Dico sempre che per godersi un film uno non dovrebbe sapere
niente della storia, tanto che ho quasi quasi smesso di fare uso di trailer da
diverso tempo. Il che è un paradosso, me ne rendo conto, perché poi ho un blog
di cinema quindi le due argomentazioni fanno a cazzotti. Quindi, questo sarà il
post più breve della storia della Bara Volante, andate a vedere “The Perfection”
ciao!
film, proprio come questo “The Perfection” la sfida è proprio nel suggervi di
vederli, senza rovinarvi tutte le svolte come se fossi la sezione “trama”
su Wikipedia. Che, poi, perché la chiamano trama, scrivessero “Riassunto”, anzi
neanche, visto che di solito il film viene descritto per filo e per segno.
(insieme a Eric Charmelo e Nicole Snyder) ha una discreta carriera come regista
televisivo, anche per serie tv come “Girls”, da cui per altro arrivano le due
protagonista, Allison Williams (vista anche in Get Out) e Logan Browning.
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Anche questa didascalia posso evitare di scriverla, perché tanto nessuno la vedrà nemmeno. |
Sapete qual’è l’altra cosa che dico sempre? Che si stava
meglio quando si stava peggio? Che non ci sono più le mezze stagioni? No, cioè,
sono un rompicoglioni, ma non fino a quel punto, dài, almeno quello
concedetemelo. Dico sempre che i primi minuti di un film ne determinano tutto l’andamento
e quelli iniziali di “The Perfection”, grazie ad una buona regia e un montaggio
ben fatto, ti fanno davvero voglia di capire come prosegue la storia.
accudire la madre malata, ormai passata a miglior vita, Richard Shepard trova
il modo più diretto per raccontarci l’ansia del personaggio, dopo anni legata
mani e piedi al destino della madre, ora la ragazza ha un mondo di possibilità
da esplorare per rifarsi la vita che le era stata negata. Anche, ad esempio, riprendere
i contatti con la vecchia accademia musicale, quella dove ha studiato violoncello
per anni, un posto dove da ragazza ha conosciuto per la prima volta Lizzie (Logan
Browning) attuale primo talento della scuola e da quello che ci suggerisce la
regia di Shepard, molto probabilmente anche primo amore di Charlotte.
(interpretato dal faccione di Steven Weber) è ben contento di avere le sue due allieve
migliori di nuovo insieme, molto insieme, visto che Richard Shepard con un
montaggio alternato ci mostra come le due suonino insieme il violoncello, che
se ve lo state chiedendo sì, è una metafora, ok? Non iniziamo con cose tipo lei
suona il violoncello e lei la tromba eddài! Non fate sempre gli scaricatori di
porto. Comunque sì, le due ragazze si danno da fare, ve l’ho detto che era una
metafora!
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Se non fosse chiaro, tutto questo è una metafora ok? |
Il mattino dopo le due ragazze iniziano un viaggetto lungo
la Cina rurale, ma Lizzie non sta molto bene, cioè diciamo pure che sta di
merda (in tutti i sensi) e potrebbe non essere per via dei postumi, ma per un’infezione
dai risvolti davvero horror, una di quelle per cui non bastano due aspirine e
una buona nottata di sonno, ecco.
lecito raccontarvi qualcosa della trama, la premessa un po’ da “Il cigno nero”
(2010) con l’accademia – musicale e non di ballo – e momenti saffici sono un
modo un po’ stiracchiato per darvi un’idea di che film è “The Perfection”, da
qui in poi, l’unica cosa davvero in comune con il film di Darren Aronofsky sono
le svolte che in questo film non cambiano mai, perché “The Perfection” passa
letteralmente da un genere all’altro, il che in un film, mi piace sempre parecchio.
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Sarà un horror sulle infezioni? Sulle deviazioni sbagliate? Niente di tutto questo! |
La sottotrama nemmeno velata dell’infezione che colpisce
una delle due ragazze è solo il punto di partenza di un film che cambia direzione
parecchie volte, ho letto in giro addirittura dei paragoni – molto arditi
lasciatemelo dire – con Michael Haneke, capisco il perché, ma qui la trama non
si “riavvolge” come accadeva in “Funny Games” (entrambe le versioni, 1997 e
2007), al massimo è una strizzata d’occhio che Richard Shepard utilizza per
mettere in chiaro che gli ultimi minuti della storia tornano indietro, solo per
essere raccontati identici da un alto punto di vista, al fine di aggiungere dei
dettagli chiave.
Perfection” sembra destinato a diventare un classico “Eva contro Eva” con molti
più momenti horror, quando, invece, la trama svolta ancora prendendo la direzione
del “Revenge movie”, non vorrei spingermi a dire addirittura femminista per una
sola ragione: il genere horror è quello che da sempre ha più protagoniste
donne, alte, basse, nere, bionde o rosse, svestite, coperte di sangue o in canotta
da “Final girl”, ma sempre in numero maggiore rispetto a quasi qualunque altro
genere cinematografico, quindi etichettare tutto il film, con un sigla, che sia LGBT – per via
dell’orientamento sessuale delle due protagoniste – oppure #MeToo sarebbe una
cosa molto… 2019, se capite cosa intendo. Anche perché Richard Shepard è
abbastanza chiaro che abbia altri modelli di riferimento.
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Spero apprezziate lo sforzo di scegliere foto che non anticipano nulla della trama, lo faccio per voi. |
L’ossessione per la “Perfezione” del titolo diventa sinonimo
di un sistema d’indottrinamento che mescolato ad un certo gusto per gli arti
asportati, mi ha fatto pensare a certi film coreani, più che Michael Haneke,
secondo me il regista Richard Shepard è andato a rivedersi qualche film di Park
Chan-wook, percé il gusto per le continue svolte nella trama – almeno due fanno
cambiare di direzione al film – e un grado di violenza che difficilmente si
trova negli horror targati Netflix, sembra essere ispirato al regista proveniente
dalla Corea del sud.
po’ tosta per il pubblico medio di Netflix, ma sembrare una versione più
edulcorata di altro per chi, invece, ha già una certa propensione magari proprio
con il cinema di Park Chan-wook. Ma, in ogni caso, un film capace, che
sposta un po’ più avanti il limite della violenza (mostrata e anche solo raccontata)
su una piattaforma popolare come Netflix è molto ben accetto, specialmente
quando sa cambiare di direzione in questo modo nel corso di 90 minuti spaccati.
Ah, la durata perfetta per i film, che bello!
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Oh i Social-Così, quelli si che mi spaventano un sacco! |
Ci sarebbero, poi, da fare delle riflessioni sul concetto di “Perfezione”,
al centro del film, del titolo e tanto ricercato dalle protagonista, in questo
senso la scena finale mi è piaciuta molto, per il significato che vuole far
arrivare al pubblico, ma magari ne parliamo nei commenti quando avrete visto il
film.
convincervi a vedere il film senza rovinarvi la visione, la prossima volta
facciamo che mi fermo a scrivere al primo paragrafo e voi vi fidate, ok? Ora andate a
vedere il film, non avete più scuse!