mi ha confermato quello che sospettavo: facevo bene ad
attendere al varco questa serie.

Passo indietro doveroso, sapete anche che sono un vecchio
appassionato di fumetti in generale e di super eroi in particolare. Le storie
di tizi in calzamaglia sono lunghe telenovela tutto sommato abbastanza
rassicuranti nella struttura, può cambiare il tipo di minaccia, ma alla fine lo
sai che l’eroe vincerà facendo trionfare il bene. Immaginate la storia di super eroi media come un episodio a caso di Buffy, con i tormenti interiori della sua protagonista, il
combattimento che arriva sempre allo stesso minuto di ogni episodio e la
vittoria finale contro la minaccia della settimana, ma quali sono gli episodi
migliori di Buffy? Quelli in cui Joss Whedon (che non a caso si è fatto le ossa
proprio scrivendo fumetti, di cui è grande appassionato) faceva saltare con il
tritolo quella struttura, inserendo tematiche e soluzione adulte in una serie
televisiva rivolta ai più giovani.

Ci tengo a precisarlo, loro NON sono i Boys del titolo, ora possiamo proseguire con il post.

Avevo esposto il mio punto di vista all’uscita di Joker, le storie più interessanti dei “Super”
sono quella che fanno la stessa cosa appena descritta ma tra le pagine dei fumetti, sono
rarità spesso ostracizzate dalla stessa casa di produzione che preferisce
puntare su un prodotto ripetibile, seriale, come del resto è la natura stessa
dei fumetti… Lo so che sto facendo un giro lunghissimo, ma ci arriveremo a
parlare della seconda stagione di “The Boys”, abbiate fede.

Se le storia di super eroi sono ripetitive, i lettori di
fumetti di super eroi spesso lo sono anche di più. Di solito si inizia a
leggere fumetti da bambini oppure da ragazzini, salvo poi smettere per passare ad altro, tipo la droga e le ragazze, non per forza in quest’ordine. Alcuni
invece il vizio non lo perdono mai, crescono per diventare, posso dirlo al costo
di inimicarmi qualcuno? Dei gran cagacazzo.

“Signore i Nerd sono sul piede di guerra contro Cassidy”, “Era ora, premiateli con altro pollo loco omaggio”

Si perché se da vent’anni leggi la stessa storia, appena
ti modificano qualcosa storci il naso. Molti lettori cresciutelli non passano a
leggere altri tipi di fumetti, ci sono un sacco di storie a fumetti con temi
adatti ad un pubblico di persone mature ma no, al massimo decidono che è ora di
iniziare a leggere fumetti più maturi, ma sempre di super eroi in calzamaglia con
nomi strambi e altisonanti. Quindi le opzioni sono due o diventi uno
di quei cagaminchia che al cinema si lamentano perché Harley Quinn ha solo una
Iena e non due, o diventi come me, che sono debole, che non ho regole, che ho
roba demodè (cit.), che detesto il cliché del lettore di fumetti che dice «Hanno
rovinato i personaggi», solo perché un minimo dettaglio altera anni di
confortanti letture.

Nel 2000 era
una gioia vedere i primi Super al cinema, con un alto budget e registi famosi
dietro la macchina da presa, ma era chiaro già dai vari seguiti di Avengers che la struttura propria dei fumetti di super
eroi era stata replicata al cinema. Storie ripetitive, sempre uguali, rassicuranti quanto volete, basta esserne consapevoli, io da lettore lo sono,
come sono consapevole del fatto che ora si è replicata quella stessa volontà di
cercare storie più adulte, ma sempre con protagonisti dei “Super” di cui vi
parlavo qui sopra, anche per chi i super eroi li ha conosciuti al cinema e in
televisione. Ed è qui che dopo un’infinita premessa arrivo a trattare l’argomento
del post.

Prendere l’attore che interpretava l’uomo ghiaccio degli Uomini Pareggio e trasformarlo in una sorta di umano lancia fiamme. Non può essere un caso.

Ecco perché “The Boys” piace così tanto, fornisce al
pubblico quei “Super” che fanno cose adulte, come drogarsi e scopare, che il
pubblico dopo vent’anni di “Cinecomics” comincia a desiderare, peccato che lo
faccia con la serie sbagliata. Il fumetto originale di Garth Ennis e Darick
Robertson era nato come molti fumetti dello scrittore Nord Irlandese, una
goliardica provocazione, un modo per togliersi un sasso dalla scarpa prendendo
per il culo lo stradominio dei super eroi nelle fumetterie americane, dove
rappresentano il 90% della produzione a fumetti.

Come molti fumetti di Ennis, anche “The Boys” cominciava
con un registro grottesco, per poi assumere una piega più drammatica nel
finale, ma il fuoco della storia era sempre su Butcher e i suoi ragazzi, su Hughie,
il Francese la Femmina della specie e Latte Materno. I tizi in calzamaglia
erano tutti ritratti come dei degenerati dipendenti da droga, sesso e sostanze,
dei veri bastardi, proprio quello che Eric Kripke nel suo adattamento televisivo
ha dimenticato di replicare.

Spero che non sia così, ma temo che molte persone
appassionate di questa serie, siano convinte che i “Boys” del titolo siano i
tizi in calzamaglia, anche perché era già abbastanza chiaro nella prima stagione, ma nella seconda questo
dettaglio è scappato di mano. Patriota, Abisso, Queen Maeve ed A-Train sono i
personaggi con più minuti sullo schermo, i Boys? Passano gran parte della
seconda stagione nascosti in un sottoscala, in una cantina e il più delle volte
non fanno NULLA per far progredire la storia, basta dire che a mettere le mani
sul famigerato composto V, ci pensa Starlight. Da qui in poi moderati SPOILER sulla trama, ma
starò sul vago non vi preoccupate.

“Avrai tempo di scrivere guerra e pace, resteremo qui sotto molto a lungo”

Mi spiegate cosa me ne può fregare del percorso di
riabilitazione di un bastardo come Abisso? Oltre a essere il peggior attore di
tutta la serie (persino le sue “branchie” recitano meglio di Chace Crawford), non capisco perché dovrei provare pena per uno stronzetto del genere. Stesso
discorso per Queen Maeve costretta a dichiarare pubblicamente il suo
orientamento sessuale, o dei problemi di cuore (letteralmente) di A-Train. Vedere un regista impegnato a dirigere “Dawn of the seven” dovrebbe farmi
ridere perché dovrebbe essere una parodia di Zack Snyder? Non vi sembra di stare sparando sulla Croce Rossa? Inoltre le battutine su Joss
Whedon sono strizzatine d’occhio auto riferite per quella porzione di pubblico
che può coglierle.

In tutta onestà ho letto così tanti fumetti (mai troppi! Ma tanti si), che vedere
Patriota mettere KO malamente una sorta di Daredevil, nuovo aspirante membro
dei Sette, non lo prendo nemmeno come una citazione velenosa e colta, una
frecciatina alla concorrenza della serie di Netflix, visto che il personaggio in questione si chiama Blindspot, è
orientale e nei fumetti di (Dare)devil, il diavolo di Hell’s Kitchen ha da poco
un nuovo socio non vedente, orientale e di nome Blindspot. Almeno impegnatevi un
po’ di più se volete risultare provocatori dai!

A sinistra “l’angolo cieco” di questa serie, a destra i due non vedenti di casa Marvel.

La seconda stagione di “The Boys” è un po’ come la mia
premessa di questo post, fa dei giri immensi probabilmente per non dire niente. Non sono uno di quei lettori cagaminchia (o forse si?), quindi il fatto che qui Stormfront
abbia cambiato sesso rispetto al fumetto non mi tange per nulla, quello che non
capisco è proprio il personaggio in sé e il suo utilizzo in questa stagione.

Stormfront esordisce come la donna tosta pronta a dare contro alla Vought American e nel giro di mezza puntata finisce prima a tenere Patriota per le
palle (letteralmente!), poi ad essere innamorata di lui e completamente al
servizio della multinazionale, quella che fino a cinque minuti prima criticava. Ho
seriamente pensato di aver saltato qualche episodio da tanto il cambio del
personaggio risulta repentino, inoltre i temi adulti presenti nella seconda
stagione di “The Boys” in cosa consistono esattamente?

Sovranisti sui social, gente pericolosissima.

Abbiamo capito che i “Super” di questa serie sono un po’
attori viziati e un po’ macchine da soldi da strizzare come limoni, l’orientamento
sessuale di Queen Maeve, oppure la stessa Stormfront, che per certi versi
rappresenta quel “Fascismo dal volto umano” che sinistramente (o dovrei dire destramente ah ah) serpeggia ovunque
nel mondo, anche in uno strambo Paese a forma di scarpa, che potrebbe essere
davvero qualcosa di interessante da sviluppare e da trattare, peccato che “The
Boys” lo faccia con una svogliatezza manifesta e una pochezza di contenuti imbarazzante.

Cosa serve far vedere per un minuto il ragazzo che spara
in faccia al gestore del negozietto, secondo lui immigrato, fomentato dai discorsi sui “Supercattivi
terroristi” che ha visto in tv, se poi non porti avanti la trama e la lasci buttata lì? Proprio insieme a tutti gli altri presunti “temi adulti” che questa serie
dovrebbe trattare.

Mi presento son l’Orsetto Ricc…[CENSURA, Cassidy stai esagerato oggi]

Vogliamo poi parlare di quanto non abbia senso tutta la
sotto trama legata alla moglie di Butcher e al figlio nato dalla violenza sessuale subita da parte di Patriota? Nel fumetto la moglie del capo dei Boys moriva mettendo al
mondo un super feto, che quasi staccava la testa a Butcher con i suoi raggi
laser dagli occhi. Qui invece viene messa su un’imbarazzante situazione in cui
la donna non vuole collaborare con Patriota ma a conti fatti, fa più il suo
gioco che quello di Butcher. Il problema della seconda stagione di “The Boys”
non è solo quello di aver edulcorato linguaggio e contenuti del fumetto originale di Garth Ennis, ma aver proprio perso di vista il senso della storia
e dei personaggi.

“The Boys” (fumetto) è una storia di vendetta affrontata
con due approcci opposti, quello di Butcher e quello di Hughie. La storia di
due uomini che perdono tutto e possono scegliere se perdere anche loro stessi
gettandosi nel fuoco della vendetta. Nel mezzo diventa anche l’occasione perfetta per
sfottere i “Super”, argomento che a Garth Ennis interessa sempre moltissimo demolire, ogni volta che può farlo.

“The Boys” (serie tv) per me che conosco il fumetto,
sembra una fotocopia sbiadita e fuori fuoco. Se provo a guardarlo dal punto di
vista dello spettatore, diventa una buona occasione per vedere una sorta di Superman
biondo comportarsi come una carogna, vedere una sorta di letale Batman allergico alla frutta secca e assistere al bla bla bla tra un’aspirante Wonder
Woman e la sua amante. Mentre in tutto questo i Boys cosa fanno? Poca roba, la
maggior parte del tempo lo passano nascosti in uno scantinato. Basta dire che nel fumetto i “ragazzi” si nascondevano in bella vista, all’ultimo piano di uno dei palazzi più famosi di New York, il Flatiron Building. Si nota la differenza di approccio? Io direi di sì.

“Per quanto dovremmo stare ancora qui sotto?”, “Almeno un’altra stagione, siamo stati riconfermati”

Aspettavo al varco Eric Kripke, sono sempre favorevole
alle modifiche alla storia quando si tratta di un adattamento, ma nella seconda
stagione “The Boys” si rivela una coperta (o un mantello?) corto. Le novità
introdotte alla storia non solo non portano da nessuna parte, ma hanno
banalizzato personaggi dal grande potenziale, ad esempio: qualcuno mi spiega perché Latte
Materno si chiama Latte Materno, se poi il latte materno lo beve Patriota? Una serie che butta nel mucchio argomenti adulti e attuali, ma lo fa con una
banalità imbarazzante, perché tanto l’interesse è quello di mostrare dei “Super”
impegnati a fare cose da adulti (o presunte tali), che però non sono tanto diverse da quella
volontà di alcuni vecchi lettori, che invece di cercare storie con contenuti
davvero adulti, vogliono solo qualche altro tizio in calzamaglia che però dice le
parolacce.

Il risultato per me con una serie così, è la noia davanti a queste fotocopie di eroi che dovrebbero sconvolgermi, ma sono
troppo teneri per farlo. Ma mi importa ancora meno delle vicende dei
protagonisti, mi spiegate come faccio a tifare per qualcuno che sta sempre
chiuso in uno scantinato a non fare nulla? Mi dispiace solo per il povero Karl
Urban, un Billy Butcher veramente azzeccato – mi sono esaltato quando ho visto l’attore
scelto per il ruolo del padre – uno dei pochissimi “Boys” pro attivo ma
comunque fotocopia sbiadita del ben più sordido, crudele, tormentato e
controverso personaggio nato tra le pagine del fumetto.

“Ridatemi il casco di Dredd il prima possibile”

Ma sono una voce fuori dal coro, “The Boys” è un successo
che è già stato confermato per una terza stagione ma anche per uno spin-off,
dedicato alla versione locale degli Uomini-Pareggio. Perché di fatto questa
serie asseconda lo stesso desiderio di alcuni vecchi lettori, però per la nuova
generazione di spettatori che i “Super” li hanno conosciuti al cinema e in
televisione. State pensando di guardare storie adulte, invece vi continuano a
propinare la stessa telenovela con tizi in calzamaglia, di fatto Amazon Prime è
esattamente come la Vought American, d’altra parte sempre di multinazionale si
tratta no?

Voglio terminare con una nota positiva però, sapete qual
è il vero merito di questa serie? Aver convinto Garth Ennis a rimettere mano ai
suoi personaggi, è appena uscita una miniserie intitolata “Dear Becky” (a breve
su queste Bare) che porta avanti la storia a fumetti. Che bello rivedere Hughie
con le sembianze di Simon Pegg, voi non avete idea della gioia di rivedere i
miei “The Boys”, quelli che davvero prendevano a calci in culo i “Super”. A volte
certe storie, è meglio continuare a leggerle e basta.

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