Non c’è furia dell’inferno peggiore di una donna respinta.
La svalutata citazione attribuita a William Congreve è sempre valida, ma volete
mettere la furia di sette donne inseguite da altrettanti serial killer
mascherati?
Deve aver pensato questo Tony D’Aquino per il suo esordio,
uno slasher in grado di moltiplicare “Final girls” e assassini per un film
girato nel bel mezzo dell’Outback Australiano, poco fuori Camberra, con una
manciata di Dollari locali e secchiate di sangue.
della mitologia greca, le personificazioni femminili della vendetta che però,
qui vengono citate in uno dei dialoghi e poco altro. La mitologica a cui sembra
più interessato il regista Autraliano è quella degli slasher e perché no, anche
quella dei videogiochi.
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“Ehm, scusate! Per Crystal Lake vado bene da questa parte? Mi sono perso” |
Non sono un gran giocatore, ma da amante dei film horror sono
stato magneticamente attratto da “Friday the 13th: The Game”, dove si potevano
vestire i panni (e la maschera da Hockey) del buon vecchio Jason Voorhees, per massacrare i soliti adolescenti usati come
carne da cannone. “The Furies” pesca un po’ dalla mitologia antica e un po’ e dai videogame, senza però approfondire per davvero nessuno dei due aspetti, più che altro
sfruttandoli come pretesto per mettere in moto la trama.
aprono il film con una mezza litigata, una faccenda di graffiti proto femministi
misti a futili motivi che a Tony D’Aquino – anche autore della sceneggiatura –
non interessando molto, tanto da restare senza alcuna ripercussione per il resto della
pellicola. Diciamo che serviva un inizio per introdurre i personaggi, dopo di
che con un comodo svenimento si può iniziare davvero con quello che a D’Aquino
interessa per davvero: la mattanza!
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Stretching per la schiena, molto importante prima di fare attività fisica. |
Kayla dopo una misteriosa operazione chirurgica ad un occhio, si risveglia in un fosso senza un rene una sorta di bara numerata con su
scritto “Beauty 6”, non fa in tempo a capire come ci sia finita nel mezzo
dell’Outback Australiano, che un energumeno mascherato e armato di ascia
comincia ad inseguirla. Non credo sia il tipico benvenuto Australiano, ma non
ci sono mai stato quindi non posso confermare né smentire.
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Il figlio di una notte d’amore tra questo sketch dei Monty Python, e quest’altro sketch dei Monty Python. |
Insieme a lei altre sei “Belle” inseguite da altrettante “Bestie”,
con un legame che diventerà un po’ più chiaro nel corso del film, per una
pellicola che sembra mettersi in scia a film come L’implacabile, Death Race oppure
“Giochi di morte” (1989), ma con il cuore sempre rivolto allo slasher più puro.
maniaci che inseguono le ragazze, le loro maschere ricordano quelle di Faccia di cuoio, di Jason, di Michael, ma
perché no anche un po’ dell’assassino di “The Burning” (1980) insomma i grandi classici. Per
quanto riguarda i loro modi poi, sono davvero degni dei ragazzacci a cui si
ispirano, perché da questo punto di vista Tony D’Aquino sembra essere proprio
uno di noi appassionati di Horror, che amiamo i nostri sbudellamenti vecchia scuola.
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“Ti prego, niente battute su Peppa Pig, è già abbastanza umiliante” |
La parte indubbiamente più riuscita di “The Furies” restano
i trucchi artigianali vecchia maniera con cui sono stati realizzati gli omicidi
e le brutalità assortite, perché sarebbe troppo facile se le ragazze una volta
catturare dai loro aguzzini, venissero semplicemente uccise, no no, qui abbiamo
facce asportate e crani spaccati in due a colpi di ascia, tutto realizzato con
un trionfo di effetti speciali prostetici, che non solo sono una gioia per gli
occhi, ma aumentano anche il livello di sangue e violenza delle pellicola a
livelli ragguardevoli.
di un gioco, in cui l’unico modo per vincere è rimanere vivi, non vi rivelerò
troppo del legame tra le “Belle” e le rispettive “Bestie”, perché è uno dei
pochi misteri di un film che butta dentro argomenti si, ma con la scusa di
potare in scena un “Battle Royale” in salsa slasher, in cui alla faccia della
solidarietà femminile, i nemici potrebbero non essere per forza solo quelli
brutti e mascherati.
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“Non bastano i bruttoni mascherati no, anche le coltellate alle spalle” |
Quello che manca al film forse è un po’ di approfondimento
sui tanti argomenti che sparge in giro, ma andiamo è chiaro che a Tony D’Aquino
interessi il giusto, anche tutta la questione delle “Furie” (o Erinni)
è appena accennata e trova giusto un po’ di spazio nel finale – non impossibile
da intuire – dove finalmente le sopravvissute inizieranno a comportarsi da
furie vendicatrici per davvero, però ecco, forse un po’ tardi per un film che
si intitola proprio “The Furies”.
protagonista, compie tutto l’arco narrativo classico della “Final girl” in modo
convincente e D’Aquino firma un esordio che inventa poco, ma in 82 minuti
intrattiene alla perfezione con un messa in scena efficace e una tensione che,
stavo per scrivere si taglia con il coltello, ma mi sembrava poco delicato nei
confronti delle protagoniste.
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Imperatrici Furiose. |
Se per caso foste interessati, lo trovate anche in programma
al ToHorror film fest. Da queste parti non abbiamo le lande di terra sconfinate
degli Australiani, ma quando si tratta di loschi figuri macabri in circolazione, ci difendiamo abbastanza bene.