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Venerdì 13 parte VII – Il sangue scorre di nuovo (1988): Peccato che poi non lo faccia

L’unico modo per migliorare i venerdì, è quando il
calendario decide di farli cadere il giorno 13, che qui sulla Bara Volante è il
giorno dedicato a Jason Voorhees!


Il settimo capitolo delle avventure dei massacri del
nostro Giasone è uno dei più controversi, usciva nelle sale americane trent’anni
fa, il 13 maggio del 1988, ovviamente un venerdì (l’avreste mai detto?) è il
film che si guadagna il suo Jason più iconico di sempre, il mitico Kane Hodder,
ma anche quello che ho sempre considerato il più palloso e piatto di tutti,
rivedendolo per lo speciale posso dirvi che non è migliorato di molto,
purtroppo.
Il piano originale della Paramount Picture era piuttosto
bellicoso, bisogna dirlo, le loro intenzioni originali erano quelle di fare
squadra con la New Line cinema e portare sul grande schermo lo scontro con un’altra
grande icona horror, Freddy Kruger, che nel 1988 era già arrivato a tre film
ed era, quindi, pronto ad incrociare le lame con l’assassino di Crystal Lake.
Però, hey gente! Questa è una cosa grossa, se va fatta, bisogna farla come si
deve, non che finiamo a sfornare il solito filmetto con ragazzini ammazzati in
un tripudio di Ch Ch Ch Ah Ah Ah come
facciamo sempre, ok?

“Buonasera biglietti prego”, “Ma è una tenda da campo!”, “Allora invece del biglietto ti stacco la testa”.

Ci si mette sotto alla ricerca di una storia sensata per far
funzionare insieme i due personaggi, le rotelle girano, i cervelli fumano è
quello che viene fuori è un mucchione di fogli di carta con tante idea scribacchiate
sopra, ma nessuna davvero buona, risultato finale, un grosso nulla di fatto, la
New Line preferisce continuare a far correre da solo Freddy, infatti nell’agosto
del 1988 esce Nightmare 4 – Il non risveglio diretto da quel adorabile pazzo
di Renny Harlin, ma questa è un’altra storia che non è detto non racconteremo,
so che i lettori di questo blog hanno la pazienza di inseguirmi nei miei diabolici
piani a lungo termine, in pratica io sono l’adolescente che scappa nel bosco e
voi Jason, pazienti nell’inseguirmi a passo deciso e costante. Nel frattempo, non perdetevi lo speciale dedicato a Nightmare del Zinefilo!

Per veder scontrare sul serio i due assassini, toccherà
aspettare il 2003, ma nel frattempo la Paramount rimasta con un palmo di naso, si
guarda intorno e dice: «Eh chi siamo noi? I figli della serva? Anche noi
facciamo un altro film tzè! Chisseloincula quel chiacchierone con l’eczema e il
maglione a righe». Probabilmente prima di scappare via piangendo a chiudersi in
camera loro sbattendo la porta.

Emetto certe bolle che, salendo a galla, corron sulla schiena fandomi felice, giunte in superficie non mi piaccion piu’ (Cit.)

Il film viene affidato a John Carl Buechler, tecnico degli
effetti speciali con un curriculum lungo come un braccio (di Kane Hodder, però),
ma con poca esperienza come regista, fino a quel momento il titolo più rilevante
resta “Troll” (1986), lascio a voi il compito di valutare se questo è più o
meno un buon biglietto da visita. Però alla Paramount quell’idea di un “Jason
VS [INSERIRE-QUI-NOME]” brucia ancora nel cuore, non si potrebbe mettere su
qualcosa di simile, senza dover perdere tempo con tutta quella nooooooiosa
faccenda dei diritti di sfruttamento, cioè tipo avete presente Scanners di David Cronenberg? Alla gente
è piaciuto, possiamo fare una cosa tipo Scanners? Ma anche che so Stephen King,
al pubblico piacciono i film tratti da suoi libri, non possiamo tipo fare “Jason
VS Carrie”?

Tina Carrie lo sguardo di Satana penitenza.

A questo punto, m’immagino l’ipotetico autore di questa
bislacca idea, ventre con le unghie cerca di restare attaccato al tavolo della
riunione creativa, mentre viene gentilmente condotto fuori dagli uffici dai
gorilla della sicurezza della Paramount. Poi come succede sempre sul posto di
lavoro, quando un sottoposto ha un’idea, il suo capo gliela scippa al grido di «Ho
avuto un’idea!» in un coro di applausi e fantozziani «Un bravo direttore! Un
grande direttore!». All’uomo o alla donna che ha lasciato le unghie sul tavolo,
va riconosciuto che David Cronenebrg e Jason Voorhees si sarebbero incontrati
davvero, da qualche parte, nel futuro, ma il presente prevede Giasone contro
una generica ragazzina dai poteri telecinetici che chiameremo Tina.

Tina Shepard (Lar Park-Lincoln) sostituisce Tommy nel ruolo
di antagonista umano di Giasone, dettaglio sottolineato dal titolo originale
del film, “Friday the 13th Part VII – The New Blood”, che qui da noi diventa “Venerdì
13 parte VII – Il sangue scorre di nuovo”, molto ironico, perché di sangue in
questo settimo capitolo se ne vede pochissimo, sicuramente non abbastanza
perché possa scorrere, un cerotto e passa tutto.

Se ve lo state chiedendo, anche a livello di epidermide femminile, non vedrete più di questa.

Il film si apre con la voce narrante che ci mostra la “trama”
fino a questo punto e qualche omicidio a caso preso dai film precedenti, cosa
ci sarà mai da riassumere? Jason Voorhees uccide “Adolescemi” nei pressi di
Crystal Lake ed ogni volta che sembra morto torna in vita, fine della trama,
questo riassunto tipo serie tv (…Previously on Friday the 13th) non serve
davvero a molto. Passiamo alla prima scena, quella in cui facciamo la
conoscenza di Tina, detta Tina Fortunina!

È venerdì 13, cioè questo già lo sapete, ma lo è anche nel
film e la piccola Tina Fortunina è stufa di sentire litigare i suoi genitori,
papà è di nuovo ubriaco e impegnato a picchiare la mamma, quindi Tina Fortunina
scappa sule sulla barchetta e prende il lago sulle acque di Crystal Lake. Suo
papà corre sul pontile per fermarla, ma la bimba è incazzata con lui «hai
picchiato di nuovo la mamma vorrei che fossi morto» e SBAM! Parte il terribile
sguardo di penitenza di Tina Fortunina! Basta uno sguardo della biondina e il
pontile crolla, ciao ciao papino.

PENTITEVI! (E se poi te ne penti?)

Anni dopo, lo psicologo di una cresciuta Tina Fortunina
suggerisce alla madre della ragazza di riportarla a Crystal Lake per le
vacanze, in modo da poter superare il trauma infantile. Ora, non sono un
esperto di psicologia, potrebbe anche essere una soluzione logica, se non fosse
che nel frattempo Crystal Lake è diventato il luogo del pianeta con più alto
tasso di ragazzini morti ammazzati del globo, no davvero bell’idea, inoltre non
è ben chiaro quando sia accaduto questo dramma familiare, perché Jason è ancora
incatenato sul fondo del lago, dove lo abbiamo lasciato alla fine del capitolo precedente, quindi
Tina ha sempre vissuto lì? Cioè era una bambina nei pressi di Crystal Lake fin
dal primo film? Insomma, non è chiaro,
ma con “Venerdì 13” meglio non curarsi troppo della continuità interna dei vari
film, non lo ha mai fatto nessuno, non vedo perché dovremmo iniziare proprio
noi adesso.

Miei dubbi a parte, l’unica cosa chiara è che lo psicologo
che ha in cura Tina Fortunina, il Dr. Crews ha una faccia nota, è interpretato
da Terry Kiser, sono sicuro di averlo già visto da qualche parte e se non
altro questo dubbio mi distrae dal fatto che il film non brilla certo per brio.
A rompere la monotonia solo le sedute di Tina Fortunina con il Dr. Crews che
pare molto più interessato ad indagare sui poteri telecinetici della ragazza
che ad aiutarla davvero con il suo trauma, ad esempio, il dottore non fa altro
che stuzzicare la bionda per costringerla ad usare i suoi poteri, con cui Tina
Fortunina fa cose incredibili, tipo dare fuoco ad un pacchetto di fiammiferi.
Che detta così, mi rendo conto non essere tutta sta gran cosa lo so, però
se lo fai con la mente embè, tutta un’altra roba. Forse.

Eppure io ti ho già visto da qualche parte, vabbè con te ci
vediamo alla fine del post.

Cosa può succedere a questo punto della trama
rivoluzionaria? La ragazzina di nuovo sul lago rivivendo il trauma della morte
del padre dichiara «Vorrei fossi ancora vivo» solo che drammaticamente
dimentica il soggetto, quindi dal profondo delle acque a risvegliarsi è il
nostro Jason! Finalmente perché dopo mezz’ora ancora non è successo niente in
questo film.

Da una parte abbiamo un mostro immortale (con la novità
della colonna vertebrale a vista e di una parte di mandibola che spunta dalla
solita maschera da Hockey danneggiata) esperto nel terminare anzi tempo la vita
dei teenager, dall’altra una ragazzina con poteri ESP, sembra l’inizio di un
barzellette dal finale già segnato, nel mezzo tocca far accadere qualcosa,
perciò dentro con gli “Adolescemi”, facciamo entrare la carne da cannone!

La carne da cannone, che per comodità si è già piazzata vicina alla griglia.

Tra i più caratteristici abbiamo la sfigatella che si trucca
per diventare figa, ma l’unico uomo su cui riesce a fare colpo e Jason che la
insegue nel capanno degli attrezzi, un posto pieno di oggetti affilati, appuntiti
e taglienti che è davvero il posto ideale in cui nascondersi da un assassino
con la passione per gli omicidi all’arma bianca.

Da segnalare anche l’odiosa bionda, molto Vamp con filo di
perle alla Lisa Simpson al collo (che in un momento di rabbia, Tina Fortunina
le farà saltare usando i suoi poteri e il suo “Sguardo di penitenza”) di nome
Melissa (Susan Jennifer Sullivan), una specie di arpia doppiogiochista con il
principale compito nella vita di essere stronza e di far fare figure di niente
a tutti i personaggi del film, Tina Fortunina su tutti.
Notevole anche il “Bello figheiro” di turno, tale Nick (Kevin
Spirtas), oggetto del desiderio di tutte, Melissa in particolare, di cui non
sappiamo molto, ma quel poco che scopriamo ci dice con che cura vengano cesellati gli adolescenti in questa saga. In pratica, Nick era in una banda a Pittsburgh,
però ora ha messo la testa al suo posto, ora va al serale. No, vi giuro! Non è
una delle mie caSSate è uno dei dialoghi di questo film!

“Ero un ribelle bimba, ma ora sono il primo della classe al serale”.

Il copione è sempre lo stesso, Jason inizia a macellare i
ragazzini partendo da due rimasti in panne con l’auto a bordo strada, usando un
picchetto per la tenda e il suo caratteristico passo, lento e costante, con cui
riesce SEMPRE a prendere anche il più agile dei ragazzetti, anche se quello corre
come Usain Bolt, il solito Achille e la tartaruga, il paradosso di Zenone che
qui sopra, specialmente quando il venerdì e il 13 si manifestano insieme sul
calendario è meglio nome come “Paradosso di Giasone”.

Bisogna dire, però, che questa volta Jason Voorhees è una presenza
a livello fisico veramente minacciosa, lo interpreta per la prima volta i 193
cm di Kane Hodder, stuntman che è diventato (anche un po’ suo malgrado) una
delle maschere Horror più famose della storia, anche se nei suoi film non si
vede quasi mai in faccia, è l’attore che ha fatto da “Rimpieno” a Jason per più
volte, questo film rappresenta la prima delle quattro sortite dietro la
maschera da Hockey e se contiamo che è anche il ripieno di Victor Crowley
nella quasi parodia di Venerdì 13, ovvero la saga di Hatchet, beh siamo davvero davanti ad uno specialista!

All’ombra dell’ultimo sole, s’era assopito un Kane Hodder e aveva un solco lungo il viso, come una specie di sorriso.

Le novità meno efficaci di Kane Hodder di questo film, purtroppo, sono altre, ad esempio il fatto che sì, i morti ammazzati che Jason lascia sul terreno sono ben 15, ma gli omicidi in sé sono uno più frettoloso e pudico dell’altro. I pesanti tagli imposti dalla Paramout si vedono tutti, i risultati sono adolescenti uccisi fuori campo, il machete di Jason che colpisce velocissimo, lasciando intravedere una goccina di sangue, roba che se per caso in quel momento sbattete le ciglia, ciao, il sangue è andato, altro che scorrere ancora, in questo film di sangue non ce n’è proprio! L’unico omicidio memorabile è quando Jason prende una ragazza dentro il suo sacco a pelo e la sbatte fortissimo contro un albero uccidendola, notevole e credibile solo grazie al corpaccione di Kane Hodder, ma di emoglobina nemmeno l’ombra.

Shut up and drive DIE.

Che senso ha produrre un film la cui forza sono gli omicidi
splatter, se poi non mi fai vedere gli omicidi splatter? Sarebbe un po’ come
fare un porno dove i protagonisti si fanno le coccole, a chi fregerebbe mai? Ma
il film trovo un altro modo per mettersi i bastoni tra le ruote da solo, i non
meglio identificati poteri di Tina Fortunina si manifestano in vario modo,
oltre a poter spostare oggetti con il pensiero nemmeno fosse una puntata di “É
quasi magia Johnny” (così sono sicuro di che canzoncina avrete in testa per il
resto della giornata… BAUAHAHAAH!) e, ovviamente, l’ormai mitico “Sguardo di
Penitenza” alla Ghost Rider con cui Tina punisce i cattivoni, la ragazza è
afflitta da un altro problema, i suoi poteri le permettono di vedere, con
svariati minuti di anticipo come le persone moriranno, in un film dove l’unico
motivo di interesse sono proprio gli omicidi per Tina e gli spettatori più che
un potere, è una maledizione: la maledizione dello Spoiler!

Tina non potrà mai avere una vita normale, ecco perché dice
a Nick (il biker che va al serale) che una come lei gli causerebbe solo
problemi, ve li immaginate sul divano a vedere la nuova puntata di Giocotrono con Tina che sa già chi
morirà con diversi minuti di anticipo? Cioè, ma vi sembra vita questa!?

L’assassino è il Professor Voorhees, con il machete nel bosco di Cristal Lake! (troppo facile giocare a Cluedo con te Giasone).

Quindi, ricapitoliamo: abbiamo un film dove ad un certo
punto, tutte le coppiette di giovanotti e giovanotte, iniziano a fare sesso, ma
senza che si veda assolutamente niente, ma NIENTE proprio. Dove gli omicidi
sono velocissimi, senza sangue e, per di più, vengono anticipati con svariati
minuti di anticipo dalla maledizione dello Spoiler di Tina. No, sul serio si può fare un
horror in queste condizioni? No, perché “Venerdì 13 parte VII – Il sangue
scorre di nuovo” non è un horror, è una presa di posizione, una denuncia nei
confronti di tutti quelli che si divertono a “Spoilerare” le trame agli altri, Tina
Fortunina rappresenta il dramma dello spettatore medio che una volta era
minacciato da Jason oggi, invece, da una rivelazione dietro l’angolo, “Venerdì
13 parte VII” è un film Anti-Spoiler, prima che il concetto di Spoiler stesso
venisse creat… Non è credibile, vero? No, infatti, andiamo avanti con il
commento.

In un mare di noia mortale chi deve morire muore e chi si salva
arriva allo scontro finale che vede Tina ormai padroneggiare i poteri che fino
ad un minuto prima non riusciva a controllare (non si sa come), alla ragazza
basta fare un cenno d’intesa agli oggetti che quelli in tutta risposta
partono veloci come dei V2 verso la faccia di Jason e parliamo di ogni genere
di oggetti: lampadari, piante di Ficus (simbolo del potere!), latte di benzina… Ricapitoliamo: abbiamo un cattivone che a passo lento e costante si avvicina
alle sue vittime e l’eroina che a suo volta immobile, fa una finta di sopracciglia
e qualche oggetto parte a caso a colpire l’avversario. In pratica è un trionfo
di immobilismo questo scontro finale! Una gara a chi si muove di meno, pare di
guardare uno degli ultimi film di Steven Seagal.

“Oddio che schifo! Non bastavano le bare ora pure le tv volanti!” (ocheti pocheti ocheti wà)

Eppure, in questa lotta tra un oggetto immobile mascherato
che ne incontra un altro, però biondo, “Friday the 13th Part VII: The New Blood”
manda a segno una scena che non serve a molto, ma è diventata comunque una
delle più iconiche di tutta la saga: tra uno sguardo ed un cenno, Tina
Fortunina fa saltare la maschera da Hockey e Giasone che risponde con un bel
primo piano sul suo bel faccino, una delle inquadrature più famose, una di
quelle che viene sempre fuori quando si parla di Venerdì 13, il fascino di “The
man behind the mask” (come cantava Alice Cooper) è sempre fortissimo, anche se non serve a nulla come in questo
caso.

Il peggio caso di acne giovanile mai visto in vita mia.

Lo scontro tra i due soprammobili si risolve in un modo al
limite del ridicolo, dalle acque del lago esce il padre di Tina Fortunina (il
signor Fortunina) che prende Jason e lo riporta sotto insieme a lui. Visione?
Momento onirico? Enorme cazzata? Fate voi, non so perché dovrei considerare uno
che si ubriacava e picchiava la moglie come una “Forza del bene”, ma tanto il
film va così inutile perderci pure tempo.

Sapete, invece, cosa mi preme di sottolineare? Il fatto che l’unica
scena un minimo interessante, Jason che sbudella lo psicologo usando un
decespugliatore (perché il nostro Giasone non ha MAI usato la motosega) in una
scena che non sarebbe nemmeno male se non fosse censuratissima, io finalmente
realizzo: ecco chi è il Dr. Crews,! Terry Kiser! Come ho fatto a non
riconoscerlo subito! È Bernie Lomax il morto di “Weekend con il morto”!

“Hey Jason! Bernie fai un saluto al tuo assassino è arrivato Jason, unisciti alla festa!”.

Cioè vi rendete conto? Terry Kiser ha fatto questo film e il
suo film successivo è stato proprio “Weekend con il morto” (1989) che diventa
idealmente il seguito di questa pellicola, il ragionamento fila, perché il venerdì
(13) arriva prima del weekend e tutto torna, ora sappiamo chi ha ucciso Bernie
Lomax: è stato Jason Voorhees!

Ok, gente, lunghissima pausa per questa rubrica, il prossimo
venerdì 13 arriverà tra davvero tanto tempo, ma nel frattempo non dimenticatevi
la rubrica del Zinefilo dedicata al nostro Giasone!

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