Home » Recensioni » Werewolves (2024) vs. Il male dentro (2024): sperando che questo sia l’anno del lupo (mannaro)

Werewolves (2024) vs. Il male dentro (2024): sperando che questo sia l’anno del lupo (mannaro)

Sapete come funzionano i cicli lunari? Beh sono ciclici. Il 1981 era stato l’anno del lupo mannaro al cinema, e il 2025? Secondo i cinesi sarà l’anno del serpente, ma con l’uscita imminente del nuovo “Wolfman” (dita delle zampe incrociate), si torna a parlare di lupacchiotti, qui alla Bara lo facciamo con due titoli opposti ma uniti dal tema.

Werewolves (2024)

Steven C. Miller per un po’ è stato l’eroe del film di genere a basso o bassissimo costo, anche quelli di serie Z, suoi tanti film con Bruce Willis solo in locandina ma anche il “Silent night” del 2012. Per il suo ritorno al genere horror ha scelto di dirigere un film di lupi mannari e di intitolato beh, “Lupi mannari”. A volte la vita è semplice e le pretese di questo film sono tutte qui.

Volete un incipit da B-Movie che più “B” di così non si può? Il Dottor Aranda, nei panni del Dottor Spiegoni (spiego cose) ci illustra sull’ultima novità, la Superluna trasforma tutti in lupi mannari, avete presente Goku? Uguale. La seconda ondata di questi effetti è imminente, la maggior parte della popolazione si barrica in casa oscurando le finestre, per la prossima notte della Superluna sarà meglio non essere in giro. State pensando a The Purge? Liberi di farlo perché Steven C. Miller proprio a quello ambisce, tanto da giocarsi Frank Grillo come protagonista lui stesso reduce da un paio di purgate di quelle serie, per metterlo in strada, di notte, avvolto in un tripudio di Lens flare da far venire il tick all’occhio anche allo specialista delle strizzatine d’occhio GIEI GIEI, quindi sotto con lens flare e licantropi (ovviamente), come se non ci fosse un domani.

… Vi ho detto che il Dottor Arada è fatto a forma di Lou Diamond Phillips? Benvenuti nella serie B più dura e pura!

La trama è davvero tutta qui, la contromisura del Dottor Diamante Filippo? Una specie di spray da sparare, tipo la melma di Ghostbusters 2, che dovrebbe curare gli effetti della Superluna (SPOILER: non lo fa) ma in compenso permette a Steven C. Miller di lanciarsi in un sacco di primi piani da dentro il casco, con i comandi della tuta riflessi sugli zigomi, quelle che saranno il lascito dell’epoca dei film post-Iron Man dell’MCU.

Che denti grandi che hai (cit.)

Quando la scienza fallisce, tutto quello che resta è la serie B, imbracciato il fucile, facendosi largo tra i licantropi e i lens flare, Frank Grillo spesso accompagnato da Amy (Katrina Law), si ritrova per le strade largamente illuminante e spesso bagnate (per riflettere ancora di più) a giocare a “Nascondino & Sganassoni” con i lupastri, realizzati con un tripudio di effetti digitali sfoggiati senza abusarne e di parecchio vecchio trucco prostetico.

Vediamo se sarà il vostro anno ragazzi, ma cercare di non lasciare troppo pelo in giro, ok?

Avete presente la grazia dei dialoghi e della costruzione dei personaggi di Dog Soldiers di Neil Marshall? Dimenticatela, qui siamo alla caciara, quella bella, quella che va bene per una “Porcata di mezzanotte”, il film perfetto da iniziare a quell’ora, dopo una giornata passata a guardare di tutto, poca voglia di dormire ma la voglia di un altro filmetto.

I lupastri hanno spesso un enorme capoccione, un mascherone da far indossare ad un povero Cristo (immagino molto sudato sotto quella pelliccia), ma a loro modo sono fighi e teneri, anche quando Frank Grillo deve affrontare uno di loro che per maggiore riconoscibilità, ricopre idealmente il ruolo del “Ciuffo bianco” di Gremlins, un licantopo Punk, ve lo giuro, con giacca di pelle e orecchini al naso. Se dopo questa non volete vedere questo film, non so davvero cosa dirvi!

Frank se ti capita di sparare a GIEI GIEI, ti copro io, diremo che era un lupo mannaro.

Vedere Grillo (un grillo contro un lupo) imbracciare il mitra rotante e crivellare mostri al grido di «Bite this!» scalda il cuore, anche il non finale è un trionfo di coattaggine, con Frank a torso nudo che sfoggia i muscoli, così, per far vedere quanto è tonico alla sua età, insomma una tamarrata, l’esatto opposto dell’altro film di oggi.

Il male dentro (2024)

Alexander J. Farrell sembra promettere artigli affilati e canini sbavanti saliva, invece quello che vuole dare al pubblico è un METAFORONE, un filmetto che vorrebbe, anzi agognerebbe l’etichetta di “Elevated horror”, ma si limita a far tornare in scena il redivivo Jon Snow, ovvero Kit Harington, un padre di famiglia affetto da un brutto caso di licantropia, come in un pezzo di Pippo Franco.

Tutto raccontato dal punto di vista di Willow (Caoilinn Springall), la bambina vive isolato in un bosco insieme alla madre Imogen (Ashleigh Cummings), al già citato Noah e al nonno Waylon (James Cosmo).

Poro Nonno e alcuni flashback sono i responsabili di aggiornarci sulla malattia, che quando ti viene non ti va più via (cit.) la malattia si chiama licantropia e questo permette a Kit Harington di recitare come un nodo di rabbia bipede, di spaccare la legna a torso nudo nel bosco (da qui l’unico segno di continuità con l’altro film di oggi), il problema grosso? Per buona parte del film “Il male dentro” funziona anche se parlasse di un marito violento o alcolizzato, non dico che non riesca a tenere in tensione, ma verso il finale si gioca una svolta tanto assurda quanto strampalata, da finire a dare un calcio al secchio del latte, spargendo sul pavimento anche quel poco di buono fatto.

«Io ero famoso su HBO, sul serio!»

Il problema di “Il male dentro” è proprio questo, con tutta la sua smania di essere “elevato” a tutti i costi, lo guardi fino alla fine e ti viene solo da dire: ma elevati dai cogl… Anzi ad essere precisi “Il male dentro” è un titolo più azzeccato dell’originale “The beast within”, perché è il dolore di noi spettatore guardando ‘sta roba, meglio il grillo contro i lupi tutta la vita, non scherziamo!

Ed ora, dopo questo assaggio di fase lunare, nuovo “Wolfman”? La palla è nel tuo campo, vediamo se davvero il 2025 sarà un anno buono, un nuovo anno del lupo mannaro, dita e zampe incrociate, tutte, che ne abbiamo bisogno.

0 0 voti
Voto Articolo
Iscriviti
Notificami
guest
14 Commenti
Più votati
Recenti Più Vecchi
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Film del Giorno

L’uomo che non c’era (2001): il principio di indeterminazione dei fratelli Coen

Capelli. Cadono, crescono, vengono tagliati, imbiancano, continuano a crescere anche dopo la morte ed è solo una delle informazioni che ti restano addosso, come i capelli tagliati, quando arrivi ai [...]
Vai al Migliore del Giorno
Categorie
Recensioni Film Horror I Classidy Monografie Recensioni di Serie Recensioni di Fumetti Recensioni di Libri
Chi Scrive sulla Bara?
@2025 La Bara Volante

Creato con orrore 💀 da contentI Marketing