Ridendo e scherzando Gavino era nel cast di un bel po’ di titoli rilevanti, si beccava le pacche da iniziato in “Animal House”, si beccava la morte per mano di Jason in Venerdì 13 e dopo Footloose ma prima di essere maltrattato da Gary Oldman nel bellissimo (e tostissimo) “Legge Criminale”, ma verso il 1990 la sua carriera stagnava un po’, la leggenda vuole che dopo aver accettato un film per la Universal, telefonò alla moglie, allora incinta, per dirle che aveva accettato una roba con dei vermi giganti che ammazzavano la gente. Gavino non lo sapeva, ma proprio quel film rilanciò la sua carriera, la critica valutò positivamente la sua prova ironica e convinta e il film fu un successo, quando uscì in Home video, però, adesso non è che si possa avere tutto dalla vita.
Per qualche allineamento astrale, nel 1990 la Universal decise di produrre un film di mostri, con un cast di tutto rispetto e di ambientarlo completamente di giorno, che poi è la classica trovata che fa bestemmiare i tecnici degli effetti speciali, perché il sole pieno ti impedisce di correggere i difetti, in quell’era pre-CGI. Come risolvere questo problema tecnico? Facile, ambientare tutto nel deserto, con dei mostri che si muovono sotto la sabbia come se fossero i cugini americani dei vermoni di “Dune”.
Agevolo la trama a quei due che non la conoscono: Kevin Bacon e quel mito di Fred Ward vivono nel buco del culo del mondo, la cittadina di Perfection, nel mezzo del deserto del Nevada, un posto pieno di vita che ha la bellezza di… 14 abitanti. Come mestiere fanno, non si capisce bene cosa, il più delle volte nel film li vediamo circondare larghe porzioni di nulla con il filo spinato, ma poco importa, perché i due amici e gli abitanti di Perfection si ritrovano presto assediati da dei mostri giganti che sembrano il frutto degli incubi da peperonata di H. R. Giger, vado a descriverveli: degli enormi vermoni palesemente a forma di peni giganti, che corrono velocissimi scavando sotto la sabbia, ciechi e sordi, avvertono solo le vibrazioni e si nutrono di qualunque cosa viva che fa l’errore di appoggiare un piede a terra generando rumore. Ma tenetevi forte, il meglio deve ancora arrivare: ad un estremità, questi vermoni hanno una bocca/vagina da cui spuntano tre serpentelli/falliformici con a loro volta una bocca/vagina, per di più dentata. Sigmund Freud analyze this!
Il risultato sono pupazzoni inquadrati in pieno giorno in un modo totalmente credibile, per uno dei film d’assedio più ritmati e divertenti mai visti, a distanza di tanti anni dalla sua uscita, i film che ho visto che hanno saputo fare lo stesso al momento sono, un attimo solo che controllo… Nessuno.
L’ho rivisto qualche giorno fa e posso garantirvi che mi sono ancora divertito come se fosse la prima visione, anche se posso anticipare gran parte delle battute a memoria. Ma è palese che l’ottimo risultato sia stato ottenuto applicando a questo film lo schema di un altro classico del Cinema, ovvero: Lo Squalo di Steven Spielberg.
Proprio come Spielberg, che non poteva mostrare lo squalo Bruce perché il pupazzo animatronico non era ancora pronto, la trama di “Tremors” funziona per far fronte ai limiti tecnici degli effetti speciali, la tensione, se non la paura vera, è tutta generata dal non vedere i mostri, o al massimo dal sentirli arrivare, infatti nei primi minuti, è davvero impossibile capire cos’è che si muove sotto la sabbia e i vari cadaveri trovati in giro (gli operai macellati lungo la strada, l’uomo morto di sete sul traliccio dell’alta tensione) offrono solo indizi si protagonisti (e agli spettatori).
Fate una prova, quando guardate “Tremors”, ogni volta che la sabbia si gonfia e le creature puntano scavando sotto il terreno verso una preda, canticchiatevi nella testa il classico ZU-ZU-ZU-ZU-ZU del tema dello Squalo composto da John Williams e ditemi se i Graboidi non sono la versione sabbiosa di Bruce.
Per altro i punti di contatto con Zio Spielberg non finiscono qui, una delle abitanti di Perfection, per capirci, Mindy la bionda ragazzina che saltella ignara con il Salterello (il mollone su cui si saltellava, il gioco per bambini, come si chiama? Boh, ho deciso che si chiama Salterello basta) è interpretata da Ariana Richards, ovvero la stessa che pochi anni dopo, sarebbe stata Lex Murphy nel film Jurassic Park, l’unica donna al mondo che può vantarsi di aver combattuto nella sua infanzia sia i Graboidi che i Velociraptor senza dover fare anni di terapia.
Già, i “Graboidi”, si chiamano così queste creature che riescono a schifare tutti gli spettatori, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Il nome diventa ufficiale dal secondo film in poi, ma è in questo capitolo che vengono battezzati, nel negozietto di Perfection (fate anche l’unico negozio della città) il negoziante Walter Chang (interpretato da Victor Wong, quello de “Il Bambino d’oro”, ma soprattutto il Mago di “Grosso Guaio a Chinatown”, visto anche in un altro film di Carpenter “Il Signore del Male”) inizia una specie di brainstorming per dare un nome a queste creature, per il semplice fatto che ha già nasato lo possibilità di tirare su un business dalle bestiacce, partono nomi a casaccio, roba del tipo Snakeoids o Suckoids, ma all’ultima curva vince Graboids (in Italiano tradotti “Agguantatori” forse perché i curatori del doppiaggio avevano lascato la fantasia nell’altro cassetto)
Ah, io parlo dei dialoghi dando per scontato che lo abbiate visto tutti 400 volte, ma proprio su questo punto bisogna dire che per essere un film in cui i protagonisti devono fare meno rumore possibile, i dialoghi sono davvero ben fatti, i siparietti tra Fred Ward e Kevin Bacon, che decidono tutto a colpi di Sasso-Carta-Forbice sono un culto, oppure il fatto che il personaggio di Ward si scusi dopo aver pronunciato una parolaccia (“Scusate il linguaggio”). Il film uscì con il divieto ai minori non tanto per la violenza o gli sbudellamenti, ma proprio per il linguaggio, senza il quale non avremmo avuto QUEL finale, ma lasciatemi l’icona aperta, è talmente bello che ve ne parlerò tra poco.
Senza girarci attorno, però, uno dei meriti fondamentali di “Tremors” è rappresentato dalla più bella coppia romantica mai vista in un film, ovvero Burt & Heather Gummer.
Burt ha i baffi di Michael Gross (famoso per la serie tv “Casa Keaton”), mentre Heather è la leggenda del Country Reba McEntire, giusto per sottolineare la natura redneck della coppia. I due sono due fantastici ed innamoratissimi scoppiati, in un paese di 14 anime, loro vivono barricati in un vero e proprio bunker, con filo spinato, sirena da bombardamento aereo da usare per i pericoli (tranquilli, nel corso del film Burt la utilizzerà), pannelli solari, ma soprattutto, un arsenale di armi da fare impallidire il supermercato di “Commando” o la rastrelliera dei fucili di “Matrix”. Ah, inoltre, si fabbricano in casa la dinamitee come voi o io coltiviamo i peperoncini.
Per Michael Gross è il ruolo della vita, infatti è anche l’unico attore a comparire in TUTTI i film della saga, era talmente coinvolto che quando è stato necessario dotare di un auto il suo personaggio, si è presentato sul set con la sua macchina, pur di non rallentare le riprese della pellicola. La targa “UZI 4U” è stata applicata dopo, ok calarsi nella parte, ma non così tanto.
É importante per una coppia avere interessi comuni, come i fucili d’assalto o le armi di grosso calibro. |
La cosa bella dei Gummer è che rappresentano tutto il peggio degli Stati Uniti, sono i classici paranoici guerrafondai convinti che la Terza Guerra Mondiale scoppierà dopodomani, vanno in giro con indosso SEMPRE il gilet mille tasche nemmeno fossero John Milius, eppure guardando il film impari a volergli bene, per prima cosa, perché sono le persone che vorresti al tuo fianco se mai i Graboidi dovessero spuntare dal terreno, inoltre sono talmente naif da risultare adorabili.
Quando si ritrovano a dover lasciare il loro bunker, Burt chiede alla moglie qualche fucile automatico da portarsi via, nemmeno fosse un impiegato che chiede alla sua signora se con la giacca sta meglio la cravatta blu o quella a righe, prima di una riunione importante. Se non bastasse, ci pensa la coppia Gavino Pancetta e Ferdinando Reparto a darvi qualche altro personaggio di culto per la pellicola.
I Graboidi vengono uccisi in modi vari e spettacolari, gli sparano addosso (anche con un fucile da elefanti) li attirano con un lazo e un candelotto di dinamite, oppure vengono fatti schiantare contro il cemento e, siccome i Graboidi sono ciechi, si spiaccicano come mosche contro il parabrezza. Ma la cosa che ho sempre amato di “Tremors” è che l’ultimo Graboide, è quello che impara e dà filo da torcere ai protagonisti fino ai titoli di coda, lo riconosciamo perché ha uno dei tre serpenti/falli mutilato, perché Kevin Bacon gli ha strappato via l’estremità partendo sgommando con il pick-up ad inizio film. Il dettaglio suggerito è che l’ultimo Graboide, il più difficile da uccidere, agisca quasi per vendetta… Mica male no?
Vi giuro che mi viene voglia di esultare anche adesso. |
Personalmente ogni volta che riguardo il film, rivedo la singola scena almeno tre volte ed ogni volta scatto in piedi esultando, è un momento di pura gioia, ora, non vorrei metterla già dura, ma nella vita tutti abbiamo avuto qualcosa che ci ha tormentato per qualche ragione, magari non per trascinarci sotto terra e divorarci, però la prossima volta che qualche collega di lavoro particolarmente stronzo, uno di quelli che avete dovuto sopportare a fatica, fa una cazzata e si schianta da solo di faccia, fatevi venire in mente la gioia di Kevin Bacon mentre grida: “Sai volare, testa di cazzo? Sai volare, testa di cazzo?”. Quelle volte in cui il Cinema serve anche nella vita vera. Best. Finale. Ever!