Home » Recensioni » The Well (2024): per me è importante (dirigere Horror alla vecchia maniera)

The Well (2024): per me è importante (dirigere Horror alla vecchia maniera)

Come si chiama il cantante dei Tiromancino? Federico Zampaglione. Voi direte, Cassidy perché conosci il nome del cantante di un gruppo che nemmeno ti piace? Perché dopo il suo esordio del 2007 ovvero “Nero bifamiliare”, Federico Zampaglione si è rivelato per quello che è, uno di noi, un fanatico di Horror, per altro anche quelli belli trucidi, tutti i classici di genere che hanno reso i film dell’orrore e i Gialli all’italiana celebri ed amati nel mondo.

Lo ha messo in chiaro con il suo “Shadow” (2009) e con “Tulpa” (2013), il film che ha fatto prendere una vacca per le balle a parecchie penne anche di livello, scivolati sulla buccia di banana e pronti a titoloni «Il grande ritorno del Giallo all’italiana!», ma anche no, oppure, anche meno. Se titoli così me li aspetto da tante (anche troppe) testate cinematografiche che quando parlano di film italiani perdono di colpo il senso critico, nel 2013 anche i più insospettabili sono caduti, da allora Zampaglione ha diretto un altro titolo, che non ho visto perché non era un Horror, quindi non so dirvi, ma quest’anno è tornato al suo grande amore con “The Well”.

Marketing, lo state facendo bene.

Titolo pieno di difetti, ve lo dico subito, gioco a carte scoperte, eppure mi sento di consigliarlo perché a me la visione ha tutto sommato divertito, ed è anche chiaro il motivo, questo film è per noi horror maniaci duri e puri, un film come direbbe Stanis La Rochelle, molto italiano, ma perfettamente vendibile anche all’estero, quindi se riuscite nell’impresa di trovare un cinema non impegnato a proiettare Deadpool & Wolverine quest’estate, buona visione, per il resto, commento del film in arrivo sul binario uno!

Lisa Gray è una restauratrice d’arte americana, chiamata dalla duchessa Emma Malvisi a eseguire un lavoro di restauro nel suo antico palazzo, che si trova a Sambuci, vicino a Tivoli. Ora, già il fatto che la protagonista si chiami Gray e debba lavorare su un quadro, dovrebbe darvi una mezza idea su quanto le ispirazioni di Zampaglione siano chiare e in bella vista, il fatto invece che Lisa sia fatta a forma di Lauren LaVera, selezionata dal regista un secondo dopo averla vista in Terrifier 2 (storia vera), quindi anche qui è chiaro che Zampaglione si sarà anche macchiato di un sacco di canzoncelle tremende, ma i suoi gusti da Horror-maniaco vanno nella direzione migliore possibile.

«Non ci sono clown in questo film, vero?»

La contessa Emma Malvisi invece è fatta a forma di Claudia Gerini, sua attrice feticcio e compagna nella vita, poi se nel frattempo i due si siano mollati non lo so, la mia materia è l’horror, di pettegolezzi e canzoni dei Tiromancino sono orgoglioso di poter dire di non sapere un’infiocchettatissima.

Claudia Gerini in posa con la candela in mano che fa subito gotico.

“The Well” procede su due piani, da una parte sembra omaggiare i classici anche del nostro cinema, quindi se leggendo la trama avete pensato a “La casa della finestre che ridono” o “Suspiria” non avete sbagliato di molto, in questo film convive un atmosfera da favola nera mescolata ad una porzione di film, ambientata sul fondo del pozzo del titolo, dove Zampaglione ha dato beh, fondo, a tutta la brama di sangue e violenza che spesso spinge molto pubblico a guardare un film dell’orrore. Va detto che il mistero del quadro non è propriamente impossibile da intuire se siete spettatori con un minimo d’esperienza, allo stesso modo i personaggi sono più che altro archetipi, il che vuol dire che a livello di caratterizzazione siamo alle aste, Lisa funziona perché Lauren LaVera ormai è una “Final Girl” specializzata che sa il fatto suo, così come Claudia Gerini che se la gioca tutta di mestiere in un ruolo di cui avete già capito tutto lo sviluppo, anche solo leggendo la mia breve sinossi.

Iniziamo da difetti più evidenti, intesi come tutti gli altri, oltre a quelli già elencati, essendo un film chiaramente ispirato ai vari Fulci, Argento e Avati, ma proprio con il cuore in mano, “The Well” ricorda in tutto e per tutto quella tipologia di pellicole, per farvi un paragone, mi viene da pensare ad Eli Roth che replica il montaggio brutale di “Cannibal Holocaust” perché ha sempre amato in modo beh, viscerale, quel film e a furia di vederlo e rivederlo, ha fatto proprio e replicato qualcosa che per Ruggero Deodato era la normalità, se non il più classico fare di necessità virtù.

Il pozzo (senza il pendolo) del titolo.

Ad esempio, la palese e straniante differenza di potenziale tra la porzione di cast che recita in italiano e l’altra, quella doppiata da professionisti, genera un effetto Babale che nel 2024 può risultare ridicolo oppure, la normalità per tutti gli horror-maniaci che i nostrani film degli anni ’70 li hanno visti per davvero e sanno che è sempre stato così, quindi passa davvero tutto da qui, per qualcuno sarà recitazione non memorabile e doppiaggio da telenovela, per gli appassionati, sarà un po’ come tornare a casa. Ha senso nel 2024 cercare di rilanciare un intero filone, girando “The Well” in un tempo brevissimo (quattro settimane) senza applicare nessuna modifica estetica o tecnica ad un sistema di lavoro che era dettato dalla scarsità di budget, tempo e tecnologia? Forse no, ma Zampaglione non è un innovatore, è un grande appassionato che ha visto gli stessi film con cui siamo cresciuti noi e quel tipo di film vuole continuare a vedere e dirigere.

Anche perché l’altra faccia della medaglia di questo modo di fare film nel 2024 è un quantitativo di effetti artigianali da scaldare il cuore, Carlo Diamantini realizza qui degli effetti speciali prostetici stupendi, che danno davvero valore alla fisicità del sangue (finto), volete palate di Gore? Qui lo troverete, il sacchetto per il vomito fornito alle varie anteprime del film è una divertente trovata commerciale, ma per lo meno è sensata, visto che il livello di macelleria è parecchio alto e avete presente quella porzione di pubblico che in ogni bulbo oculare maltrattato vede una citazione a Lucio Fulci anche quando non c’è? Beh qui c’è, perché probabilmente metà del suo film Zampaglione lo ha diretto indossando la maglietta con su scritto Fulci VIVE mentre stava sul set.

Occhio… All’omaggio cinematografico!

Forse, anzi sicuramente, Zampaglione non ha la capacità o la volontà di allontanarsi dai difetti (di trama, di caratterizzazione o di audio) dei film che sono il suo modello, però se gli va riconosciuto un talento è quello di saper scegliere delle facce brutte che lèvati, ma lèvati proprio! I suoi film ne sono sempre stati pieni, l’interpretazione del carceriere che in cambio di vittime regala secchiate di sangue (e non è tanto per dire, sono letteralmente secchi pieni di sangue) è grandiosa, a mani basse il migliore del film. Lorenzo Renzi ti fa percepire tutti i disturbi del suo personaggio il risultato è un carceriere spaventoso e anche se il modello è tutto l’horror nostrano, se dovessi indicare un titolo (comunque girato in Italia) che si avvicina molto a “The Well” per atmosfere e livello di trucido marciume portato in scena, ho pochi dubbi, in diversi momenti mi sono ritrovato a pensare a Castle Freak di Stuart Gordon, il che non solo è un ottimo risultato, ma anche un gran complimento, anche se i Tiromancino continuano a non piacermi, nemmeno un po’.

Ecco, l’unica tortura che lui non sfrutta nel film è costringere qualcuno ad ascoltare le canzoni di Zampaglione.

Menzione speciale a proposito di facce giuste? Il personaggio della ragazzina, sarà anche impersonato da Linda Zampaglione, quindi non è impossibile intuire perché sia a bordo, però sembra fatta dal sarto per evocare nella mente dello spettatore le varie Nicoletta Elmi che hanno popolato e reso mitico il nostro cinema Horror, quindi il cast messo su dal regista, un po’ di esperienza, un po’ perché selezionati tutti a modino, riescono a dare spessore e a far funzionare una trama che è poco più di un pretesco, anche per mettere in moto la mattanza, quella sì, la portata principale di “The Well”.

Quindi non so voi, ma davanti ad un’operazione così mirata sui gusti degli Horror-maniaci come me, personalmente mi sono sentito a casa, anche se poi si tratta di un castello decadente con un pazzoide assassino che si aggira carico di pessime intenzioni, alla fine la casa è dove sta il cuore. O dove te lo staccano se siete appassionati di Horror.

0 0 voti
Voto Articolo
Iscriviti
Notificami
guest
18 Commenti
Più votati
Recenti Più Vecchi
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Film del Giorno

The hurt locker (2008): vite appese a un filo rosso

Tutti al riparo! Il nostro artificiere Quinto Moro si prepara ad affrontare una bomba di film, muoversi! Muoversi! Qui la faccenda sta per diventare esplosiva! Padre tempo è il miglior [...]
Vai al Migliore del Giorno
Categorie
Recensioni Film Horror I Classidy Monografie Recensioni di Serie Recensioni di Fumetti Recensioni di Libri
Chi Scrive sulla Bara?
@2025 La Bara Volante

Creato con orrore 💀 da contentI Marketing