Nello scenario Horror attuale, esiste una selva di film Horror che pescano a piene mani dalle favole, più che altro per poter sfornare a costo poco più che zero, titolacci con sangue a secchiate, che possano garantirsi visibilità immediata sfruttando i decaduti diritti di sfruttamento dei personaggi, avete capito dove voglio andare a parere, per fortuna, nel mare di roba inguardabile, abbiamo finalmente un Horror vero, che prende spunto da una favola, che poi erano i primi veri Horror, chiunque abbia mai letto i Grimm lo sa.
L’esordio alla regia di Emilie Blichfeldt si è subito fatto notare, presentato a gennaio all’ultimo Sundance e a febbraio a Berlino, “Den stygge stesøsteren” (… Nel dubbio ‘a soreta, per restare in tema) è come il film sull’orsetto, ma ben fatto e soprattutto con delle cose da dire, immaginate Sofia Coppola, tutta spettinata e dopo aver fatto uso di sostanze di svariato tipo, che si mette in testa di dirigere la sua versione di “Cenerentola” però in norvegese, risultato? Un esordio brillante e uno dei film Horror più interessanti tra quelli visti fino ad ora, a patto abbiate lo stomaco piuttosto forte.
La storia è talmente nota che non serve nemmeno raccontarla, serve solo aggiornarvi sui nomi dei personaggi, partendo dalla protagonista, la sorellastra brutta del titolo è Elvira (Lea Myren che lancia il cuore e svariate parti del corpo oltre l’ostacolo) vive con tutta la pressione della sua famiglia sulle sue curve spalle, di suo non è ne brutta ne bella, anche se il trucco fa di tutto per peggiorarla, naso, denti, qualche chilo di troppo, insomma Elvira è una persona normale, come ne esistono miliardi sulla terra, soggetta all’ossessione per la perfezione che sembra l’unica via scelta dalla sua famiglia per salire qualche gradino della scala sociale.
Sua madre Rebekka (Ane Dahl Torp) ha spostato Otto (Ralph Carlsson), anziano, ricchissimo, vedovo da poco e con una figlia che mannaggia a lei, è nato con il gran culo di essere splendida, si chiama Agnes (Thea Sofie Loch Næss… Salute!) ma avete già capito di chi si tratta. I piani a lungo termine della matrigna si schiantano sui titoli di testa, perché Otto muore a tavola e Emilie Blichfeldt gli dedica una carrellata sulla tavolata (con morto) che si riempie di vermi, sulle note di una colonna sonora composta da John Erik Kaada, che da l’impressione di essere qualcuno venuto su ascoltando le storiche composizioni per il cinema di Giorgio Moroder degli anni ’80.
Per essere un film che parte da una favola, “The Ugly Stepsister” non ha nulla di davvero favolistico nella messa in scena, l’unica vera concessione all’immaginario sono i sogni ad oggi aperti di Elvira, tutti filtrati da una fotografia rosa perché rosa è il modo di fantasticare della ragazza, una già cotta del principe Julian (Isac Calmroth) ancora prima di incontrarlo e non serve un genio per notare che il primo vero incontra tra Elvira e Julian non sarà proprio uno di quei momenti da raccontare ai nipotini, ecco.
Emilie Blichfeldt per nostra fortuna, ama lo zoom e non ha nessuna paura di utilizzarlo, “The Ugly Stepsister” incede sui dettagli e non tira mai via la mano, un film strapieno di vomito, vermi e dettagli sanguinolenti che vanno in crescendo, ma senza mai essere fini a loro stessi, al massimo all’obbiettivo di Elvira, alla sua ossessione che poi è quella per una perfezione imposta dalla società, il più delle volte impossibile da raggiungere.
Gli ultimi soldi di famiglia vengono investiti negli ultimi ritrovati della moderna e ottocentesca (o giù di lì) tecnologia, per nulla dolorosa eh? Il nasino di Elvira viene sistemato con una specie di strumento di tortura da indossare per settimane dopo una comoda scalpellata assestata con mano ferma da un chirurgo con la propensione all’uso delle foglie di coca come antidolorifico, ma anche per chi opera.
Emilie Blichfeldt ha dichiarato di avere in David Cronenberg uno dei suoi modelli di riferimento, il che denota un ottimo buongusto cinematografico da parte sua, ovviamente l’intervista rilasciata ha fatto scatenare le penne stipendiate, infatti sono fioccate le etichette di “Body Horror” per questo film e sì, lo ammetto, come Roger Rabbit con ammazza la vecchia, anche io non ho potuto resistere, si nota dal titolo del post di oggi, che è una doppia citazione ad incastro con un film con cui “The Ugly Stepsister” dialoga apertamente, ovvero The Substance.
Ci sono evidenti punti di contatto tra i due lavori, compresa la “pillolina” che scatena la trasformazione, quella che ti permette qui di dimagrire e che porterà ad effetti vomitevolmente devastanti – in tutti i sensi – ma l’elemento che unisce i due film è quella nemmeno sottile anima Punk, quella voglia di alzare il volume della radio, urlando i messaggi in un modo che fa gustosamente a cazzotti con il film in costume, insomma, il mio tipo di film, a patto di avere uno stomaco preparato, io vi avviso, Blichfeld non prende prigionieri.
Anche se purtroppo, più che gli appassionati di Horror, sono le penne stipendiate ad avere la memoria breve, per certi versi un altro titolo con cui questa sorellastra ha parecchio in comune è The Neon Demon, l’idea di questo Eva contro Eva, dove a muovere i personaggi sono le pressioni di una società che da una parte è quella scintillante portata in scena da Refn mentre dall’altra, porta in scena corpetti e una preparazione fisica straziate per arrivare a giocarsi la propria carta al ballo del principe. Incredibile come Blichfeldt, senza negare nulla della favola presa come riferimento (ci sono anche topini, insetti che filano il vestito e la scarpette darà il via ad una delle scene più truculente), sia riuscita a parlare così bene di quella pressione, quell’insana competizione verso parametri di perfezione impossibili, che chiunque nasca senza il cromosoma Y conosce fin troppo bene, meglio dell’altra metà del pianeta.
Ribaltando in maniera così intelligente il punto di vista “The Ugly Stepsister” porta in scena un duello vecchio come il mondo ma virato in maniera del tutto riuscita al femminile, quello del Quarterback contro il secchione, il talento naturale, quello a cui riesce tutto subito e facile, per dono di natura opposto a chiunque invece ogni successo se lo deve conquistare, proprio per questo il film riesce così bene a farci prendere le parti di Elvira, senza per questo arrivare ad odiare Agnes (la sua storia molto reale e poco da favola con lo stalliere), semplicemente tutte le sofferenze che si (auto)infligge la protagonista, sono un tentativo di restare al passo con aspettative esagerate a cui tutti i personaggi femminili sono sottoposte.
Guardate la madre Rebekka come si comporta e come si rapporta agli uomini, allo stesso modo la sorella, anzi, l’altra sorellastra, talmente inorridita all’arrivo delle prime mestruazioni, come se fosse già rassegnata a tutto quello che la femminilità in una società così (non fatevi distrarre dai costumi, è sempre la nostra) si porterà inevitabilmente dietro.
Per gli amanti di trippe e budella invece, ogni modifica al suo corpo per Elvira comporta quintalate di dolore, in un film che come detto urla, perché per dialogare con quella bomba di The Substance, devi esprimerti allo stesso livello di decibel, proprio per questo l’ultima scena, che non è quella finale, ma è l’ultimo martirio per la povera sorellina che non si merita nemmeno un cognome – si becca un Von Stepsister nemmeno fosse un’immigrata a Staten Island – è una sequenza lunga, che non stacca mai, ma che ti costringe a guardare e a soffrire con la protagonista, come in effetti, abbiamo fatto per tutto il film, in un mondo dove tutte vorrebbero essere Cenerentola, la maggior parte di noi in realtà è Elvira.
Quindi grazie ad Emilie Blichfeldt per aver esordito con questo film che da qui a dicembre, spunterà in diverse classifiche, io non le faccio quindi ve ne parlo a Maggio, a ridosso della sua uscita su Shudder di un paio di giorni fa, piattaforma che noi Horror-fanatici non ringrazieremo mai abbastanza e che sta facendo un lavoro notevole selezionando film da ovunque, anche della Norvegia e prima che iniziate a chiedermi come abbonarvi a Shudder dal uno strambo Paese a forma di scarpa (… Roba da smanettoni!), ve lo dico subito, il film è già stato acquistato, arriverà nei nostri cinema ad Ottobre, ovviamente. Il cinema Horror sta in grande forma, bisogna solo sapere dove cercarlo e non è nemmeno così difficile da trovare, anzi.
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