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The Wretched (2020): lo zio Tibia sarebbe orgoglioso di voi

Confido da sempre nel fatto che l’onestà, sia un tipo di
politica che alla lunga, paga i suoi dividendi. Forse sono dello stesso avviso
anche i fratelli registi Brett Pierce e Drew T. Pierce, almeno a giudicare da
come hanno portato in scena il loro “The Wretched”.

I due fratellini sono al loro secondo lungometraggio dopo
“Deadheads” (2011) e dopo aver fatto il giro di un po’ di festival, sono ancora
alla ricerca di una distribuzione ufficiale, ma la loro seconda fatica, pur non
inventato davvero nulla di nuovo, sa giocarsi molto bene le sue carte, nel modo
più onesto possibile per altro.

Il film comincia con un incipit ambientato “35 anni fa”
come annuncia la scritta ben in vista, quindi facendo sue calcoli veloci, siamo
nel 1985 ma prima di scappare urlando, disperati per l’ennesimo horror moderno
ambientato nei favolosi anni ’80 idealizzati dal cinema e da svariate altre
Strane Cose, la premessa serve ad introdurre la strega… Fermi! Lo so che ormai
esce un film dedicato alla stregoneria
con cadenza sinistramente puntuale, ma
“The Wretched” è una variazione sul tema streghe e suoi derivati, che introduce
un mostro che nidifica (letteralmente!) negli scantinati delle vittime, facendo
dimenticare loro il ricordo di figli e parenti, per poterli consumare con
comodo.

“Figliolo, la dieta vegana magari la comincia martedì prossimo, stasera a cena… Cervo!”

Un inizio veloce che ci riporta subito ai giorni nostri,
dove facciamo la conoscenza di Ben (John-Paul Howard) ragazzino non
particolarmente bello, non particolarmente sveglio, di sicuro parecchio
sfigato, visto che si è rotto il braccio e dovrà passare tutta l’estate con il
gesso, ma soprattutto perché con l’altra metà del cielo risulta essere
particolarmente imbranato. Insomma è un adolescente quasi normale con genitori
divorziati e lavoretto estivo, la versione locale Yankee di “Estate ragazzi”,
dove per altro conosce la collega Mallory (Piper Curda), anche lei non
particolarmente mozzafiato ma spigliata il giusto, di sicuro meglio della
bellona su cui Ben ha messo gli occhi, quella carina che gira solo con i
ricconi figli di papà che si divertono a maltrattare Ben, solo in virtù di un
conto in banca più nutrito.

“The Wretched” riesce a delineare bene i personaggi che
sanno tutti un po’ di già visto ma non risultano mai urticanti, il che è già un
enorme risultato visto quello che capita di vedere al cinema, anche se i cinema
sono chiusi… Vabbè ci siamo capiti no?

“Cosa faremo tutta l’estate con i cinema chiusi?”, “Quello che fanno gli Italiani tutte le estati”

I fratelli Brett Pierce e Drew T. Pierce, armati di un’onestà
disarmante, portano in scena il loro film a metà tra romanzo di formazione e
storia paurosa con riuscitissima strega, mettendo subito in chiaro i loro punti
di riferimento, ma senza voler per forza scimmiottare nessuno. A ben guardarlo “The
Wretched” si incastra alla perfezione nel filone di film con adolescenti alle
prese con le loro vite, ma anche un elemento sovrannaturale venuto a
scombinarle. Potrebbe quasi essere un cugino alla lontana di “Ammazzavampiri”
(1985) senza fare mai davvero nulla per darci dentro di gomito, strizzando l’occhio
al pubblico per compiacerlo inutilmente.

Quindi “The Wretched” è la dimostrazione che con un po’
di buona volontà, si possono fare i film con protagonisti degli adolescenti,
che hanno molto in comune con le atmosfere anni ’80 riportate all’attenzione
del grande pubblico dal successo di critica e pubblico del più bel blog del
mondo, la Bara Volante
di Stranger Things, senza dover per forza ambientare le trame in 1985 posticci che
esistono solo al cinema. Ogni riferimento a fatti, cose, persone o Summer of ‘84 è puramente voluto.

“Brindiamo ai film per ragazzi, ma senza BMX e walkie talkie!”

In “The Wretched”, i protagonisti si telefonano e si
scrivono usando il loro smartphone, se hanno bisogno di cercare qualche
informazione, lo fanno navigando in rete, infatti l’unica scelta di
sceneggiatura pigra, arriva dalla ricerca su Google di informazioni relative alla strega, ma è un
piccolo rilassamento che ad un film così si può anche perdonare. Questo fa sì
che la storia funzioni come una sorta di “romanzo di formazione” con un
protagonista ingessato (in più di un senso), ma soprattutto come horror per
nostra fortuna.

Il film riesce piuttosto bene a creare la mitologia del
mostro di turno, senza mai soffermarsi a spiegare, ma quasi sempre mostrando, insomma come dovrebbe fare sempre il Cinema. In un tripudio di ditine
sinistre che spuntano dal terreno oppure dalla carcassa di un cervo morto, “The
Wretched” porta in scena una strega davvero ferale attraverso una serie di
momenti di tensione, per altro rinunciando ai dannati “Saltopaura” (i
famigerati “Jump scare”), in favore di sequenze belle tese che funzionano ancora
meglio se alternati ai passaggi leggeri, quasi da commedia adolescenziale, che caratterizzano le tipiche giornate del protagonista.

“C’è nessuno in questa casa abbandonata spaventosa?”, “No”, “Oh meno male, stavo per spaventarmi”

L’orrore striscia nella vita di Ben poco alla volta, tutti
gli elementi della storia che sembrano dei clichè (e in parte lo sono), vengono
utilizzati a dovere dai due fratellini Pierce, quindi il padre divorziato non
sarà per forza solo il papà assente dei film Horror, il gesso del protagonista
ad un certo punto sarà parte di una svolta chiave e se le regole della storia
dicono che il sale è un elemento chiave per ferire la strega, per fortuna nel
corso della storia questa informazione non viene dimenticata. Insomma, mi
piacciono le storie che introducono elementi per poi utilizzarli per davvero, non solo per addobbare inutilmente la trama.

La strega del film poi diventa un’entità capace di
trasferirsi da un corpo all’altro, proprio come ci ha insegnato un classico come
The Hidden, ma a ben guardare anche
il vampiro del già citato “Ammazzavampiri”, non faceva davvero nulla per
nascondersi, facendo invece di tutto per far passare per mitomane il protagonista.

Con il ritorno del Drive-In, questo film sta andando forte nei botteghini americani (storia vera)

Quando finalmente qualcuno crederà alla versione di Ben,
la strega avrà già scambiato corpi come calzini avvicinandosi sempre di più ai nostri
protagonisti, facendo dimenticar loro i parenti più stretti. Un elemento della
storia che i fratelli Pierce utilizzano piuttosto bene e se ve lo state
chiedendo no, la strega non fa dimenticare la suocera a nessuno dei personaggi,
quella sarebbe una benedizione!

Quando poi arriva lo scontro finale con la strega, “The
Wretched” conferma di avere il cuore al posto giusto, sfoggiando un tripudio di
effetti speciali orgogliosamente vecchia maniera, combinati con poca (e
centellinata) CGI. Insomma il modo perfetto per portare in scena sangue,
budella e trasformazioni, dimostrando di aver capito la lezione degli horror
degli anni ’80, senza volerli scimmiottare a tutti i costi, bravi ragazzi!

A nessuno piace essere disturbato durante la cena.

Se esistesse Notte Horror nel 2020 e fosse ancora quell’incredibile
cornucopia di orrori che ha fatto scoprire a tanti della mia generazioni titoli
storici, “The Wretched” potrebbe essere il perfetto candidato per la rassegna
estiva, un horror piccolo ma fatto con dedizione, in grado di portare avanti
una tradizione. Insomma non troverete nulla di nuovo dentro questo film, ma
quello che troverete ha davvero tutto per scaldare il cuore di tutte le
creaturine della notte venute su a pane e zio Tibia.

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