Il western è il genere che sta al cinema come il Rock ‘n’ Roll alla musica, e allo stesso modo viene dato periodicamente per morto, salvo poi ritornare in sella alla grande. Tra la fine degli anni ’80 e la metà degli anni ’90 il western era più in forma che mai, grazie ad alcuni titoli di indubbio valore che sarebbe anche ora di iniziare ad affrontare. Avete invocato così tanto la pioggia che è arrivato il diluvio (cit.), e se devo iniziare da qualche parte, fatemi iniziare dalla città di Tombstone.
“Tombstone” nasce dalla penna dello sceneggiatore Kevin Jarre, quello di Rambo 2 – La vendetta e “Glory – Uomini di gloria” (1989). La sua prima bozza per il film prevedeva una pellicola molto più lunga ed epica, che scavava molto di più nel passato dei personaggi, ma fin dalla sua prima stesura era buona, dannatamente buona, tanto da venire acquistata al volo dalla Hollywood Pictures. Jarre riuscì così ad ottenere la possibilità di dirigerla questa sua sceneggiatura dei sogni, ma a questo punto per il neo regista cominciarono i problemi, che avevano un nome e un cognome, quello di Lawrence Kasdan.
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Sembra Jared Leto, ma in realtà è lo sfortunato Kevin Jarre (a destra), in quei pochi giorni passati sul set del suo film. |
Si perché “Tombstone”, come “Armageddon” e “Deep Impact” (entrambi del 1998), come il film su Alessandro Magno mai realizzato da Baz Luhrmann e quello invece diretto con la fretta nel cuore da Oliver Stone nel 2004, fa parte di quella grande categoria di film che condividono il soggetto con un’altra pellicola, uscita a breve distanza. Perché ad Hollywood le idee non si buttano, se sono valide al massimo si corre per produrle prima della concorrenza, e la concorrenza della Warner Bros. faceva davvero paura.
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«Straniero, questa città è troppo piccola per due film su Wyatt Earp…» |
Si perché per rispondere al grande cast del “Wyatt Earp” di Kasdan, la Hollywood Pictures ha pensato bene di riempire il suo film di facce incredibili in ogni ruolo, anche nei più piccoli potete trovare Terry O’Quinn (il John Locke di Lost) nel ruolo del sindaco, Thomas Haden Church in quello di uno dei Cowboys, oppure un irriconoscibile Billy Bob Thornton, nei panni del croupier stronzo che si becca una ripassata da Earp ad inizio film. “Tombstone” è un poker (per non dire una scala reale) di facce famose prestate al ruolo giusto, e a ben guardare molti di questi sono anche i miei preferiti, anche se il vero affare la Hollywood Pictures lo ha fatto mettendo sotto contratto Kurt Russell, nel ruolo di Wyatt Earp. Il vecchio Kurt in carriera ci ha insegnato a non chiamarlo Jena (ma nemmeno Plissken), quindi a casa Cassidy abbiamo tenuto fede alla richiesta, infatti nella nostra parlata padre e figlio, il signor Cassidy Senior ed io ci riferiamo ancora a lui chiamandolo “L’ingrugnato”, come viene definito in una delle righe di dialogo di questo film (storia vera).
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«Chiamami Iena Ingrugnato» |
Perché Kurt Russell è stato tanto importante per il film? Ci arriviamo subito, Kevin Jarre il suo “Tombstone” ha inizia anche a dirigerlo, ma era un regista esordiente con poca esperienza, gli occhi della casa di produzione addosso e ammettiamolo, anche una certa dose di sfiga. Jarre fa in tempo a girare alcune scene con Charlton Heston – si, perché in questo film compare anche lui -, e quando sul set arriva il leggendario Robert Mitchum, che nella pellicola aveva un ruolo ben più corposo, quello al primo giorno di lavoro cade da cavallo e si fa anche piuttosto male, tanto da restare a bordo solo come voce narrante, quella che si sente all’inizio e alla fine di “Tombstone”, nella versione doppiata ben sostituita da quella di Ferruccio Amendola.
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Due baffi con dietro una faccia da Charlton Heston. |
Alla Hollywood Pictures basta questa sfortuna per mandare al camposanto a spasso Jarre, ma la corsa per trovare un sostituto è un bagno di sangue degno di quello dei Cowboys per mano di Wyatt Earp. Siamo abituati a pensare che la Mecca Californiana del cinema sia sconfinata e sempre in movimento, lo sarà di sicuro ma è anche per certi versi, un grande luogo di lavoro dove le voci di corridoio e le simpatie hanno il loro peso, ecco perché in un posto così, può capitare che vengano messe in produzione due pellicole su Wyatt Earp a poca distanza l’una dall’altra, oppure perché in un film in cui gli attori hanno un peso specifico così grande, avere un amico regista può tornare utile.
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Guida per sopravvivere ad Hollywood: Tieni gli amici vicini, e i gli amici registi, ancora più vicini. |
Kurt Russell era sicuramente quello che teneva più di tutti al progetto, ecco perché il suo amico John Carpenter è arrivato a tanto così da dirigerlo questo film (storia vera). Ma in un club del cucito come Hollywood, una mano lava l’altra e tutte e due fregano l’asciugamano, quindi occhio al giochino dei gradi di separazione: Jarre ha scritto Rambo 2 diretto da George Pan Cosmatos, regista di origini Greche di gran talento, ma sfortunato, il flop di Cobra lo ha bollato per sempre, anche perché sul set di quel film era in totale balia delle decisioni di Sylvester Stallone. Sarà un caso che in “Tombstone”, in un ruolo microscopico, ci sia anche Frank Stallone, fratello di zio Sly? Non lo so, ma sta di fatto che George Pan Cosmatos si è ritrovato nella cittadina di Tombstone.
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«George, ti ho trovato un lavoretto per l’estate. Come te la cavi con i western e gli scorpioni?» |
Cosmatos fa sforbiciare la sceneggiatura – fin troppo corposa – di Jarre e porta al film tutto il suo talento e la sua grande passione per il genere western, in “Tombstone” il greco di mette dentro di tutto, influenze che arrivano da “Il fiume rosso” (1948), “Mezzogiorno di fuoco” (1952), “Sfida infernale” (1946… Questo spiega le tante scene di personaggi seduto in attesa sul portico), I Magnifici sette, Un Dollaro d’onore
e tanto cinema di Sergio Leone. Qualche esempio? Basta dire che in una scena Earp sfonda una vetrata del barbiere a cavallo, indossando uno spolverino, in totale e sentito omaggio a I cavalieri dalle lunghe ombre di Walter Hill.
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I cavalieri dai lunghi baffi. |
Insomma Cosmatos con i suoi tramonti perfetti, la sua capacità di utilizzare la fotografia al meglio (è sua l’idea di inserire una liberatoria nevicata nel finale, per rompere la monotonia di tanta sabbia e polvere), dimostra di avere il cuore dal lato giusto, anche se la sua massima attività è stata quella di far fronte all’invasione di scorpioni sul set, una vera piaga (storia vera).
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«Tutti un po’ più a destra, no un pochino più a sinistra…», «Kurt sbrigati, qui il sole picchia» |
Val Kilmer, che ha fama di essere un gran rompicoglioni con capricci da divo, capace di fare più danni degli scorpioni sui set se provocato, da una vita va ancora in giro a tessere lodi per Kurt Russell. Proprio da lui arrivano conferme sul fatto che Russell si prodigò non solo ad aiutare Cosmatos durante le riprese, ma che di suo pugno modificò alcune parti della sceneggiatura, per dare spessore al rapporto di amicizia tra Wyatt Earp e Doc Holliday, il tutto con uno spirito di sacrificio che a Val Kilmer piaceva moltissimo.
Pare che pur di rispettare la tabella di marcia e non mettere a rischio la produzione, Russell si portasse letteralmente il lavoro a casa, quando Goldie Hawn – la moglie di Kurt, per quei due che non lo sapessero – era fuori città per lavoro, Val Kilmer dormiva sul divano di casa Russell, in modo da avere più tempo possibile per ripassare le battute, anzi, va detto che tutte quelle migliori, venivano assegnate da Kurt al personaggio di Doc Holliday (storia vera). In pratica la condizione ideale di lavoro di Kilmer, che qui aveva tutte le attenzioni focalizzate su quello che a Val Kilmer sta più a cuore in assoluto… Val Kilmer. Sarà un caso se nei tisici panni di Doc Holliday, Val Kilmer ha offerto la sua interpretazione migliore? Non credo, e se vi sembra un’affermazione forte, lasciatemi l’icona aperta, più avanti ci torniamo.
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«Volevate il migliore? Eccomi sono il migliore, dite ciao a Val» |
“Tombstone” esce nei cinema americani il 24 dicembre 1993, sei mesi prima della versione di Lawrence Kasdan con Kevin Costner. Al netto di un costo di circa venticinque milioni di fogli verdi con sopra le facce di alcuni ex presidenti defunti, il film di Cosmatos e Russell ne porta a casa cinquantasei milioni, conquistandosi il plauso della critica che lo reputa giustamente uno dei migliori western mai realizzati. A casa Cassidy arrivò la VHS originale molto presto, acquistata sulla base della presenza dell’Ingrugnato nel cast e del fatto che il film fosse un western, tanto è bastato a farmi spendere l’infanzia consumando il nastro. Erano non lo so, qualcosa come dieci anni che non lo rivedevo, lo ricordavo grande, l’ho ritrovato grandissimo, mi sono sentito come Wyatt che riabbraccia i suoi fratelli nel rivedere questo film, e spero che lo sceriffo Earp non mi spari se espongo la mia fascia rossa, quella dei Classidy!