Le favole sono sempre state la prima forma di storia dell’orrore, o forse potremmo dire che i film dell’orrore sono la versione moderna delle favole che ci raccontavano da bambini, questo spiegherebbe la popolarità sempre viva di un genere sempre pieno di morti (ah-ah).
Ma a ben guardare, anche a realizzare che siamo tutti cresciuti con streghe cannibali gettate nel forno, genitori che sperdono figli nei boschi e beh, pifferai ammaliatori affogatori, ma prima, un breve intermezzo, giustamente musicale, suggerito al mio mono neurone dal titolo del film di oggi!
Proprio con un’inquietante scena di affogamento comincia “The Piper”, presagio di una morte sotto la pioggia, quella che avviene nel prologo di una trama ispirata al pifferaio di Hamelin dei fratelli Grimm, sempre loro, i primi “Masters of Horror” della letteratura popolare, che ambienta la storia ai giorni nostri e la fa ruotare attorno alla protagonista Melanie (Charlotte Hope), una flautista cresciuta artisticamente alla corte della sua maestra, la scomparsa Catherine Fleischer, venuta a mancare in circostanze da prologo di un film horror.
Il brano “Concerto per bambini” di Catherine Fleischer, rimasto incompiuto per via del suo sfortunato, chiamiamolo incidente, è l’oggetto del desiderio del direttore di orchestra Gustafson, il suo sogno è quello di portarlo in scena per intero e per farlo, non si pone il minimo problema a tormentare Melanie, un po’ come se il nostro direttore avesse rivisto da poco Whiplash, anche se non ne ha alcun bisogno, visto che è fatto a forma del grande Julian Sands, a cui “The Piper” è dedicato visto che si tratta della sua ultima prova da attore, prima di aver abbandonato questa valle di lacrime in delle condizioni a sua volta degne di una storia dell’orrore purtroppo.
In queste dinamiche da direttore d’orchestra tirannico, viene in qualche modo coinvolta anche la figlia della flautista, Zoe (Aoibhe O’Flanagan), molto talentuosa nel seguire le orme materne suonando lo stesso strumento, malgrado la sua disabilità che la costringe all’utilizzo di un apparecchio acustico. State iniziando ad immaginare come potrebbe proseguire questo horror ispirato al pifferaio magico? Ecco è proprio l’andamento che la storia, senza troppe sorprese, prenderà.
La prima parte del film è per assurdo quella più interessante, Julian Sands distribuisce carisma come fa DiCaprio con i dollari in uno dei tanti meme a lui dedicati, il personaggio dell’esperto di musica amico della protagonista ricopre il ruolo di “Buongiorno sono il Signor Spiegoni, spiego cose” e la frase in latino scritta sullo spartito dell’incompiuta che riporta le parole: “liberato dalla mia prigione avrò la mia vendetta”, più che mettere in fuga tutti, sembra quasi un incentivo a continuare.
La seconda porzione di film è quella dove il regista Erlingur Thoroddsen, al suo primo film in lingua inglese, scivola fin troppo spesso nei famigerati “Salti paura” anche noti come “Jump scare” che piacciono tanto ai GGGGiovani, ma lasciano un po’ il tempo che trovano, in un film che dovrebbe a questo punto, puntare tutto sull’aspetto del demoniaco pifferaio, ma oltre alle dita artigliate (in bella vista fin dalla locandina) e i canonici occhi rossi, sembra più che altro uno degli estranei di Giocotrono il cui unico momento davvero interessante, consiste nel vederlo entrare nel nostro mondo, cicciando fuori dalle budella di un malcapitato, che poi ammettiamolo, era quello che faceva Julian Sands in Warlock II, quindi mi auguro almeno fosse un omaggio.
Risultato finale: un film con premesse interessanti, scivola lentamente nella banalità sprecando comunque elementi horror riusciti. Ho trovato simbolico che in un film così musicale, proprio la colonna sonora di Christopher Young fosse tanto efficace, ma più di tutto “The Piper” vale come ultima occasione per vedere Julian Sands e anche qui, se volte vederci qualcosa di simbolico nel fatto che questo attore, abbia chiuso proprio con un film dell’orrore, liberissimi di farlo, la chiudiamo con una pennellata di poesia oggi!
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