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Very Pop Blog – I miei anni ’80: Waiting Out the Eighties

Con il mio solito
insensato ritardo, vado a schiacciare a canestro l’assist alzato qualche
settimana fa dal mitico Moz sul suo blog, con questo nuovo tag di sua
invenzione tutto dedicato agli anni ’80!

Lui sostiene di
avermi selezionato attraverso un complicatissimo sistema di selezione casuale,
ma io qua voglio il controllo della buste in stile La La Land! Scherzi a parte,
le regole sono semplici… Non ci sono. Scherzone numero due, eccole!
In cosa consiste
il tag?
1- Elencare tutto
ciò che per noi sono stati gli anni ’80, in base ai vari macroargomenti forniti
(nota: parlare del vissuto dell’epoca, non di ciò che il decennio rappresenta
per noi oggi! Chi non era ancora nato può parlare, invece, per esperienze
indirette);
2- Avvisare Moz
dell’eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un
commento QUI
3- taggare altri
cinque bloggers, avvisandoli.
Ed ora senza
perdere ulteriore tempo, mi metto le cuffie che fanno molto telequiz di Mike
Buongiorno e vi sparo a raffica le mie risposte! Ma prima un po’ di musica a tema!



I MIEI ANNI ’80
Essendo nato nel
1983 e pure verso la fine per essere precisi, i miei anni ’80 presi in
considerazione sono poco meno di sette anni, ovvero il vivo dell’infanzia, un
bello sforzo di memoria, niente da dire.
MUSICA:
Cosa ascoltavo
nei miei primi sette anni di vita? Considerando che ho iniziato ad
appassionarmi davvero alla musica da più grandicello, sicuramente le sigle dei
cartoni animati che mi piacevano (tanti!) e poi la musica che ascoltavano i
miei genitori, che per mia gran fortuna hanno sempre avuto degli ottimi gusti, quindi
niente Rovazzi, ma tanto Battisti, De Andrè, Guccini e De Gregori, ancora oggi
a distanza di tempo, quando penso ad una canzone che mi ricorda l’infanzia, di
getto rispondo subito “Bufalo Bill”.
CINEMA:
Se mi leggete qui
sulla Bara, potreste aver intuito che il cinema ha un leggerissimo peso nella
mia vita, un amore nato da… Boh, sempre. Ricordo una sfilza di titoli che sono
certo di aver visto al cinema da bambino, ma quasi tutti dei primi anni ’90,
scavando ancora nella memoria, però, ricordo di essere andato con i miei genitori
a vedere “L’attimo fuggente” (1989) e mi era pure piaciuto molto. Vuoi vedere
che il primo film visto in sala della mia vita era uno di Peter Weir?
Considerando quando apprezzo la filmografia del regista, direi che non avrei
potuto cominciare meglio.



Beh dai, potevo trovare un film per peggiore per cominciare, che dite?

FILM:

Mettetevi comodi,
non sarà una cosa breve!
Da bambino ho
visto sicuramente tutti i classici Disney che passavano in tv, ancora oggi
tutti i Natale non mi perdo mai “La Spada nella roccia” e “Robin Hood”, per restare
in tema natalizio, sapete che per me non è Natale senza Una poltrona per due, un rito, più dell’albero e dei regali!
Il film che mi ha
folgorato per sempre, è stato quello con tutti quei primi piani e la musica mica
male, che un giorno mio padre stava guardando in soggiorno, “Come si chiama
questo film?” chiedo, la risposta mi cambia la vita per sempre “Il buono, il
brutto e il cattivo”. Era nato l’amore.


Genesi. Capitolo 1: In principio fu Sergio Leone.

Per il resto,
sono sempre stato un bambino molto molto strano e, perdonatemi se avete già
sentito questa storia, complice la mia Videoteca di fiducia, consumavo a
rotazione Gremlins, Terminator, Terminator e Gremlins. Dimenticherò sicuramente qualche titolo, ma non
posso non citare Notte Horror, lo Zio Tibia è stata la risposta alle
invocazioni di un bambino dai gusti già macabri.

COMICS:
Stranamente non
sono mai stato un grande lettore di Topolino, ho letto davvero una manciata di
numero, ma ho compensato con il Corriere dei Piccoli e per mia enorme fortuna,
con una biblioteca molto fornita nella sezione fumetti, da cui ho pescato a piene
mani coltivando la mia insana passione per il media più bistrattato di tutti.


Grazie Bonvi, non ti ringrazierò mai abbastanza!

Leggevo Cattivik,
Lupo Alberto e Bonvi, quintali di fumetti di Bonvi, dalle Sturmtruppen, alle
sue storie brevi più folli, motivo per cui ancora oggi, amo le strisce a
fumetti che sono una vera e propria arte. Ma anche Asterix e tanto Corto
Maltese, ancora oggi Hugo Pratt è uno dei miei autori preferiti.

GIOCHI:
Lego, quintali e
tonnellate di Lego, oltre ai mattoncini con cui costruire l’impossibile, anche
un paio di castelli, un galeone dei pirati, più svariate altre cose, tutto il
tempo che non passavo a guardare film e a leggere fumetti, lo spendevo con il
culo sulle piastrelle a costruire qualcosa con i mattoncini.


In diretta dalla mia vecchia cameretta, il galeone dei pirati Lego!

Prima dell’avvento
delle action figures, che allora si chiamavano solo “Pupazzetti” delle Tartarughe
Ninja, che sono proprio IL giocattolo della mia generazione, avevo già una
passione senza controllo per i G.I.Joe, avevo una bacheca in legno fatta da mio
padre per riporre Joe e Cobra, avevo anche una discreta collezione di
elicotteri, carri armati, jeep, mezzi da sbarco, dico sempre che non ho
fantasie guerrafondaie, perché le ho già consumate tutte combattendo una guerra
termonuclerare globale ogni pomeriggio da bambini e, visto che siamo molto in
là sul viale dei ricordi, aggiungo solo: Yo Joe!

VIDEOGAMES:
Un glorioso Amiga
500, più avanti sostituito con al altrettanto storico Amiga 1200, sono sempre
stato impallinato con le avventure grafiche della Lucasart, ancora oggi ricordo
tutte le battute (esilaranti!) di “Monkey island” (che però è arrivato nel 1990 lo so!) e di un’altra carrettata di
giochi mitici, che richiedevano solo 87 floppy disk per caricare una
partita.


“Non ce la faccio… troppi ricordi…” (Cit.)

TELEVISIONE:

Oltre ai vari
programmi contenitore per ragazzi, seguivo i miei cartoni animati preferiti, ovviamente
i G.I.Joe e le Tartarughe Ninja, ma anche quintali di Ken Shiro (il numero uno!) e l’uomo tigre, i Ghostbusters (entrambe le
versioni, quelli del film e quelli
con il gorilla), i ragazzi della 3ª C e tutti i telefilm della mattina:
Supercar, Magnum P.I. la Riptide e il mio preferito di sempre MacGyver. Il
vizio di tenere sempre un coltello svizzero in tasca mi arriva in parti uguali
da mio padre e da quello zazzerone biondo!


“Starring: Richard Dean Anderson”… Ecco come ho imparato l’Inglese.

CIBO:

Qui dovrei
raccontarvi della famosa vacanza familiare in Val Gardena, dove la signora dell’Hotel
fece l’errore di dire “Piccolo PAMPINO mangia poco”, risposta di mio padre “Tu
fallo mangiare e poi me lo dici se mangia poco”. Quindi la risposta alla
domanda sarebbe TUTTO.
Ma se dovessi
dirvi una cosa, i Kellogg’s Coco Pops, per me i Kellogg’s Coco Pops sono l’infanzia,
colpa della mia passione per le scimmie?
Bah, forse è solo golosità.


Anche a vederli in foto, mi viene voglia di uscire a comprare il latte.

LIBRI:

Oltre alla già
citata biblioteca, ho avuto la fortuna di avere due genitori lettori, quindi
casa mia è sempre stata piena di libri, le mie prime letture sono stati i
classici, tutto Jules Verne, “Il libro della giungla” e qualunque cosa
riguardasse i cavalieri della Tavola Rotonda. Ho anche avuto una fase
spericolata con i Librogame di Joe Dever.


“Sai, sono stati gli scritti di Giulio Verne ad influenzare profondamente la mia esistenza” (Cit.)

SHOPPING:

Mai stato uno
particolarmente alla moda, quindi non ricordo proprio, la mia unica costante
sono i Jeans, non intendo altro genere di pantalone che non sia Jeans.
LIFE:
Un gran periodo,
dove ho iniziato a coltivare tutte le mie passioni e avevo un sacco di tempo
per farlo. Alcuni dei miei più grandi amici ancora oggi, li ho conosciuti allora
e qui ci starebbe una citazione a Stephen King, ma vi risparmio.
RICORDO DELL’EPOCA:
Una foto, un disegno o una
immagine che vi rimanda a quegli anni.
Five, four, three,
two, one… Fire
G.I. Joe, G.I. –
G.I.Joe

Ed ora… Le cinque
vittime!!

Grazie a chi
parteciperà e a voi lettori, se vi ho annoiati chiedo scusa, se vi siete
divertiti ringraziate il Moz!

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