Non ci potevo
credere, ma sono davvero riusciti a fare un sequel di “The Man with the iron
fists”, uscito talmente in sordina da sembrare quasi un DTV, infatti, si tratta
proprio di un Direct to video…
primo film, me lo ricordo come una cosa tutta matta, tutto sommato divertente, eppure
mi è capitato di rivederne 5 minuti qualche settimana fa in tv, cambiando
canale per errore e posso tranquillamente dirvi che dopo quattro minuti
scarsi stavo già sbadigliando.
l’esordio registico di RZA è più che altro una grossa operazione simpatia,
perché il leader del Wu-Tang Clan oltre ad essere uno stimato rapper e un
valido compositore per il cinema (sono sicuro che tutti quanti vi ricorderete
del suo contributo alla colonna sonora di Kill Bill) è prima di tutto una
specie di enciclopedia vivente dei Kung Fu movie, definirlo un appassionato del
genere, sarebbe come dire che il Kilimangiaro è un’altura.
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Vogliamo ricordarlo così, un uomo all’apice del suo sogno di gloria. |
Di fatto, il
risultato era uno dei tanti film di finta serie B, usciti sull’onda di
“Grindhouse” di Tarantino & Rodriguez, un pastrocchio di citazioni che
mescolava attori di serie A, facce prese dai film del vecchio Quentin e almeno
una (quasi) vecchia gloria come Russell Crowe. Il tutto condito dalle musiche
dello stesso RZA (che partivano a caso e completamente fuori luogo rispetto all’ambientazione)
e con il nostro a ricoprire anche il ruolo di protagonista, un fabbro con
improbabili arti di ferro a prendere a cazzottoni in faccia i cattivi di turno.
poi che RZA è un marzialista dilettante (e si vede) e un gran cagnaccio della
recitazione (e pure questo si vede fin troppo bene), veniva voglia di fare il
tifo per lui e il suo film, più che altro per gli intenti nobilissimi, ovvero:
omaggiare il genere che lui tanto ama sfruttando il nome del suo amico e
produttore, quel pazzarello di Eli Roth.
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Everybody WAS kung fu fighting. |
ragione la Universal gli ha creduto, il risultato al botteghino è stato un
mezzo disastro che ha racimolato in patria e nel mondo circa 20 milioni di
Dollari, che sono più o meno quello che spendi di catering quando hai Russell
Crowe che trascina la sua panza in giro per il set, quell’uomo tra pranzi, cene
e merende è peggio di una cambiale.
firmato per trasformare il suo film in una saga a multi-capitolo, cavalcando
l’onda proprio dei vari Kill Bill vol. 1 & 2, la Universal per tutelarsi e
cercare di accaparrarsi ancora qualche picciolo da questo titolo, ha optato per
la rete di sicurezza di un sequel DTV, per male che vada rientriamo delle
spese. Ecco, ci sarebbe solamente il problemino di cercare di frenare
l’entusiasmo di RZA e per questo ci hanno pensato gli insegnanti di sostegno.
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“Ho interpretato l’orientale ovunque, da ‘Pearl Harbour’ a ‘Walker Texas Ranger’ secondo voi potevo rifiutare questo sequel?”. |
professore è John Jarell, co-sceneggiatore di questo sequel, uno che come fiore
all’occhiello del suo CV può sfoggiare “Romeo deve morire” una roba di cui
ricordo solo il male alle mandibole dopo la visione, dovuto al tanto
sbadigliare…
proprio sul sicuro, la Universal ha voluto anche il secondo insegnante di
sostegno, ovvero: Roel Reiné, praticamente la più grossa autorità vivente in
campo di film DTV, date un occhiata alla sua filmografia e troverete una sfilza
di 2 e 3, applicati dietro al titolo di film più o meno famosi.
povero RZA (viene voglia di girare la ruota e comprare una vocale ogni volta
che devo scrivere il suo nome) nel primo film era sponsorizzato da quel
magnifico pazzoide di Eli Roth (uno che se vi capita di fare più di due piani
con lui in ascensore, quando si riapriranno le porte, vi avrà già sganciato una
valigetta piena di ex presidenti defunti stampati su carta verde, solo per il
fatto che ha apprezzato la vostra t-shirt con su scritto “Lucio Fulci Vive!”). Per questo sequel è scortato da Jarell e Reinè, braccia (non di
ferro) armate della Universal, pronti a dargli potenti schiaffoni a mano aperta
sul coppino, ogni qual volta provasse a prendere la minima (ma già costosa)
iniziativa in fase di sceneggiatura: “Che dite se ci mettessimo 10 Ninja armati
d…” SCIAFF!
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Ho visto rappresentazioni di cosplayer che sembravano meno una poverata di ‘sta roba qua. |
proprio sicuri di sguazzare a mollo in un brodo di già visto, la trama è la
seguente:
villaggio di poveracci, preso di mira dai crudeli banditi di turno, lo
straniero senza nome arriva per guidare la rivolta delle masse oppresse, avete
visto almeno 150 film di arti marziali con questa trama e almeno un paio di
capolavori del cinema prevedevano un samurai/pistolero a coprire il ruolo di
protagonista, ecco, qui c’è RZA che si ritrova anche con un
minutaggio drasticamente ridotto, in favore di Dustin Nguyen che di fatto è il
vero protagonista della storia…
primo film era un tentativo (non riuscitissimo) di omaggiare gli Shaw Brothers
facendo un po’di post-modernismo cinematografico, questo invece, è
semplicemente una noia mortale.
più contare su Lucy Liu e sulla panza di Russell Crowe, il film tira dentro una
serie di facce sconosciute, comprate ad un soldo alla dozzina, tutti con gli
occhi a mandorla ok, ma anche quasi tutti con passaporto (e nome) americano. Un
mucchio selvaggio di disperati totalmente incapaci di tirare un calcio o un
pugno al cinema, talmente scarsi da far sembrare quasi un talento RZA.
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“RZA ma come faccio? Io non so nemmeno tirare un calcio ad un Super tele”. |
talmente svogliato che nella battaglia finale, quella che dovrebbe
rappresentare il climax del film, la produzione decide di giocarsi “The Ecstasy
of Gold” di Ennio Morricone (pezzo straordinario che amo infinitamente, ma cheormai si sente ovunque) per tentare di alzare un po’il livello della
credibilità generale.
in tutto questo cosa fa? Purtroppo molto poco…
di dirigere TUTTE le scene d’azione a rallentatore, l’idea sarebbe quella di
fare qualcosa di esteticamente figo, in realtà secondo me è il compromesso
migliore per tentare di mascherare il fatto che RZA si muove con la naturale
legnosità di una cassapanca (sul catalogo dell’Ikea ne trovate una molto carina
che si chiama proprio RZA) e con la velocità di una lumaca sdraiata sopra una
boccetta di Valium.
relegato al ruolo di attore (di supporto) e (co)sceneggiatore, non ci fa mai
capire se è scazzato, o semplicemente un cagnaccio a recitare, non si capisce
davvero chi glielo abbia fatto fare di partecipare a questa roba, questo sequel
perde anche quel poco di ragione d’essere che almeno caratterizzava la prima
pellicola e, di sicuro, non guadagna punti simpatia nell’operazione “Ridiamo
spazio ai Kung-Fu movie al Cinema”. E’talmente una cosa moscia e triste che
probabilmente sarebbe meglio ignorarla completamente, se non altro per rispetto
nei confronti degli intenti e della sincera passione che RZA ha per un genere a
dir poco mitico.