Avete presente il detto: «Se non sai, stai zitto e ascolta»? Per me è sempre validissimo, su questo principio potrei parlare per ore di calcio (se solo me ne fregasse qualcosa di farlo) solo sulla base delle ore di chiacchiericcio dei miei colleghi alla macchinetta del caffè. Questo per me vale un po’ anche per “Uncharted”, con la differenza che rispetto all’unico sport che conta in uno strambo Paese a forma di scarpa, da “Uncharted” potrei anche essere attratto.
Facciamo così, di solito qui sopra sono io che scrivo a voi notizie e fatti verificati da più fonti, ma per una volta proverò a spiattellarvi tutto quello che ho capito su “Uncharted” sulla base degli anni passati a sentirne parlare, voi nella sezione commenti mi direte quanto ho sbagliato ok? Andiamo!
“Uncharted” è un videogioco per PlayStation pubblicato in svariati capitoli a partire dal boh, 2000 e qualcosa (resto sul vago), la storia è quella di Nathan Drake, affascinante faccia da schiaffi con la battuta sempre pronta, questo cacciatore di tesori è il protagonista di una serie di videogames ispirati ad Indiana Jones, che poi è il motivo per cui ne so abbastanza (credo…), vista la mia nota passione per Indy in tanti mi hanno consigliato di giocarci (storia vera).
Sempre da quanto ho capito, Nathan Drake ha un carattere ben definito, un guascone a metà tra Malcolm “Mal” Reynolds di “Firefly” (interpretato dal mitico Nathan Fillion) e sempre per restare in zona proto-Indy, il Brendan Fraser di “La Mummia” (1999), insomma quando un personaggio è così codificato, portarlo al cinema diventa un casino, citofonare Manetti Bros. per conferma.
Visto che siamo nel 2022 e il pubblico giovane è sempre quello da conquistare, Nathan Drake arriva al cinema con il volto e il fisico di Tom Holland, che rende il personaggio credibile quando saltella sui tetti visto che Holland da anni ormai non fa altro, un po’ meno sotto la questione faccia da schiaffi, visto che Tommaso Olanda risulta perfetto come bravo ragazzo un po’ imbranato e palestrato, ma per il resto è un po’ carente, inoltre la trama non lo aiuta per niente.
“Uncharted” inizia tradendo la regola dei cinque minuti iniziali, quelli che determinano tutto l’andamento del film, perché si parte con Nathan Drake appeso in volo ad un aereo, come un bagaglio pronto ad essere smarrito, per poi tornare indietro trasformando tutto il film in un lungo flashback pensato per raggiungere quel momento, insomma un ottimo modo per spezzare a metà la scena madre, un po’ come se “I predatori dell’Arca perduta” cominciasse con l’apertura dell’Arca dell’alleanza, solo per interrompersi a metà. Problema: anche così Raiders sarebbe stato una bomba, perché dentro ha tanta di quella roba bella da poterla donare ai film meno fortunati, film come “Uncharted”.
La trama sbriga presto la pratica, Nathan Drake ha imparato la storia e l’archeologia da un fratello maggiore scomparso, uscito a comprare le sigarette e mai più tornato, che gli ha lasciato giusto uno Zippo che non funziona – forse sarà andato a comprarsi anche un accendino? Chi lo sa – perché tanto nei film contemporanei nessuno fuma quindi a che serve uno Zippo? Ora che ci penso, la metafora migliore per riassumere tutto questo film.
Quello che sappiamo di Nathan Drake è che fa il barista, dobbiamo dedurre che sia un drago, un Alberto Angela relegato dietro ad un bancone perché mentre mescola alcool e ghiaccio nel bicchiere giusto, ti racconta la storia del Cocktail. Ora, io ho un amico Barman che fa la stessa cosa, questo non vuol dire che lui sia una specie di Indiana Jones, ma solo che sia un bravo Barman con una sana passione per il suo lavoro, quindi i tre sceneggiatori (TRE, uno, due, tre, lo ribadisco) che hanno buttato giù questa premessa o bevono troppo oppure come penso io, bevono troppo poco.
Se gli altri film di Tom Holland ci hanno insegnato qualcosa è che il ragazzo lavora meglio in squadra, i cattivi potrebbero dire che non ha il carisma per caricarsi un film sulle spalle da solo, ecco quindi entrare in scena uno che anni fa avrebbe potuto essere un Nathan Drake esteticamente azzeccato, ovvero Mark Wahlberg che si accontenta del ruolo di Victor “Sully” Sullivan, perché oggi ha mestamente il doppio degli anni di Tommaso Olanda, quindi Marky Mark… STACCE! Ti becchi il ruolo di colui che commissiona compiti al protagonista, la spalla di lusso e considerati fortunato.
Nel mucchio buttate dentro anche Sophia Taylor Ali nei panni del contatto a Barcellona, la sua Chloe Frazer in gonna, borsetta e Dr. Martens ai piedi, nell’immancabile scena di inseguimento sui tetti (che da Jason Bourne in poi non può mancare) dà comunque pastina ai suoi colleghi maschi. Il resto della trama? Come direbbe Lucius: Nathan Drake sale le scale, Nathan Drake scende le scale, Nathan Drake apre una porta, Nathan Drake cerca una croce che serve ad aprire un’altra porta e via così per boh un paio d’ore? Percepite circa tre anni della mia vita, arrivato sui gomiti ai titoli di coda, la sensazione addosso era quella per cui quando ho iniziato a guardare il film, nessuno avesse mai sentito le parole: “Lockdown”, “Pandemia”, “Mascherine” e “Distanziamento sociale”, ma forse la noia mi rende eccessivamente drammatico.
Abbiamo almeno un cattivo degno di questo nome tanto da risultare una vera minaccia? Anche qui vale il discorso dello Zippo, tu ne puoi avere uno nel tuo film, ma siccome nessuno fuma più per via del visto censura, anche il cattivo deve essere un complemento d’arredo, ad interpretarlo è Antonio Banderas in un ruolo fotocopia di quello ricoperto in “Come ti ammazzo il bodyguard 2 – La moglie del sicario” (2021), film di cui dovrei scrivere ma non ne ho voglia, volete un commento lampo? Un film basato, scritto e sostenuto dalle bocce di Salma Hayek, guardatelo e poi ditemi se sono io ad essere fissato (in quanto cresciuto con i film di Russ Meyer) o se è davvero così, però non prendetelo come un consiglio, non consiglierei quel film a nessuno.
Non ho problemi se la trama è stata scritta sul retro di un tovagliolo, a patto che poi la messa in scena sappia compensare ed è qui che “Uncharted” va sotto bevendo dall’idrante, non contro il videogioco, quello non lo conosco quindi non so dirvi, ma contro i modelli cinematografici alla base di “Uncharted”, diciamo che Steven Spielberg e il grande cinema d’avventura non sono mai stati più lontani di così e la colpa è quasi tutta da imputare a Ruben Fleischer.
Ex grande speranza, Ruben Fleischer ormai vaga tra le rovine del suo breve successo e su film come l’ultimo Venom, insomma tra un lavoro su commissione e l’altro, incastrato in un passato che non tornerà più, qui pensa bene di dirigere un proto-Indy come un film per famiglie degli anni ’90, tutto stacchi di montaggio frenetici e scene troppo brevi e spezzettate per risultare spettacolari e di grande respiro come il cinema d’avventura richiederebbe. A questo aggiungete il mistero dei rompicapo da risolvere, tutti raccontati per filo e per segno da Nathan Drake, che forte della sua esperienza di Barman li indovina tutti al primo colpo come l’Uomo Gatto di “Sarabanda” (cazzo quanto sono vecchio!), togliendoci anche quel minimo di coinvolgimento nel provare a risolvere che so: solo l’uomo penitente potrà passare, il penitente, l’uomo penitente… L’uomo penitente si inginocchia al cospetto di Dio, si inginocchia! … Cassidy smettila di pensare ad Indy, ti fai solo del male così. Scusa vocina del cervello che risuoni nella testa delle Baristi e dei Baristi impegnati nella lettura, hai ragione.
Insomma, io sono sicuro che “Uncharted” sia un videogioco bellissimo che potrebbe piacermi un sacco che solo io, messo davanti ad un Playstation, sapessi anche solo come accenderla, purtroppo il film è una noia mortale, utile come uno Zippo rotto che va sotto nel confronto diretto non con Indy che resta imprendibile, ma anche solo con “Il mistero dei Templari” (2004) che non è un film con Giacobbo ma quello con Nicolas Cage, ecco quello era molto più spassoso di questo, per il resto ci vediamo nella sezione commenti, so che avrete un sacco di cosette da segnalarmi sulla mia ricostruzione sommaria dei fatti.
Sepolto in precedenza mercoledì 23 febbraio 2022
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