Me la sono presa calma complici le vacanze, ma non mi sono affatto dimenticato, è il momento di completare la rubrica… Blog of the Apes!
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«Mi insapono il capello…» (Ok non era così la canzone originale). |
“The War” è la perfetta conclusione di una trilogia che malgrado il cambio di regista tra il primo e il secondo capitolo, ha saputo restare estremamente coerente con sé stessa nel bene e nel male. Anche in questo terzo film non mancano le strizzatine d’occhio ai film originali della saga, ma soprattutto raramente al cinema abbiamo visto tre film in grado di portare avanti dei personaggi fino a far completare loro un arco narrativo coerente, il tutto mantenendo anche una certa omogeneità visiva.
proprio come il suo protagonista, Cesare, un personaggio che viene considerato
bravo e intelligente perché di fatto scimmiottare (ah ah) tutti gli atteggiamenti umani compreso quello di parlare, un po’ meglio di un uomo, un po’ peggio di una bestia.
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Lo voglio anche io il casco che ti trasforma in una scimmia! |
Tutta questa nuova trilogia fa proprio questo: scimmiotta qualcun altro. Avevo delle aspettative per questo “The War”, perché se L’alba del pianeta delle scimmie (2011) era una rivisitazione di 1999 – Conquista della Terra (1972) e Apes Revolution – Il Pianeta delle Scimmie (2014) prendeva spunto da Anno 2670 – Ultimo atto (1973) per questo film mi aspettavo che il regista Matt Reeves e lo sceneggiatore Mark Bomback, decidessero di camminare finalmente eretti e dire davvero qualcosa di nuovo, invece “The War” risulta essere solo la “Coda strumentale”, passatemi la “metafora musicale” di Apes Revolution, un film che pesca ancora a quattro mani da Anno 2670, lo fa in certi momenti anche molto bene, ma manca lo spirito originale quello anche satirico di Pierre Boulle che nel 1963 scrisse il racconto originale.
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Se mai dovesse vincere un Oscar, chissà se Andy andrebbe a ritirarlo in smoking oppure indossando i sensori. |
“The War” fin dal titolo (anche quello brutto italiano) era l’occasione per questa nuova trilogia di portare avanti il testimone dei vecchi film della saga, composta da un capolavoro del cinema e da tanti film di puro intrattenimento, di qualità inferiore, ma sempre pronti a fare satira del mondo moderno che fosse l’incubo nucleare, la paura del diverso, oppure la rivolta dei “Fratelli” neri negli Stati Uniti.
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This is the jaw, my only friend the jaw (Quasi-Cit.) |
Dopo Kong: Skull Island abbiamo un altro film di scimmie ricalcato sul capolavoro di Coppola, se non fosse chiaro fin dalla prova (magnetica) di Woody Harrelson che fa il colonello Kurtz della situazione, basterebbe il visibilissimo graffito che compare nel film “APE-OCALYPSE NOW” più chiaro di così Reeves cosa dovrebbe fare? Mettere un pezzo degli anni ’60 come sottofondo ad una delle scene più intense? Ah no, ha fatto pure quello, “Hey Joe” di Jimi.
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Cavalcano insieme, i quattro della scimmia selvaggia! |
Un viaggio che parte a cavallo lungo la spiaggia (come Taylor e Nova) dove i colori sono caldi, si fanno più freddi come accade a Cesare che si ritrova il pelo sempre più ricoperto di neve ad ogni tappa del suo viaggio in verso un ideale cuore di tenebra. Il travagliato finale dell’arco narrativo di una scimmia con tormenti da uomo il cui unico obbiettivo è andare ad uccidere il Colonnello Kurtz McCullough per vendicare la morte della sua famiglia.
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Cuore di tenebra SIMMIA. |
Un percorso ad ostacoli che prevede scelte sempre più difficili, come portarsi dietro la portatrice sana del nuovo ceppo del virus che ha prima sterminato gli umani ed ora li sta facendo diventare sempre più scemi e muti, una bambina che infatti come si chiama? Nova (occhiolino occhiolino). Ma anche dover affrontare il tradimento di scimmie collaborazioniste come Winter, quanti altri blockbuster estivi moderni ci sono in giro che si giocano una scena drammatica come quella proprio tra Cesare e il gorilla bianco? Ve lo dico io: nessuno.
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Il sogno del gorilla bianco. |
Mettiamoci dentro anche il personaggio di Asino (“Ti lasci chiamare asino?”) il personaggio che incarna la rivolta delle scimmie e il ritorno al potere di Cesare, tutta roba validissima che apprezzo niente da dire che, però, proprio come gli altri capitoli della saga, va di pari passo con scelte di sceneggiatura frettolose e se non proprio sceme.
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Povero, povero Sméagol… Ah no scusate, film sbagliato! |
Quando poi la guerra, quella vera, contro il famoso esercito gigante che ormai è in marcia già dallo scorso film dovrebbe cominciare davvero, di fatto non comincia mai (come per gli Estranei di Giocotrono) perché tutto si risolve con l’ennesima trovata assolutamente cretina dettata dalla fretta: una mega slavina che centra in pieno tutti tranne Cesare (ovviamente) e il resto delle scimmie buone salite sugli alberi. Perché è notoriamente risaputo che quintali di neve in caduta libera non travolgono MAI gli alberi, ma solo le persone, possibilmente armate di mitra.
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«Tanto ho la testa più dura delle tue pallottole» |
Però, devo dire che se i protagonisti non fossero state scimmie, ci saremmo persi quello che è forse il vero grande contributo di “The War” all’enorme panorama dei “Monkey Movies”, questo va detto, perché Matt Reeves ha avuto il coraggio di rompere un tabù: questo è il primo film in cui una scimmia lancia la sua cacca contro un umano, un momento storico! Anzi, dirò di più, il lancio della cacca è un elemento chiave è il momento in cui le scimmie riescono a mettere in atto il loro piano con tanto di tunnel scavato per fuggire (come ne “La grande fuga” del 1963 e sono già due volte che questa trilogia cita questo capolavoro). Insomma, è un piccolo lancio di cacca per una scimmia, ma un passo enorme per i Monkey Movies!
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Le SIMMIE esultano per il grande risultato raggiunto! |
Bisogna anche dire che non manca la volontà da parte di Reeves e Bomback di rifarsi a tanto cinema americano classico, oltre ai già citato La grande fuga e “Apocalypse Now”, nel film troviamo un po’ di “Spartacus” e il finale poi, in cui la palette cromatica torna ad essere calda, grazie a quei toni del rosso non ho potuto non pensare a “I dieci comandamenti” (1956), vuoi anche per un’associazione di idee visto che qui Cesare porta i suoi nella terra promessa
come un Mosè scimmiesco ed ora che ci penso vi ricordate chi interpretava Mosè nel film di Cecilia B. DeMille? A volte questo pianeta (delle scimmie) è davvero molto piccolo, il cerchio è completo, così come questa rubrica.