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What if…? – Stagione 1 (2021): e se… le serie Marvel provassero ad essere fumettistiche per davvero?

Da sempre la Marvel Comics è stata fondata su una pietra d’angolo nota come “continuity”, il principio per cui ogni storia pubblicata dalla casa delle Idee, debba essere in rigidissima continuità con tutte le altre pubblicate è sempre stato il Dogma oltre che una delle principali differenze con la Distinta Concorrenza, che invece puntualmente azzera tutto per ricominciare da capo.

In questa ossessiva struttura i “What if…?” sono sempre
stati una piccola scappatoia, storie il più delle volte autoconclusive, che
raccontavo cosa sarebbe successo se gli eventi chiave dell’universo Marvel,
fossero andati diversamente. E se… Zia May fosse stata punta dal ragno
radiativo? E se… Rick Jones fosse diventato l’Incredibile Hulk? Di fatto
l’equivalente Marveliano delle storie ai confini della realtà di Rod Serling, proprio per questo non obbligate ad
avere un finale lieto a tutti i costi, potendo permettersi di esplorare strade
che il canone, non avrebbe mai concesso, ignorando il piccolissimo dettaglio
per cui tutte le storie, sono immaginarie, anche quelli che decidi di
considerare più immaginarie delle altre.

Da quando Benedict cumberbatch il Doctor Strange ha parlato di realtà
possibili, il pubblico che in vent’anni di film pieni di gente in tutina
aderente ha assimilato questo linguaggio, ormai si aspetta il famigerato
multiverso, bisogna dire che la Marvel ci ha un po’ giocato, ma con la serie animata “What if…?”, presentata di
settimana in settimana su Disney Plus, possiamo dire che il concetto di
multiverso ormai è stato ampiamente sdoganato in questi nove episodi, con
altrettante realtà alternative agli eventi che il pubblico considera canonici,
ovvero i film dell’MCU.

A proposito amici della Marvel, ma un film su Howard? Brutto?

Inutile girarci attorno, la serie creata da A.C. Bradley e diretta da Bryan Andrews cavalca
la moda di molti fumetti di super eroi moderni, in cui il cambio del costume,
la versione alternativa dell’eroe di turno, è spesso l’unico snodo narrativo
della storia, anche perché se tu fai esordire in un fumetto Venom-Iron Man, poi
puoi vendere tutto il merchandinsg possibile immaginabile sul personaggio riciclato
nuovo.

Quindi per certi versi questi nove episodi, animati con
una tecnica simile (ma più economica e veloce da realizzare) di quella vista in
Spider-Man un nuovo universo, sono
proprio queste, nuove versione degli eroi visti al cinema, con le loro nuove
storie di origini.

Ecco quindi che nel primo episodio, esordisce Captain
Carter (sempre doppiata dalla splendida Hayley Atwell), il risultato della
domanda “E se… Capitan Carter fosse stata il Primo Vendicatore?”, di fatto una versione
alternativa del film di Joe Johnston del 2011, per un episodio che per certi
versi si rifà ai canoni classici degli eroi Pulp a fumetti, di fatto gli
antesignani dei super eroi in calzamaglia.

Ora datemi Hayley Atwell in tutina aderente anche nei film e nessuno si farà male.

Il secondo episodio, oltre a giocarsi un’apparizione di
Howard il papero (la Marvel gli dedicherà mai un film o una serie tutta per
lui? Continuo a sperarci) è un enorme omaggio al compianto Chadwick Boseman, che ha avuto il tempo e la professionalità di
registrare i suoi dialoghi in sala di doppiaggio, prima di lasciare questa valle
di lacrime.

Rest in power Chadwick!

Così allo stesso modo l’episodio 1×06 (“E se…
Killmonger avesse salvato Tony Stark?”) sembra un modo per far lavorare ancora
un po’ Michael B. Jordan, confermando
quando il suo Killmonger fosse il più tosto della compagnia, anche se
l’episodio è forse il più debole di tutta la stagione, per una serie che solo a livello di voci note, non si è fatta mancare davvero nessun grande nome, tranne Scarlett Johansson, per quella storiella del processo, potreste averne sentito parlare.

Guarda caso le puntate che ho preferito, da vecchio lettore
Marvel, sono proprio quelle che rispettano di più la filosofia originale dei
fumetti della linea “What if…?”, infatti nel terzo episodio (1×03 – “E se…
Il mondo avesse perso i suoi eroi più potenti?”) la Marvel ha l’occasione di
raccontarci come mai Hank Pym non facesse parte dei membri fondatori dei
Vendicatori cinematografici (più noti come Avengers), anche se il motivo lo conosciamo tutti, una colpa che verrà per
sempre assegnata d’ufficio ad Edgar Wright.

Invece l’episodio più riuscito resta senza ombra di
dubbio il quarto (“E se… Doctor Strange avesse perso il cuore invece delle
mani?”), dove finalmente l’operazione “What if…?” trova un senso,
raccontandoci non la genesi dello Stregone Supremo, ma la sua trasformazione in
un tormentato cattivone, che poi era un po’ quello che succedeva nei fumetti,
raccontare il sangue, i morti, le stragi e le decisioni sbagliate degli eroi, infatti il quarto episodio non è solo il più riuscito, ma anche il più carico
di dramma e pathos.

Quando togli la pentola dal fuoco senza le presine.

Divertentissimo ma fondamentalmente deludente (anche per
le vistose voragini della trama), la puntata più attesa, la numero cinque,
quella con protagonisti i “Marvel Zombie”, nomignolo dispregiativo un tempo
affidato a quei lettori che leggevano solo e soltanto fumetti della Marvel, che
Robert Kirkman ha rigirato trasformandolo in un vanto, ma anche in una serie con
gli eroi Marvel in versione non morta, d’altra parte dal papà di The Walking Dead (fumetto, non quella
palla di serie) cosa potevamo aspettarci?

Fast zombies suck, anche Bucky la pensa come noi.

Peccato che l’episodio, anche se pieno di zombie, sia
frettoloso e con troppi svarioni nella trama per conquistare davvero. Ma non ha
certo aiutato per la credibilità di questa serie animata, nemmeno l’episodio
numero sette, con un “Party Boy Thor” francamente insopportabile, protagonista della puntata
preparatoria in vista del finale, quello dove la natura dei fumetti “What
if…?” secondo me è stata piuttosto tradita, per assecondare il bisogno di
continuità che ormai affligge anche gli appassionati delle versioni
cinematografiche degli eroi Marvel, ormai in tutto e per tutto identici a molti
di quei nerd che venivano perculati un tempo con il nomignolo di “Marvel Zombie”, ma con
un’unica differenza, questi “Marvel Zombie 2.0” sanno tutti degli eroi Marvel,
ma un fumetto non lo leggerebbero nemmeno per sbaglio…

… Se sentite titillare qualcosa, cose un sasso che mi
sono tolto da una scarpa che rotola sul pavimento, non vi preoccupate, sono io
che avevo una cosetta da dire.

Gli ultimi due episodi della prima (e unica? Chi lo sa?)
stagione di “What if…?”, sono la variante del multiverso dei vendicatori, una
squadra di eroi collezionati in una manciata di puntate, messi insieme a
combattere una minacciosa versione di Ultron, divertente quanto volete ma se
chiedete a me, ben poco nello spirito dell’operazione “What if…?”.

Se non riusciremo a proteggere il multiverso stai pur certo che lo vendicheremo (quasi-cit.)

Francamente avrei preferito vedere storie auto conclusive
un po’ più incisive, anche un po’ più oscure e drammatiche, ma forse ai piani
alti della Marvel erano più interessati a sdoganare il concetto di multiverso,
necessario a portare avanti la grande Soap-Opera (come abbiamo visto anche in Loki), piuttosto che rendere omaggio
alle origini fumettistiche delle apparizioni di quel guardone dell’Osservatore.

Insomma, divertente per buoni tratti ma “praticamente
innocuo” (cit.), la serie “What if…?” sembra pensata per tenere a bada i
morsi della fame dei voraci “Marvel Zombie 2.0”, più che provare ad essere
fumettistica per davvero, di questo mi dispiace perché ormai sembra che i
prodotti tratti da fumetti, siano i primi a provarle tutte per non risultare
troppo fumettistici, aggettivo ancora considerato negativo, quando invece
dovrebbe essere diventato motivo di vanto, almeno nella linea temporale da cui
vengo io. Sono Cassidy il guardone osservatore e vi chiedo di concentrarvi
sulla domanda: e se… le opere tratte da fumetto fossero fumettistiche per
davvero?

Sono Cassidy l’osservatore e so che leggete i post della Bara Volante quando siete sul cesso.

Questo è l’unico universo alternativo che mi piacerebbe
esplorare per davvero, beh oltre a quello dove piove birra invece che acqua.

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