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The Strain: Episodio 2×13 – Night Train: Season finale fatto come si deve…

Ah! Vedi che
le cose le sai fare? Allora perché non ti applichi? SBADABAM! A scappellotti sul
coppino ti prendo caro il mio Straincoso! Possibile che ci hai fatto subire un penultimo episodio da latte alle ginocchia (diciamo ginocchia) per poi piazzare
un finale di stagione fatto bene? Sei bravo, ma non ti applichi… (seguiono
SPOILER vari sul finale della stagione).

Siamo ai saluti
finali in tutti i sensi: Eph, Nora e Zack si preparano a partire e per
celebrare la partenza, perché non farsi tutti insieme una bella fotografia, una
di quelle che sa proprio di “Guardaci quando eravamo ancora vivi e felici”,
quelle che di solito portano una sfiga tipo gatto nero che passa sopra uno
specchio rotto sotto una scala, per chi viene immortalato… Infatti, la faccia di
Setrakian esprime più di mille parole la gioia di essere stato preso in mezzo
per questo scatto.


Setrakian farebbe sembrare felice anche Grumpy cat.

Questo finale
di stagione funziona, per altro senza inventarsi cose clamorose, ma
semplicemente nascondendo i difetti di questa seconda (deludente) stagione, con
il risultato di sottolineare ancora meglio i problemi di
questi 13 episodi. In questo Season finale non compaiono mai coppiette intente
ad amoreggiare e nemmeno la bionda Dutch, risultato: un bell’episodio… E’ un
caso? Scommetto 323 milioni (in ora) che non è così, tanto pagano gli Antichi.

Bisogna solo
superare il fatto che a nessuna delle parti coinvolte nell’asta venga in
mente di attaccare Creem e portargli via il prezioso Occido Lumen senza
versare un centesimo, ma ponendo il caso che l’isola del gangster con la
gioielleria in bocca sia ben protetta, allora forse è più facile accettare la sua proposta.
Per fortuna la fiducia riposta viene ripagata dalla riuscita scena dell’asta, con
rilanci di 100 milioni alla volta, roba che se lo sanno quelli di DMAX, minimo
ci fanno su un programma… “Aste toste per libri giusti”!


“Prima la Selfie, ora DMAX…. State mettendo a dura la prova la pazienza di questo Armeno”.
Finalmente
tornano anche i duellanti: Eichhorst e Setrakian consumano un altro match della
loro decennale lotta, il nostro Setry ha la meglio, anche perché Palmer chiude
i rubinetti, facendo fare la figura del pezzente ad Eichhorst, imbarazzato come quello che fa sempre lo splendido ad offrire da bere a tutti gli amici del bar,
prima di scoprire che ha lasciato il portafoglio sul comodino. Purtroppo, lo
scontro tra il gerarca nazista e l’ex detenuto A285230 (barra Bis) è stato
messo in un angolo da questa stagione, ma personalmente vorrei sempre vedere Richard
Sammel e David Bradley ringhiarsi addosso insulti uno con l’altro.

Certo, avere
uno straccio di piano di rientro per proteggere l’Occido Lumen aiuterebbe, anche perché Eichhorst si presenta con una centinaio di Strigoi
incazzati, mentre Setry e Fet dalla loro hanno una sparachiodi (inceppata) una
mitraglietta UZI e le loro preghiere. Per fortuna in loro soccorso arrivano Gus
e Angèl a capo di una banda di gangsta armati fino ai denti, per di più
motivati da Mr. Quinlan che in questo episodio ci regala la sua versione del
discorso motivazione in stile Massimo Decido Merigio / William Wallace /
Aargon.


“Chi vuole tornare a casa ? E chi vuole venire con me?” (cit.)
Sì, perché in
questo episodio Mr. Quinlan si vede e risulta il più cazzuto di tutta la
puntata, i due “Latini” sembrano rinforzati da una nuova sicurezza in loro
stessi che Angèl riassume nella maschera da Luchadores indossata di nuovo con
orgoglio. Peccato che proprio l’ex lottatore Messicano, abbia avuto la sua
evoluzione quasi tutta off-screen, dopo il suo spettacolare esordio in questa serie, mi aspettavo grandi cose per lui, invece il personaggio è stato relegato
ad un vecchio bilioso protettore della verginità di una figlia, per di più non
sua.


Lucha libre chico!
Così come Gus,
finalmente a capo della resistenza che era destinato a comandare già alla fine
della prima stagione, libero da tediosi teatrini amorosi fatti di
sbaciucchiamenti e cibo indiano.
Un episodio
finale che aggiusta il tiro su quasi tutti i personaggi, come ad esempio l’odiata
Coco, mascotte delle troppe sottotrame amorose che hanno azzoppato la stagione,
che qui paga carissima la sua spocchia, seccata dal Maestro che finalmente
torna a fare quello che gli riesce meglio… Ammazzare gente male e imporre il
suo dominio. Grazie Maestro, se volesse farsi vedere più spesso nella prossima
stagione non sarebbe male, nel dubbio organizziamo un festoso trenino per
celebrare la morte di Coco… Brigitte Bardot
Bardot! Brigitte béjo béjo!


Sotto la curva! Maestro sotto la curva! Sotto la cuuuuuurva! Maestro sotto la cuuuuurva!
Il finale è veramente degno di un season finale, non era del tutto imprevedibile intuire
che il viaggetto in treno sarebbe finito male, ma anche per chi di voi ha letto
il romanzo, la puntata ci regala un colpo di scena nemmeno piccolo.
Nora è
sicuramente il personaggio peggio utilizzato di tutta la serie, qui paga il
fatto di essere stata troppo lenta a finire il suo avversario, ma più che altro
paga il fatto di essere stata relegata al ruolo di madre surrogato per Zack e
moglie (non voluta) per Eph, che non esita a tradirla quando ne ha occasione.
Trovo clamoroso
che Zack veda come meno spaventosa sua madre Kelly, che di umano ormai ha
solo più (l’inguardabile) maglione e collo altro, piuttosto che restare con
Nora… Non deve essere un granché per l’autostima di Mia Maestro, bisogna dirlo.
Proprio con la
morte di Nora, “The Strain” (serie tv) prende il distacco più netto dalla serie
di romanzi da cui è stata generata, decisione a mio avviso saggia, un po’ perché
amo il fatto che gli adattamenti si differenzino dal materiale originale da cui
sono tratti, un po’ perché il personaggio di Nora era davvero arrivato alla
fine, utilizzato così, non aveva altro da dire.


La prossima volta usala quella spada, invece di agitarla come se fosse una mazza da Golf.
Spero, invece,
che l’epilogo dell’episodio, affidato alla voce da citofono gracchiante di
Setrakian, fornisca agli autori le linee guida da seguire per la terza
stagione, anche perché tutti i punti di forza e i personaggi su cui
concentrarsi (coff CoFF… Mr. Quinlan… COFF! coFF!) vengono citati nel monologo.
Probabilmente “The Strain” non farà mai il salto di qualità, resterà sempre una
serie estiva, con il pregio di essere veloce, gustosa e squisitamente Horror…
Spero se lo ricordino anche gli autori quando ricomincerà la terza stagione.
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