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Venerdì 13 parte V – Il terrore continua (1985): tenete duro, domani è sabato (14)

Qui alla Bara Volante non crediamo nella scaramanzia, d’altra parte potremmo mica andare in giro con un nome del genere se fossimo sensibili all’argomento? Qui sopra il giorno venerdì 13 non viene visto come fumo negli occhi, ma celebrato, perché alla Bara Volante ogni venerdì 13 è il giorno di Jason Voorhees!

Abbiamo già parlato dei primi tre capitoli della saga dell’assassino di Crystal Lake e anche il capitolo numero quattro, quindi per festeggiare come si deve questo venerdì 13 Ottobre 2017 è il momento del quinto capitolo della saga: “Friday the 13th Part V: A New Beginning”.

Il piano originale degli autori era quello di sfornare un nuovo capitolo che portasse avanti la storia del piccolo Tommy, “Final boy” sopravvissuto alla mattanza del film precedente, piccolissimo problema: nel frattempo il giovane Corey Feldman ha fatto clamorosamente il botto interpretando proprio nel 1985 la parte di Mouth in quel capolavoro che è I Goonies, quindi con il cavoletto che torna a fare il vostro Slasher se non siete disposti a pagare bei soldini.

Per questa ragione, Corey Feldman compare solo nella prima scena del film che, per altro, è stata girata nel cortile di casa Feldman in mezza giornata (storia vera) proprio per liberare il giovane divo dai suoi vincoli con la produzione. Anche per questa ragione la scena iniziale di “Venerdì 13 parte V – Il terrore continua” risulta piuttosto enigmatica, vediamo solo Tommy sotto la pioggia assistere al dissotterramento della bara di Jason che, ovviamente, ringrazia a suo modo i due becchini improvvisati spedendoli dritti all’altro mondo. Iniziate a segnare due sul cartellino del nostro Giasone che in questo episodio si mette d’impegno per risolvere il problema della sovrappopolazione.

«Fessi nei pressi» (Cit.)

Senza Feldman la storia prende un’altra piega, ma continua a concentrarsi su un Tommy ormai adolescente (interpretato da John Shepherd) ragazzo tormentato che fa dentro e fuori gli ospedali psichiatrici. Nel tentativo di risolvere il suo Jason-Trauma viene spedito nell’istituto di Pinehurts Halfway, una specie di colonia estiva per ragazzi gestita dal dott. Matt Letter e dalla sua bella assistente la bionda Pam (Melanie Kinnaman).

La comunità è piuttosto variopinta, abbiamo Jack un ragazzo balbuziente (mettete in preventivo del tempo se a chiamare aiuto dovesse essere lui), una specie di sosia in miniatura di Cindy Lauper di nome Violet, la coppietta tutta ripiena di ormoni composta da Eddie e Tina (tenetemi l’icona aperta che più avanti ripasso…) e poi il mio personalissimo MVP: Joey il cicciotto che meriterebbe una saga tutta sua!

Signora come li vuole questi adolescenti, tagliati sottili vanno bene?

Il simpatico Joey (interpretato da Dominick Brascia) è un impiastro tutto impiastrato di cioccolata, non solo lascia macchie sulle lenzuola pulite con le sue ditine cicciotte e sporche di cioccolato, ma poi pensa bene di attaccare un clamoroso bottone a Victor che del gruppo è quello muscoloso e con un pessimo carattere. Ora, io non so quale sia la vostra posizione nei confronti di quelle persone che attaccano a parlarti addosso dei problemi loro, quando tu sei impegnato a farti gli affaracci tuoi, tipo tagliare la legna con un’ascia come sta facendo Victor, però Joey, benedetto figliolo, se poi quello dà di matto e la suddetta ascia la usa contro di te, vuoi pure dargli torto? Cacchio! E’ un pazzo conclamato, ha un’ascia affilata in mano, non andare a rompergli le scatole, su!

Ciao Joey, insegna agli angeli come rompere la palle ad uno psicotico armato di ascia.

La morte di Joey pare una liberazione un incidente isolato anche se sconvolge persino i sanitari accorsi a recuperare il corpo del ragazzo, fatto a pezzetti molto piccoli (dajè Victor! Dajè!), ma di lì a poco i ragazzi iniziano a morire come mosche, mentre Tommy ha visioni sempre più drammatiche, tipo una scopiazzata dalla scena delle lenzuola stese di Halloween di John Carpenter, in cui il ragazzo guardando fuori dalla finestra della camera, vede Jason fermo in piedi a fissarlo con la sua caratteristica maschera da hockey.

“Venerdì 13 parte V – Il terrore continua” è forse l’ultimo capitolo della prima porzione dell’interminabile saga dedicata a Giasone nostro, dal prossimo capitolo Jason diventerà lo zombie indistruttibile e impossibile da uccidere che tutti conoscono, ma qui sotto la maschera troviamo ancora un essere umano e come nei capitoli precedenti il mistero di chi si nasconde sotto la maschera da hockey tiene banco.

Proraso Jason Voorhees barbiere a domicilio.

Mistero, oddio parole grosse, leggendo la trama sono sicuro che avete già capito come va a finire il film, vi posso dire che sì, termina proprio come avete immaginato, ma con una piccola sorpresa nel mezzo, perché il film sarà anche il quinto capitolo, ma il suo numero è il due, perché di fatto si tratta della seconda pellicola della saga in cui ad uccidere non è Jason (come succedeva già nel primo film), ma è anche il secondo film con il più alto numero di morti ammazzati, ben 15, in classifica generale sta dietro solo all’imprendibile “Jason X” (2001) che da questo punto di vista gioca proprio in un’altra categoria!

La regia di Danny Steinmann non è particolarmente ispirata per quanto riguarda le parti di transizione tra un ammazzamento e l’altro, cose che capitano quando hai un produttore come Timothy Silver che ripete costantemente «Un morto ogni otto minuti! Otto minuti» (storia vera). Il risultato sono delle scene che oggi etichetteremmo come “Jump Scare” se non fosse che non fanno granché paura, la mia preferita è quella dei due tizi con l’auto in panne nel bosco, per altro entrambi conciati come due Greaser usciti da Quadrophenia degli Who però in pieni anni ’80 (ma perché!?), uno dei due si allontana nel bosco per ehm… Fara la cacca e quando vede un coniglio si porta la mano al petto (sarà vestito come “Il Selvaggio”, ma a recitare non sembra proprio Marlon Brando) e dice «Ah che colpo!», ma come che colpo? E’ un coniglio, fosse stato un leone, ti facevi venire un colpo apoplettico?

«Non fate caso a me, sono solamente il giardiniere»

Detto questo, gli omicidi, che poi sono la vera anima di uno Slasher di questo tipo, sono tutti piuttosto ben fatti e variegati tra di loro, ad esempio uno dei due Greaser muore con un razzo segnalatore cacciato di forza in bocca. Perché avessero un razzo segnalatore due Greaser con l’auto in panne nel bosco non lo so, probabilmente per cacciare via i terrificanti conigliettini morbidini, come Alan Grant faceva con i T-Rex in Jurassic Park.

I personaggi di contorno sono la solita canna da cannone adolescenziale perfetta per essere passata a filo di machete da Giasone, magari non ti ricordi proprio tutti i nomi, ma le facce sicuramente, ad esempio, uno dei miei preferiti è il compagno di stanza di Tommy, un ragazzino di colore che sembra a tutti gli effetti un sosia di Arnold che clamorosamente anche se nero, che resiste fino alla fine del film, pensate che ad un certo punto nel tentativo di correre in soccorso della bionda Melanie Kinnaman, il nostro Arnold ciccia fuori a bordo di una ruspa e investe in pieno petto Jason, ci mancava solo un bel «Get away from her you bitch!» e poi l’omaggio ad Aliens – Scontro finale sarebbe stato completo!

Un nero che guida una ruspa, in pratica l’incubo di Matteo Salvini.

Una delle trovate più divertenti in assoluto di tutto il film è la colonna sonora, la tradizione vuole che nella saga di “Venerdì 13” la musica parta di colpo solo quando Jason Voorhees entra in scena, per altro, questo è il primo film in cui il nome dell’assassino di Crystal Lake (in trasferta dal suo lago preferito) viene pronunciato per esteso, anche se il doppiaggio italiano lo trasforma in Jason Voris, pronunciato proprio così, “Voris”, ma allora perché non “Gieson Voris”? Vabbè, la smetto qui prima che diventi una dialogo preso da “Frankenstein Junior”.

Ogni volta che “Gieson Voris” uccide qualcuno parte la caratteristica musichina, uno spasso che fa ci ci ci ah ah ah, ci ci ci ah ah ah seguito dal classico ZAAAN! ZAAAN! ZAAAN! Jason uccide la cameriera della tavola calda e il suo fidanzato cocainomane (vittime numero 9 e 10)? Ci ci ci ah ah ah ZAAAN! ZAAAN! ZAAAN!

Oppure, fa fuori il tizio nero chiuso nel cesso in preda agli effetti della frittata nemmeno fossimo in un film di Boldi e De Sica? Ci ci ci ah ah ah ZAAAN! ZAAAN! ZAAAN! E via così ogni otto minuti riparte la musichina e qualcuno resta a terra Jack il balbuziente e la rossa cotonata (vittime numero 12 e 13) fino ad arrivare ad una delle mie morti preferite, quella della sosia di Cindy Lauper, ovvero Violet.

La giovane Violet, morta per insegnarci una grande lezione di vita.

Sappiamo che nei film della saga di Jason Voorhees chi si droga e chi fa sesso muore malamente, ma il braccio (armato) e moralizzatore di Giasone non guarda in faccia nessuno, ogni forma di divertimento giovanile è bandita, infatti Violet viene uccisa in camera sua mentre è tutta impegnata, a farsi una canna? A fare pensieri impuri? No, ad esercitarsi a ballare come un Robot, il Robot avete presente la danza del Robot? Ecco, se vi capita di incontrare Jason Voorhees provate con la Macarena, la Lambada, ma il Robot no, altrimenti… Ci ci ci ah ah ah ZAAAN! ZAAAN! ZAAAN! (Vittima numero 14).

Eppure, la formula funziona, perché alla sua uscita “Friday the 13th Part V: A New Beginning” fu un bel successo al botteghino, anche perché rispetta la natura molto semplice di questa saga, non credo che sia un caso se l’omicidio più riuscito e celebre di tutta la pellicola, sia quello di Tina, anzi diciamolo giusto, della popputa Tina che da solo merita una parentesi perché è davvero meritevole.

Nel dubbio, il mio personaggio preferito del film, così, per quel suo certo non so che.

Questo quinto capitolo è famigerato anche per i tagli subiti dai censori dell’epoca, più bacchettoni di Jason Voorhees, infatti la scena di sesso nel bosco tra Eddie e Tina dura la bellezza di… Un secondo! Ma se non altro la bella Tina ci mostra tutte le sue grazie prima di venire falciata con le cesoie negli occhi da Jason, ancora oggi uno degli omicidi più iconici di tutta la saga. Ma sapete perché questa scena è memorabile? Per due ragioni… No! Non le poppe di Tina, ma state alla canna del gas non vedete una donna del 1992!

Non cercare di scorrere la foto, non va più giù di così (ah-ah!)

No, la scena diventa particolarmente divertente perché l’attrice che interpreta Tina si chiama Debi Sue Voorhees (storia vera!) quando si dice che uno il destino lo ha nel cognome. Per altro, la carriera cinematografica di Debi Sue non è durata moltissimo, ma lei è rimasta marchiata a fuoco dalla sua partecipazione al film, visto che per la sua scena di nudo ha dovuto cambiare ben due scuole, nessuno voleva una docente con tali trascorsi ad insegnare nella propria scuola. Mi viene da dire nessun genitore in stile signora Lovejoy dei Simpson (“I bambini! Perché nessuno pensa ai bambini!” Cit.) perché sono abbastanza sicuro che agli studenti una professoressa così andasse benissimo!

Tutto “Friday the 13th Part V: A New Beginning” è un film così, pensate che l’attrice Melanie Kinnaman che per tutto il tempo della produzione ha litigato sul set con il regista Danny Steinmann, ancora oggi dichiara che la sua scena preferita è quella in cui la combo spruzzatori d’acqua e camicetta bianca la trasforma in miss maglietta bagnata 1985. Che ci volete fare, era un set così, capita.

GROOVY!

Il finale è davvero uno spasso, la stessa Kinnaman affronta Jason con una motosega e l’ultima morte è un continuo spostare l’esito finale di qualche secondo per fornire un climax adeguato. Bisogna anche dire che, però, lungo il film gli indizi sull’identità dell’assassino non mancano, basta guardare i triangoli sulla maschera da Hockey di Jason, non il solito triangolo sotto sulla fronte, ma due quadrati blu ad altezza guance, come a volerci suggerire che questo non è il nostro solito Jason.

Jason ti stai facendo crescere i baff… Ok non ti arrabbiare scherzavo!!

Il finale è il solito, non manca la classica scena del risveglio dal sogno e lo spiegone finale per chi non avesse capito l’identità dell’assassino, con tutti i suoi limiti “Venerdì 13 parte V – Il terrore continua” offre il classico intrattenimento che ti aspetti da questa saga, da qui in poi anche Jason cambierà pelle, quindi questo quinto capitolo, a suo modo, risulta ancora molto classico, ma per parlare della prossima evoluzione dell’assassino di Crystal Lake avremo tempo il prossimo venerdì 13. Per ora, questo passatevelo bene e ricordatevi: se incontrate un cristone con la maschera da Hockey NON mettetevi a ballare come un Robot!

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