Se Shudder si gioca un titolo con Maika Monroe si guarda senza colpo ferire, anche perché ultimamente sto in fissa con i film basati su guardoni e osservatori. Anche se detta così suona malissimo, me ne rendo conto.
Dopo The guest e It follows, avevo un po’ perso di vista Maika Monroe ma forse è lei ad essersi persa in titoli più o meno riusciti, qui Shudder le offre l’occasione per tornare al genere che l’ha lanciata, grazie all’esordio alla regia di Chloe Okuno, che in realtà avevamo già incontrato dietro alla macchina da presa del primo segmento di V/H/S/94 intitolato “Storm Drain”.
La trama racconta la storia di Julie (Maika Monroe) andata a vivere in Romania con il fidanzato Francis (Karl Glusman) assunto per un nuovo lavoro. Bucarest è bella ma non ci vivrei potrebbe essere il sottotitolo del film, visto che Julia non solo passa molte delle sue giornate da sola, ma non conosce la lingua, non ha amici e inoltre si sente perennemente osservata, non aiuta nemmeno che in città si aggiri un assassino che predilige come bersaglio le giovani donne. Ribadisco, bella Bucarest ma non ci vivrei.
Lo spunto è canonico, quasi nessuno crederà alle ossessioni della ragazza, tranne la sua vicina di casa Irina (Madalina Anea), la parte interessante della vicende è il morboso rapporto tra osservata e osservatore che si crea tra Julie e il “watcher” del titolo, il guardone che spicca tra la folla, perché in un cast quasi interamente locale, appena vedrete spuntare Burn Gorman non potrete non sospettare di lui.
Ma l’identità dell’assassino non è il baricentro del film, che con i suoi 96 minuti fila via senza intoppi, se siete alla ricerca di un thriller in grado di soddisfare il vostro bisogno di tensione, questo film potrebbe andare benissimo, solo che Chloe Okuno non è Carpenter o De Palma, quindi non aspettatevi nulla di nuovo sull’argomento guardoni e ragazze in lotta per la loro vita, anche se il finale è in crescendo, il film si conclude al momento giusto e per essere un esordio, fa davvero bene il suo dovere, anche grazie alle buone prove offerte dal guardone di turno e dall’oggetto del suo desiderio, ma più che dimostrare di aver visto e capito La finestra sul cortile e “Repulsione” (1965) di Roman Polański il film non fa molto di più. Forse per una storia sullo sguardo e sull’osservare, Chloe Okuno deve mettere ancora un po’ di strada sul suo contachilometri, ma per sistemarvi la serata su Shudder va alla grande.
Sepolto in precedenza venerdì 12 agosto 2022
Creato con orrore 💀 da contentI Marketing