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Truth seeker – stagione 1: e chi chiamerai? Nick Frost e Simon Pegg!

“Truth seeker” è una nuova serie disponibile da qualche
giorno su Amazon Prime Video, scritta e interpretata da Nick Frost e Simon Pegg.
Se siete come me, di tutta questa frase le uniche parole che hanno colpito la
vostra attenzione sono state: “Nick”, “Frost”, “Simon” e “Pegg”.

Questi due scimmiotti potrebbero convincermi a guardare quasi tutto.

La storia è quella di Gus Roberts (Nick Frost) il miglior
tecnico della Smyle, colosso delle telecomunicazioni che si occupa di fornire a
tutta l’Inghilterra una connessione a Internet più che decente. Il capo di Gus
si chiama Dave (Simon Pegg con un improbabile parrucchino tutto da ridere), che a
differenza di tutti i datori di lavoro del mondo è cordialissimo e sempre sorridente.

Mitico, anche con quel gatto morto sulla testa.

Ma oltre che essere “il ragazzo dei computer”, Gus nel tempo libero si occupa
del suo canale YouTube chiamato “Truth Seekers”, tutto dedicato alle
indagini sul paranormale, un passatempo in cui finisce per coinvolgere anche
Elton John, che non è un famoso cantante pop ma il suo nuovo compare alla Smyle
(interpretato da Samson Kayo), un ragazzone la cui stramba e agorafobica
sorella Helen (Susie Wokoma) regalerà tocchi di colore e citazioni nerd ad ogni
piè sospinto.

Tra il suo costume da Dalek e il suo trucco da alieno di Essi Vivono,
la ragazza in questa serie è una cornucopia di citazioni provenienti dalla
cultura pop, utilizzate tutte con il giusto grado di amore verso il
materiale originale e nessuna “paraculaggine” oppure tentativo di ingraziarsi il pubblico, ma d’altra parte da due padrini
di noi nerd come Nick Frost e Simon Pegg, non mi sarei aspettato nulla di
meno.

Gus ha un passato tormentato dietro alla sua mania per il
paranormale, una storia tragica che emergerà nel corso degli otto episodi della
prima stagione di questa serie comica ma sfaccettata, ma ha anche un papà molto colorito e
mettetevi comodi, sto per darvi una notizia in cui non speravo ormai da anni: il miglior ruolo di quella baldracca di Malcolm McDowell, quando
ormai avevamo tutti smesso di sperarci.

La più grande interpretazione di Malcolm McDowell da beh, davvero un sacco di tempo ecco.

Non credo esistano tracce nella storia dell’umanità di un
ruolo rifiutato da McDowell, ma non tutti sono stati proprio di altissima
qualità, il suo vecchio e un po’ rincoglionito Richard qui, è uno di quei
personaggi di contorno in grado di bucare lo schermo e di farti appassionare ad
una serie, perché offre il punto di vista scorbutico sulla tecnologia e l’elemento
fantastico che pervade ogni episodio.

Si perché “Truth seeker”, un po’ come Scooby Doo o Doctor Who si gioca la classica
struttura del “mostro della settimana”, gli strampalati protagonisti si
ritroveranno ad indagare su un fantasma sempre nuovo e l’umorismo emerge dai
protagonisti, mai dalle creature. Proprio come già fatto in Shaun of the Dead e
seguendo la lezione degli originali acchiappafantasmi, Simon Pegg e Nick Frost scherzano su tutto, ma non sui mostri che
sembrano usciti da un film horror e vengono raccontati con il massimo rispetto per il
genere di riferimento.

Problemi con il Wi-fi o con i fantasmi? Loro possono aiutarvi.

Tra cani fantasmi con palline di gomma che strizzano
l’occhio a Changeling, oppure fantasmi di
soldati che mandano messaggi via radio, conditi con battute su riviste sul paranormale dai
titoli compromettenti, tutto questo è altro ancora, “Truth seeker” è un vero spasso, se poi siete amanti
delle citazioni, provate a farvi un sorso di vodka ogni volta che ne cogliete
al volo una (tipo Nick Frost nella posa di Jack Nicholson in Shining nell’episodio
dell’albergo, giusto per fare un esempio) e state tranquilli che sarete
ubriachi fradici a metà della stagione.

“Se raggiungeremo il milione di visualizzazioni, magari ci confermeranno per una seconda stagione!”

Ma i singoli episodi, le trovate divertenti e i personaggi
riusciti, sono davvero il cuore di questa serie, per assurdo la lunga trama
orizzontale non risulta efficace come il nuovo caso affrontato in ogni puntata, ma forse l’unico problema di una serie come “Truth seeker”, sono le aspettative intorno
ai nomi di Simon Pegg e Nick Frost. Venendo a mancare il terzo vertice del
triangolo, ovvero quel genietto di Edgard Wright, “Truth seeker” non ha la
forza dei film della trilogia del Cornetto oppure di quel gioiello di Spaced,
però ricorda molto un altro film con Pegg e Frost, ovvero il divertente “Paul”
(2011), anche quello a ben guardare molto ben messo a citazioni nerd.

Anche perché gli episodi di questa serie sono il frutto di
un lavoro di gruppo tra James Serafinowicz, Nat Saunders, Simon Pegg e Nick
Frost, ottimi soci d’affari visto il risultato, ma è insieme ad Edgard Wright
che il trio si completa diventando davvero geniale, ma sono davvero questioni
di lana caprina, “Truth seeker” spaventa, emoziona e diverte in parti uguali,
non si può chiedere davvero altro da una serie così, che per altro ha anche una
durata perfetta, rapportata agli otto episodi che compongono la prima stagione.

In questa serie fa tutto ridere tranne la paura, quella è roba seria.

Insomma sono sicuro che tanti critici con la pipa e gli
occhiali, si divertiranno a dare addosso a questa serie, solo perché non è il
quarto capitolo della trilogia del Cornetto, vincendo così in automatico il
premio “G.A.C.” (Grazie Al Cazzo) per l’anno 2020, ma se invece volete
divertirvi e basta, spaventarvi con mostri sinistri e godervi anche qualche
momento quasi commovente grazie a personaggi ben scritti e ben recitati, questa
serie dovreste proprio vederla, Nick Frost e Simon Pegg sono pronti a credere
in voi! Permettetemi la citazione finale.

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